Tra le ultime nazionali che andremo ad approfondire c’è l’Ungheria del ct Marco Rossi (originario di Druento ed ex calciatore nella Sampdoria di Eriksson) e dell’ex Genoa Schafer.
IL PERCORSO – La nazionale magiara è, per punti conquistati nella fase a gironi, la peggiore delle ventiquattro qualificate alla fase finale dell’Europeo in virtù dei suoi 12 punti conquistati in un girone completato da Croazia, Slovacchia, Galles e Azerbaigian. L’Ungheria, infatti, ha staccato un pass per la passerella al via il prossimo 11 giugno grazie ai playoff. Playoff ai quali non aveva avuto accesso grazie al quarto posto nel Girone E, ma grazie al coefficiente maturato nella Nations League 2018/19. La nazionale magiara, infatti, era prima nella Lega C e ha potuto accedere agli spareggi battendo prima la Bulgaria, poi l’Islanda.
COME GIOCA – Rispetto alle ultime uscite, l’Ungheria ha quasi sempre schierato la difesa a quattro davanti alla porta difesa da Gulacsi, titolare inamovibile di questa nazionale. Il centrale che sembra avere un posto assicurato, anche quando si è optato per lo schieramento a tre, è Tamas Orban (RedBull Lipsia) al quale sono stati affiancati sia Barath (Honved) sia Lang (Omonia Nicosia). Come terzini hanno giocato con frequenza Lovrencsics (Ferencvaros) a destra e Attila Szalai (Fenerbahce) a sinistra. Il regista dell’Ungheria nelle ultime uscite è stato l’ex Genoa Schafer, oggi al Dunajská Streda, che ha permesso all’ex Bologna Nagy, oggi al Bristol City in Serie B inglese, di slittare come mezzala. Le due certezze nella zona centrale sono questi due elementi assieme a Siger (Ferencvaros). Peserà moltissimo nel reparto di centrocampo l’assenza della stella ventenne del Lipsia Dominik Szoboszlai. Fermato da un problema all’inguine, salterà l’Europeo. Verrà quindi a mancare una delle micce fondamentali della fase offensiva magiara, che oggi si affida allo storico capitano Adam Szalai (Mainz) oltre a Filip Holender (8 gol quest’anno con la maglia del Partizan Belgrado), Janos Hahn (22 reti nell’ultima stagione in patria col Paksi) e Roland Sallai, ala destra del Friburgo.
IL TECNICO – Classe 1964, il tecnico italiano Marco Rossi ha già lavorato in Ungheria per diversi anni, partendo come allenatore di club con l’Honvéd e arrivando poi ad allenare la nazionale magiara nel 2018 permettendole di centrare la fase finale dell’Europeo. Ha un passato da calciatore in Italia che lo ha visto, fra l’altro, vestire anche la maglia della Sampdoria negli anni Novanta (1993-1995) sotto la guida di Sven Goran Eriksson, e prima anche la maglia del Brescia per cinque stagioni, dal 1988 al 1993. All’estero avrebbe poi giocato nei messicani del Club America nonché all’Eintracht Francoforte, prima di chiudere la carriera con Piacenza, Ospitaletto e Salò. Da allenatore la sua carriera parte dalle giovanili del Lumezzane, salvo poi compiere il salto come allenatore tra i professionisti con la Pro Patria. Nel 2008 avvicina la promozione in Serie C con lo Spezia raggiungendo solamente i playoff, passando poi a Scafatese e Cavese. Nel 2011 la chiamata dall’Ungheria, al già citato Honved, e successivamente la parentesi 2017-18 con gli slovacchi del Dunajská Streda.
DA TENERE D’OCCHIO – Oltre a Szoboszlai, particolare interesse si è generato intorno al nome di Roland Sallai, ala destra del Friburgo di 24 anni, quest’anno estremamente incisivo nella stagione del Friburgo decimo in classifica e per larghi tratti della stagione in corsa per un piazzamento a cavallo tra Europa League e Conference League. Di piede destro, alto 182 centimetri e dotato di una buona fisicità, ha la dote di puntare con frequenza l’avversario e andargli via in velocità. Si è contraddistinto anche per essere un buon assistman: nell’ultimo anno ne ha forniti 6, segnando anche 8 reti. Ha un passato in Serie A, quando arrivò ancora diciannovenne al Palermo col difficile compito di sostituire Franco Vazquez appena ceduto al Siviglia. Segnò un gol in ventidue presenze. Era la stagione 2016/17 e l’inizio stagione dei rosanero si svolse sotto la guida Ballardini.