Il percorso alla scoperta delle ventiquattro nazionali che comporranno la fase finale del prossimo Europeo itinerante passa oggi dall’Austria del commissario tecnico Franco Foda.
IL PERCORSO – Nello stesso girone di qualificazione in cui si trovavano la Macedonia di Goran Pandev (che ritroverà nel girone C anche alla fase finale, ndr) e pure la Slovenia di Miha Zajc, l’Austria si è qualificata da seconda nel gruppo G di qualificazione senza riuscire a tenere il passo della Polonia, classificatasi al primo posto con 25 punti (+6). Dopo un inizio stentato con due sconfitte contro Polonia e Israele, la nazionale austriaca ha inanellato sette gare di fila a punti (6 vittorie e un pareggio per 0-0 con la Polonia) che le sono valse l’accesso alla finale dell’Europeo con un turno di anticipo. Ogni velleità di primo posto è stata abbandonata dall’ultima sconfitta contro la Lettonia, anche se un arrivo a pari punti con la Polonia avrebbe comunque premiato Lewandowski e compagni.
COME GIOCA – Il modulo prevalentemente adottato dal ct austriaco Franco Foda, madre tedesca e padre originario di Venezia, è stato il 4-2-3-1. Si parla del percorso delle qualificazioni, che ha visto progredire questa idea tattica, nelle ultime uscite, talvolta verso un 4-4-2. Fondamentale la presenza in tutti questi assetti tattici del jolly David Alaba, ormai ex Bayern Monaco, avanzato rispetto alla sua posizione di difensore centrale e utilizzato come centrocampista centrale, quando non esterno d’attacco o seconda punta. Durante le qualificazioni ha giocato come terzo a sinistra nei tre uomini che supportavano la manovra offensiva dell’unica punta Arnautovic.
È stata forse questa l’operazione più innovativa del ct austriaco, che sfrutta una mediana di grande personalità ed esperienza col capitano Baumgartlinger (Bayer Leverkusen) e Laimer (RedBull Lipsia). A destra, sempre in fase offensiva, spinge l’ex Inter Lazaro e come trequartista Sabitzer, uno degli uomini che stanno rendendo grande il RedBull Lipsia. C’è molta “taurina” in questa nazional austriaca, che schiera fra i pali il 28enne Stankovic, portiere del RedBull Salisburgo, e gli schiera davanti una difesa composta quasi esclusivamente da Lainer (Borussia Möenchengladbach); Hinteregger (Eintracht Francoforte) a sostituire l’avanzato Alaba; Dragovic (Bayer Leverkusen) e Ulmer (RedBull Salisburgo). Un dettaglio non da poco è quello che riguarda la grande alchimia fra gli elementi della nazionale austriaca, provenienti in molti casi dalla stessa squadra e dai medesimi campionati.
Poche le eccezioni, come Arnautovic che ancora gioca in Cina con lo Shanghai Port e che nelle ultime partite ha visto crescere la concorrenza davanti di una giovane promessa del calcio austriaco come il 23enne Kalajdžić, centravanti dello Stoccarda con 16 reti in 33 partite di campionato (e già tre in cinque uscite con la nazionale maggiore). La presenza di più prime punte ha portato il ct Foda ad avviare nel passato più recenti un progetto che non ha disdegnato di affiancare due punte, inserendo un interessante prospetto come il 21enne Baumgartner (Hoffenheim) a supportare la fase offensiva. Una impostazione che, quando proposta, ha visto il ritorno nella difesa a quattro di Alaba, spesso come terzino destro.
IL TECNICO – Franco Foda, 55 anni e una carriera da libero difensivo alle spalle percorsa tra Germania, Svizzera e Austria, ha legato al sua vita da calciatore e allenatore soprattutto ai colori dello Sturm Graz. Con la formazione dei Blackies vince una Coppa d’Austria (2009/10) e poi il campionato austriaco (2010/11), attirando l’attenzione del Kaiserslautern che lo preleva come allenatore dopo la retrocessione in Serie B tedesca. L’esperienza in Germania non lo premia, e dopo aver perduto il playoff promozione contro l’Hoffeheim, torna allo Sturm Graz prima di essere chiamato nel 2017 dalla nazionale austriaca. In un’intervista del 2010, prima di affrontare in Europa League la Juventus di Del Neri (vittoriosa per 2-1 con reti di Bonucci e Amauri, ndr), ammise di venerare Franco Baresi, suo modello in una carriera da libero difensivo.
DA TENERE D’OCCHIO – Il giocatore che da questo Europeo si attende di poter uscire definitivamente consacrato è sicuramente il già citato Cristoph Baumgartner, 21enne trequartista ed esterno d’attacco, di piede destro, cresciuto nelle giovanili del St. Pölten. Prelevato nel 2019 dall’Hoffenheim, ha completato il suo percorso nelle giovanili del club tedesco prima di giocare con la formazione B ed essere promosso, nel corso dell’ultima stagione, in prima squadra. In Bundesliga ha già giocato 59 partite, segnato 13 gol e fornito 9 assist.