Il pallone di sgonfia. Il calcio è alla frutta, quasi a l’ammazza pallone. Lega Serie A e FIGC sono alla ricerca del tempo perduto dopo un anno di pandemia per cercare di gonfiarlo anche se gli errori continuano, i diritti Tv del passato ancora non sono stati pagati ed è una sciocchezza far diventare ancor più brutta la Coppa Italia per cercare di raccattare qualche euro in più.
Nell’occasione di presentare la partita della finale di Supercoppa italiana che si giocherà nuovamente in Arabia Saudita, gli arabi non potevano farsi scappare il derby d’Italia tra Inter e Juventus, il Presidente Paolo Dal Pino, stando fuori dalle polemiche politiche per la location della Supercoppa, come Ponzio Pilato ha detto “non l’ho firmato io il contratto triennale”. Però ha lanciato un grido d’allarme per il futuro della prossima stagione calcistica.
Il solito slogan trito e ritrito: “è tempo di riforme” perché il sistema non può reggere, e l’annuncio è che il primo tassello dovrà essere il taglio dei costi chiedendo collaborazione di tutti i calciatori. Ha definito un miracolo aver portato a termine la stagione appena finita con oltre 200 positivi al Covid. Ha ribadito che c’è bisogno di riforme alla svelta per la condizione finanziaria e patrimoniale che deve obbligare tutte le società a correre e, soprattutto, volere le riforme.
Il calcio è con l’acqua alla gola, il sistema ha circa 5 miliardi di debiti. Nel tempo della pandemia la Serie A ha perso un miliardo di euro e il Presidente della Lega ha ribadito nuovamente che ci vuole immediatamente “un tetto ai costi per riportare il sistema in equilibrio” e dovranno contribuire Assocalciatori e Assoallenatori accettando la riduzione dei compensi.
Campa cavallo che l’erba cresce, gli unici a non aspettare saranno i tifosi da troppo tempo presi per i fondelli con le riforme. In molti sono diventati vecchi aspettando i cambiamenti e si sono allontanati dal pallone di Serie A, la prova si avrà quando si apriranno le campagne abbonamenti.
Hanno ragione i tifosi sulla riforma della Coppa Italia, non ha senso, considerata una roba da ricchi. La FIGC ha avuto l’illuminazione di escludere la Lega Pro, re-introdotta in minima parte ieri con l’annuncio del nuovo format, e la Serie D.
Dopo la Superlega, a proposito, chiacchierano in Svizzera che la Juventus potrebbe essere retrocessa in Europa League al posto del Napoli, contestata dal popolo calcistico e non solo: sarebbe un’altra brutta figura del calcio italico.
Non sarebbe stato facile per Gravina, Presidente della Federazione, considerato che scimmiottano tutto dalla Premier, mettere in campo una Fa Cup inglese alla quale partecipa tutto l’universo dl calcio d’Oltremanica, semplicemente eliminando i doppi turni, scegliendo il sorteggio integrale e aumentando il fascino facendo ritornare il calcio in tutto lo Stivale nella parte estiva dando respiro economico a molte squadre e ai settori giovanili di tanti paesi e neanche tanto piccole città. Con sole due gare con una squadra di Serie A, con l’aggiunta di un piccolo diritto TV, si poteva salvare una stagione di dilettanti.
Invece la nuova formula con le 12 squadre della parte destra della classifica di A appena terminata subito in campo dal 15 agosto prossimo perderà quella poesia delle squadre provenienti dalle serie inferiori e saranno gare di allenamento.
Mi sono dimenticato di altro argomento: perché il Presidente della Lega non ha accennato sui sacrifici da parte i tutti? Quelli che dovrebbero fare gli agenti o procuratori che senza limiti sono arrivati a quasi un miliardo di procure nelle ultime cinque stagioni: la cifra esatta è 913 milioni di euro. L’Italia calcistica capitanata dalla Juventus con 190 milioni dati ai nuovi padroni dl calcio é seconda dietro la Premier inglese che ha speso 1,450 miliardi di euro come contributo ai trasferimenti. n paragone che non può starci considerato quanto guadagnano i team inglesi non più in mano ai Presidenti della Regina ma ad americani, sceicchi, russi oltre sponsor e diritti TV da tutto il mondo. In questi giorni godono giocarsi la finale della prossima Champions tra Chelsea e Manchester City e la finale di Europa League col Manchester United.
Attenzione FIGC e Lega: Manzoni dice che le parole “fanno un effetto in bocca e un altro negli orecchi“. Le riforme bisogna farle subito prima dell’inizio del prossimo campionato.
L’orologio da polso del calcio batte meno e poco, non è più un simbolo per gli appassionati del pallone. Significa per i padroni del calcio che c’è stanchezza e sono stufi di portare la gioia del pallone attaccato alla mano in un campionato italiano dove godono gli stessi di sempre come quelli che si intristiscono salendo dalla B alla A nel ruolo di comparse.