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Serie A, il resoconto sul campionato: Enrico Currò (Repubblica)

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Iniziamo, come consuetudine di fine stagione di Serie A, a sentire il giudizio finale sul campionato ai nostri colleghi. Partiamo da Enrico Currò, amico di Buoncalcioatuti firma di Repubblica. 

Un tuo commento a questo campionato che si è chiuso? Qual è il tuo giudizio, dalle prime posizioni fino alla zona salvezza?

“Credo che la classifica in alto e in baso abbia rispecchiato abbastanza il valore delle squadre. L’Inter era sicuramente la squadra più forte e Conte, una volta “tolta di mezzo” la Champions, si è potuto concentrare su una gara a settimana e ha confermato la sua qualità principale: dare un gioco molto verticale alla squadra. È nei fatti. Per il resto, la volata Champions è stata emozionante fino all’ultimo e credo che il risultato potesse essere qualunque. Il Napoli, ad esempio, sarebbe potuto tranquillamente entrare in Champions se non avesse inciampato in quest’ultimo appuntamento. In fondo, il Benevento ha pagato una certa propensione alla difesa. Non aveva un attacco particolarmente forte e ha fondato molti suoi risultati sulla buona copertura difensiva, ma il calcio di oggi, coi tre punti, è diventato un calcio in cui il pareggio serve a poco. Per il resto, credo che i valori più o meno siano quelli giusti”.

Il Genoa ha avuto un inizio travagliatissimo, complice anche il Covid. Poi è arrivato Ballardini e i numeri parlano chiaro: anche fosse partito da zero punti dalla 14° giornata in avanti, si sarebbe comunque salvato alla luce dei 35 punti fatti in 25 partite. Che idea ti sei fatto?

“Il Genoa con Ballardini ha sicuramente fatto una scelta determinante per l’esito del campionato: lo dicono, come sottolineavi tu, i numeri. Questa scelta dimostra una cosa molto chiara, forse non tanto piacevole per molti allenatori che si sono alternati in questi anni: due allenatori hanno fatto molto meglio degli altri e sono Gasperini e Ballardini. È piuttosto evidente, nella storia del Genoa, che la società si leghi ad allenatori particolari, che non è detto che siano per forza i migliori sulla piazza, ma sono particolarmente adatti alla piazza del Genoa, che non è come le altre. Poi la sintonia si trova. È una questione di alchimia, e questa alchimia Ballardini la ha, e bisogna mettere in conto che se si cambiasse nuovamente allenatore, probabilmente si rischierebbe qualcosa. Così come Gasperini ha legato un suo ciclo al Genoa, e con lui Scoglio, Bagnoli, Gigi Simoni, per una questione di feeling, così Ballardini questo feeling lo ha. Sicuramente la base è questa: Ballardini in questo momento è l’allenatore più adatto ad allenare il Genoa e mi auguro che rimanga”. 

Intanto sono cambiate due panchine: Gattuso alla Fiorentina, preso da Commisso “per vincere”, e Juric al Torino. 

“C’è stata una volta Champions in cui la differenza tra le squadre si è misurata in un punto, con qualche squadra arrivata a pari punti. Non si può certamente dire che una squadra abbia fatto così meglio o peggio rispetto alle altre. Il Napoli ha giocato bene moltissime partite, e le ultime diciannove le ha vinte quasi tutte. Gattuso era in predicato di andare su una panchina più importante, ma ha fatto questa scelta perché ha temuto di restare fermo, un paradosso in questo momento della sua carriera. Ha fatto una scelta controcorrente, perché la Fiorentina è un passo indietro rispetto a Napoli e Milan, dove aveva allenato con buoni risultati. Conosco bene la piazza di Firenze e c’è sempre questa propensione a considerarsi sempre squadra che possa vincere lo scudetto. All’inizio della scorsa stagione, sulla base di non so quali elementi, si sentiva dire che la Fiorentina sarebbe potuta andare in Champions, ma guardando la rosa si capiva che era un’idea un po’ bislacca. Commisso che dice “vinciamo” lo dice un po’ così, un po’ sperandoci, ma un allenatore non può fare miracoli e trasformare una squadra arrivata quattordicesima in una squadra da Champions. Sicuramente passi avanti la squadra li farà, ma non saranno sufficienti per arrivare dove i dirigenti della Fiorentina dicono. Il Torino con Juric fa una scelta improntata a cambiare una situazione che stava precipitando negli ultimi tempi, con Nicola bravo a raddrizzarla salvando la squadra, anche se non in modo bellissimo sul piano del gioco. Adesso Juric è allenatore che conosciamo – e voi conoscete molto bene – e darà quel tipo di impronta di gioco al Torino, interessante e stimolante. Non credo però che ci siano grandi differenze tra le squadre della seconda colonna della classifica, per questo è molto importante azzeccare le scelte e, per questo, credo che il Genoa faccia bene a confermare Ballardini”. 

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