L’aereo che ci porta alla scoperta delle nazionali che affronteranno la sfida degli Europei 2020 atterra all’aeroporto di Madrid: immergiamoci nella caliente Spagna di Luis Enrique.
IL PERCORSO – La Nazionale delle Furie Rosse è reduce da due terribili performance nelle due ultime competizioni internazionali: agli Europei del 2016 viene eliminata agli ottavi dall’Italia di Antonio Conte, due anni più tardi ai Mondiali di Russia del 2018 subisce una clamorosa sconfitta ai rigori contro i padroni di casa. Alle qualificazioni si classifica prima nel gruppo F con 26 punti, ottenuti grazie a ben 8 vittorie, 2 pareggi e nessuna sconfitta. La Spagna partecipa a quest’edizione degli Europei con un Sergio Ramos in meno ma tanta voglia di riscatto dopo le ultime brutte uscite: il primo posto nel Girone E è di fatto obbligatorio, visto che le avversarie sono Polonia, Svezia e Slovacchia.
COME GIOCA – La Spagna è una nazionale che ama il palleggio palla a terra ed il possesso prolungato al fine di trovare spazi grazie al movimento degli attaccanti e le combinazioni fra centrocampo e reparto offensivo. Solitamente Luis Garcia utilizza un propositivo 4-3-3 che non di rado può divenire un 4-1-4-1 quando due dei tre centrocampisti avanzano fino alla posizione di mezze ali. Tra i pali troviamo subito un interessante ballottaggio fra De Gea ed Unai Simon, con quest’ultimo che ha trovato sempre più spazio negli ultimi impegni. In difesa l’unica certezza è Jordi Alba a sinistra ed Azpilicueta a destra, mentre al centro i più papabili sono Laporte e Pau Torres. Dal centrocampo in avanti c’è l’imbarazzo della scelta per la grande qualità di cui dispone la Spagna: Busquets – o in alternativa – Rodri agiscono da play maker mentre Koke e Thiago Alcantara si alternano negli inserimenti. Il miglior tridente possibile prevede lo schieramento di Ferran Torres e Dani Olmo al fianco di Alvaro Morata.
IL TECNICO- Luis Enrique Martinez Garcia, noto semplicemente come Luis Enrique, è nato nel 1970 a Gijon, nelle Asturie. Da giocatore ha esordito nella squadra della sua città natale, lo Sporting Gijon, per poi passare nei due club più prestigiosi della Spagna, il Barcellona ed il Real Madrid, con cui ha vinto complessivamente 3 Campionati spagnoli, 3 Coppe di Spagna e 2 Supercoppe di Spagna. Intraprende la carriera da allenatore guidando per tre anni la formazione B del Barcellona, ma solo dopo le due esperienze con Celta Vigo e Roma passerà alla guida della prima squadra catalana. E’ proprio con il Barcellona che in tre anni vince un numero altissimo di trofei, tra cui 2 campionati di Liga, 3 coppe di Spagna ed 1 Supercoppa spagnola. Nel 2015, sempre alla guida del Barça, mette le mani sul triplete internazionale: Champions League, Supercoppa Europa e Mondiale per Club. Viene nominato c.t. della Nazionale spagnola nel 2018, quando subentra a Fernando Hierro al termine del disastroso Mondiale russo.
DA TENERE D’OCCHIO – La quasi totalità degli elementi della Spagna gioca titolare nel proprio club di appartenenza, compreso quando si tratta di competizioni internazionali. Tra i profili più interessanti troviamo quello di Ferran Torres, appena 21enne ma già colonna portante del City di Guardiola. Sempre in attacco da tenere d’occhio il 25enne Adama Traorè del Wolverhampton che nonostante la poca esperienza in Nazionale può risultare devastante nei duelli di velocità; per non parlare poi del non più giovanissimo ma sublime Gerard Moreno, ottima alternativa a Morata e trascinatore del Villarreal fino alla vittoria dell’Europa League. Infine, vogliamo parlare di Pedri, unico under 20 della rosa iberica ma che ha già fatto vedere grandi cose nel Barcellona degli ultimi due anni: insieme a Rodri ed Oyarzabal, è quello con il valore di mercato più alto in rosa.