Genoa-Atalanta 3-4. Essere prodigo, per di più con le seconde linee, non si è visto frequentemente in questo campionato contro la Dea di Gasperini: bravo Grifone.
Nessuno avrebbe messo in discussione il risultato prima e durante, ma aver visto Gasperini tarantolato nella zona allenatore nel secondo tempo quando Ballardini ha rimpolpato la squadra del primo tempo con Pandev e Eldor, oltre a Portanova Jr, è stato un show dentro la partita.
Gasperini non si può affermare che abbia avuto paura, ma i cambi di Ballardini lo hanno impensierito tanto da buttare nella mischia Palomino a marcare a uomo Shomurodov e Muriel per fare il gol sicurezza.
Ballardini nel primo tempo ha messo in campo una formazione sperimentale tradito non da quelli che avevano giocato poco, ma da coloro che erano nel lotto dei 16 sempre utilizzati.
Il Vecchio Balordo contro l’unica squadra del campionato italiano aggressiva, forte nel pressing ultra offensivo, intensa giocando senza pallone con interscambiabilità di ruoli, ha giocherellato (peccato) come mai si era visto, con un giro pallone dal basso da brividi, mai un lancio lungo nelle praterie bergamasche, tanto da far crescere il dubbio sulle condizioni di Marchetti, pauroso nel fare un lancio lungo per problemi muscolari, o avere poca fiducia sulle condizioni fisiche di Destro oppure su quelle di svegliarsi di Pjaca.
È bastato saltare tre volte il primo pressing della Dea per far saltellare Gasperini e trovarsi davanti al portiere Gollini. Nella partita di ieri, coi tifosi fuori dal Ferraris, si è capito perché sui 25 calciatori in rosa, escludendo i portieri, Ballardini ha utilizzato solamente con continuità quattordici giocatori aggiungendone due a gara.
Nel secondo tempo nessuno può mettere in dubbio il risultato ma i genoani si sono divertiti, dentro il Tempio ancor di più. Balla con l’entrata di Eldor e Pandev ha agitato le acque, i due gol di Eldor non sono arrivati per caso. Se avesse utilizzato solo per cinque minuti finli Zappacosta che si è scaldato a lungo la Dea si sarebbe spaventata ancor di più.
Rovella ormai un titolare fisso, Melegoni e Portanova il prossimo anno possono dare un buon contributo alla causa rossoblù a quarti. Possono partecipare al Campionato dei “saranno famosi“. Anche Caso è un trottolino di cui tenere conto, Onguenè dopo la gara di sabato è un oggetto meno misterioso senza le caratteristiche auspicate al suo arrivo a gennaio: quelle da difensore veloce.
È la prima volta nel secondo tempo vedere il Genoa perdere per 4 a 3, ma divertirmi. Se non ci avesse messo il “goniometro” personale sul secondo gol atalantino il solito Banti contro il Grifo nel vedere un pallone in campo per questione di millimetri e neanche documentato dai replay (solamente uno che ha lasciato dubb), c’era la speranza di divertirsi anche di più, malgrado l’Atalanta sia sempre l’Atalanta e si meriti di giocare nuovamente la Champions rispetto al resto della compagnia in cima alla classifica. Domanda: ma gli assistenti servono ancora? L’assistente numero 2 Pagnotta, quello sotto i Distinti e l’unico in linea, aveva giudicato bene il pallone dentro o fuori sul secondo gol bergamasco?
I prossimi giorni non saranno quelli del futuro del Vecchio Balordo. Saranno giorni di chi ne ha più ne metta a fare titoli e sgobb. Meglio godersi per una settimana, chi lo vorrà, il quindicesimo anno consecutivo in Serie A.
Importante in altro anno difficile per il calciomercato, dove gli euro sono scarsi per tutte le squadre, che Preziosi faccia una svolta. Nella stagione che sta per finire il presidente è stato presente in tutte le partite, i ritiri e gli spogliatoi e avrà capito le carte giocate male – e consigliate peggio – durante il calciomercato.
L’autofinanziamento tramite le plusvalenze e la vendita dei migliori non ha avuto successo ai fini dei risultati sportivi e non ne avrà per le casse sociali. Troppi sono poi gli euro buttati via senza un progetto tecnico di utilità, solo un bancomat per procuratori che se avessero fatto dei contratti a risultati per i loro assistiti sarebbero in bancarotta.
La partita dell’Atalanta alla penultima gara di campionato sarebbe dovuto essere il cacio sugli spaghetti calcistici per Preziosi nel vedere russi, ucraini e altre nazionalità calcistiche trovate dallo staff degli osservatori della Dea che girano l’Europa e vengono ascoltati, facendo la fortuna del gioco e delle casse orobiche. Anche Preziosi ha questo staff societario ma gli dà poco retta.
Accettare consigli pagati profumatamente ai soliti procuratori e presunti amici per fare contenti calciatori con contratti corposi, sia negli euro che nel tempo di permanenza, ha tenuto il Grifone a galleggiare da tempo sull’orlo della salvezza oltre pagare l’ingaggio o la metà a qualche calciatore in rosa che non poteva giocare in Serie A.
Contratti a presenza con bonus e risultati è la soluzione. Pazienza se qualcuno, capendo lui e il suo procuratore di essere scarso o inutile, rifiuterà quell’ingaggio. Certezze nelle prossime ore ce ne saranno poche, solo ipotesi che riempiranno il giugno genoano e anche l’estate.
Ballardini sì, Ballardini no quest’anno è un falso problema. Non ci sono in giro altri tecnici più forti di Ballardini e le solite scommesse con anziani, dopo qualche partita apostrofati come molli, giovani da roulette russa o qualche esordiente non pagano e non pagheranno nella storia non solo del Genoa, ma anche di Preziosi, nella cui storia ha fatto risultati solamente con due tecnici: Ballardini e Gasperini.
Da domani a Villa Rostan conterà mettere in modo primario la chiarezza nelle stanze a piano terra e primo piano della Marchesa di Pegli: non sono i fantasmi a far tribolare ogni anno il Vecchio Balordo in fondo alla classifica.