Biglietto da visita di una persona lieta di aver ritrovato il suo Genoa, la sua gente, tutto quello che aveva lasciato il 9 ottobre 2018 quando fu licenziato a meno tre dalla zona Champions e una partita da recuperare (12 punti in 7 gare).
Ballardini IV del 2020/2021, 25 gare, 42 punti in classifica, 11° posto in classifica un punto e una posizione in più rispetto al Ballardini III del 2017/18, gol fatti 26 e subiti 37. Gare vinte 9, pareggiate 8, perse 8 senza dimenticarsi di un milione e mezzo di euro in più nelle casse della società per la posizione in classifica: non male!
Lo “Special Naturale” a Cagliari ha vinto non solo sul campo, ma anche in TV nella conferenza post gara. “Ogni domanda può avere la sua risposta“. Incalzato sul suo futuro – senza parlare del passato appena finito – da tromboni sfiatati che trattano il calcio come la tombola visti i loro giudizi e le loro previsioni, Ballardini si è tolto un sassolino dalla scarpa, non contro la società, quando il Joker lo definì scarso, ma nessuno dei media nazionali prese le sue difese. Il suo non è stato uno sfogo, solo una connotazione del lavoro fatto in carriera.
Ballardini è un uomo, al di là del calcio, di cui la natura non può tirare quante copie vuole. Ajò andiamo Balla! Lo “Special Naturale“, termine che diventerà di moda con l’arrivo dello “Special One”, rifacendo anche a Cagliari tatticamente come a Bologna ha fatto vedere che il suo sistema tattico è vario se ha la rosa a disposizione che glielo permette, altrimenti tutte le ciambelle non possono uscire con il buco.
La strategia tattica vista contro Bologna e Cagliari ha fatto vedere che può essere estremamente offensiva e fortemente difensiva in fase di non possesso. In fase di possesso può trasformarsi in 4-3-3 oppure nel classico 4-4-2. Strategia che facilita lo scaglionamento offensivo e in fase difensiva al lavoro ci sono più linee di marcamento. Tutto ciò ha complicato la vita a Semplici e al Cagliari nel trovare gli spazi per penetrare in direzione della porta di Paleari. Strategia rossoblù a quarti che ha offerto tante linee di passaggio alle spalle del centrocampo avversario.
Sull’isola sarda è riuscito tutto perché c’era il centrocampo vicino alla lavatrice Strootman: mediani, mezzali, play che camminavano tanto e senza pallone come Rovella e Melegoni interpreti del calcio europeo, poco visto nelle gare di campionato.
Ballardini in ogni conferenza stampa ha sempre ribadito che aveva a disposizione un gruppo sano, forte e di qualità e per lui era facile lavorare. Dal Ballardini I al Ballardini IV è stato il lavoro, non solo tattico e tecnico, a fare la differenza. Perché con il suo staff ha fatto la differenza il modo di relazionarsi ai calciatori.
Le ciambelle escono con il buco se sei apprezzato assieme ai tuoi collaboratori dentro lo spogliatoio: Balla parla poco fuori dal campo, ma molto coi calciatori aiutato da tutto lo staff. La favola di Cagliari-Genoa è Yayah Kallon, una storia che ci ha emozionato perché con Alessio e Lorenzo con Buoncalcioatutti l’abbiamo vissuta e seguita dal prima giorno e dal suo arrivo a Genova (Arenzano) al provino dopo il suo travagliato arrivo in Italia dalla Sierra Leone. Scoperto in un torneo a cinque in una comunità di rifugiati in un paese in provincia di Savona. Era qualcosa di speciale al provino e lo ha dimostrato a Cagliari.
Qualcuno si sarà meravigliato della mancanza di emozione al debutto in Serie A. Difficile per uno che è scappato da una guerra e ha visto, pestaggi, stupri e altro nell’attraversare il deserto, assieme all’imbarco su una scialuppa prima di arrivare a Lampedusa.
Kallon altro colpo centrato del settore giovanile: con Rovella ci hanno deliziato di gioco nella Primavera negli ultimi due anni. La bravura di Sbravati nello scovare calciatori, di Chiappino di crescerli calcisticamente, di tutti gli altri dirigenti del settore giovanile di farli maturare come in una famiglia non portano solo calciatori, ma anche uomini sui campi di gioco.
Kallon è arrivato in ritardo all’esordio in Serie A. Tutto è stato tardato per quell’incidente, del quale porta ancora due placche nella tibia, un incidente importante a Roma con la Primavera che lo tenuto per quasi un anno ai margini della Primavera, e per troppo tempo non è stato a conoscenza degli allenatori della prima squadra. Qualcuno lo aveva conosciuto qualche giorno prima dell’infortunio. Andreazzoli lo aveva provato nell’amichevole con l’Entella.
Adesso tutti con voglia di futuro. Ballardini rimane o no? La bilancia calcistica pende dalla sua parte. Il tecnico ravennate ha già fatto le sue richieste con i numeri: 14 titolari, 6 giovani, 3 portieri. Non farà nomi di calciatori, vuole solamente una rosa calciatori che per bilanciare il tasso tecnico abbia un grande spirito di sacrificio e dedizione.
Duro lavoro per Marroccu ricevere quelli che tornano dai prestiti, coordinare i prestiti in rosa quest’anno cercando di tenere quelli che servono, ridurre il monte ingaggi e svecchiare il gruppo.
Il pallone ora passa a Preziosi. Difficile trovare uno meglio di Ballardini e del suo staff in giro. Qualcuno afferma che Ballardini con l’ennesima salvezza raggiunta col Genoa ha sopraggiunto il suo traguardo. Non lo conosce bene. Lui vuole partire dal ritiro e arrivare in fondo al campionato, giocare il suo calcio e fare i conti alla fine.
Preziosi dopo 15 anni di Serie A, orgoglioso del passato, se vuole lasciare altro segno nella prossima stagione dovrà non solo capire, ma valutare che questo Grifone è fatto per guardare avanti. La lezione arrivata nelle ultime due stagioni deve servire. Uno sguardo avanti e uno indietro per capire come e dove sono finiti, dove si può andare e cosa deve essere fatto per far finire gli errori – o orrori – del passato cercando di non far frenare ancora una volta i desideri di chi vuole bene al Vecchio Balordo. Nessuno vuole la Luna, basta solo la parte sinistra della classifica.
Ballardini firmerà domani la Mattonella del Muro di Alassio, prima di lui solo Gasperini, ci sarà un motivo: la risposta ad ogni genoano. Nel frattempo: Ajò, andiamo Balla!