Tornati da Neustift con una buona impressione del lavoro fatto da Ballardini, dallo staff, dai preparatori Pilati, Gatto, Scarpi e Raggio Garibaldi.
Ballardini più che essere interessato ai numeri dei moduli durante le gare ufficiali e le partitelle in famiglia ha cercato le fasi di costruzione del gioco, sviluppo e non possesso, per affrontare tutti i possibili sistemi di gioco avversari. Insegnando alla squadra ad essere flessibile e in grado di affrontare diversi moduli.
Nei tifosi e negli addetti ai lavori fuori dal campo imperversano tattica e numeri, ma non per Ballardini e il suo staff.
La necessità di Ballardini e del suo vice Regno è stata quella di spiegare correttamente le “situazioni dinamiche” di gioco che si susseguono in ogni gara ad alta velocità dove più che i numeri di modulo contano precisione e capacità di anticipare le mosse avversarie.
Dando i numeri, Ballardini ha utilizzato il 3-4-1-2 o 4-3-1-2 che si differenziano poco dal 4-3-3 o 4-2-3-1: visti i ragazzi a disposizione, questi sono sembrati gli schemi tattici più affidabili e probabilmente più flessibili a disposizione. Il calcio moderno ha un dogma, un pilastro: il movimento senza pallone.
Altro principio ricercato in Val Stubai sono state le sovrapposizioni sulle corsie laterali, con tendenza ad accentrarsi almeno su una corsia, e l’avere un trequartista con le doti per occupare l’area di rigore, ma anche aiutare in fase di non possesso il centrocampo.
Nei dodici giorni di lavoro, al di là della preparazione atletica in palestra e con il pallone, Ballardini ha fatto vedere che per il suo gioco ha bisogno di un centrocampo folto in grado di fraseggiare nello stretto, sempre ben scaglionato in fase di non possesso con l’abbassamento degli esterni e il trequartista sulla linea di centrocampo.
Quello visto sul campo dovrà essere alimentato prossimamente dall’innesto di calciatori in tutti i reparti. Il calciomercato 2021 riserva tante problematiche, in questo momento va studiato e non si possono fare passi falsi nelle scelte.
L’attuale mercato, però, sembra avere un minimo comune denominatore per tutte le squadre: non aver programmato la futura stagione. E d’altronde sono cambiati 12 allenatori. Come sempre si entrerà nel vivo l’ultima settimana quando le squadre che in questo momento vogliono solo monetizzare andranno in ansia per gli esuberi o per completare la rosa.
Al Genoa le idee sono chiare. Ballardini ha già espresso a Marroccu e Preziosi le sue necessità, lo ha sempre dichiarato in ogni conferenza durante il ritiro. Non sappiamo se avrà fatto nomi, ma avrà tracciato il profilo del calciatore che deve essere utile al Vecchio Balordo.
Non è detto che gli innesti nella rosa genoana arriveranno nell’ultima settimana: qualcuno potrebbe essere già caldo la prossima settimana. La fiducia nella campagna acquisti del Genoa è il bisogno profondo di avere lo spirito tranquillo, condizione essenziale dell’attività. Operazione difficile visti i risultati degli ultimi anni, anche se nelle scorse estati tutti facevano sogni contando le stelle e non le lastre dei marciapiedi.
Fiduciosi che qualcuno arriverà, speriamo presto, il ritiro ha dimostrato che bisogna intervenire. Tifosi in ansia a meno di un mese dall’inizio del campionato perché il cantiere rossoblù a quarti è un cantiere aperto.
Si parla solo di acquisti e prestiti e non di uscite. A Neustift c’erano 27/28 calciatori a giro, al Pio Signorini erano più di 10 in attesa di essere piazzati. Buon lavoro Marroccu.
Ballardini domani alla ripresa, oltre tamponi e vaccini, dovrà distribuire del “bromuro” (come accadeva a militare in tempi passati) a qualche giocatore troppo nervoso, apparentemente senza motivo.