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Cose bulgare

(Foto Shutterstock.com)

È tornata la Nazionale a 53 giorni dalla vittoria all’Europeo. Il pareggio con la Bulgaria è stato un flop. Chi pensava che gli Azzurri soffrissero la sindrome di settembre della preparazione non è rimasto deluso. Delusione per chi pensava che gli uomini di Mancini non sarebbero caduti nella presunzione che la partita con i bulgari sarebbe stata una passeggiata.

Spocchia azzurra aumentata dopo il gol bello di Chiesa. Da quel momento 5 colpi di tacco e 4 dribbling personali fuori dal gioco di squadra nell’unica azione della partita, con l’unico pallone perso aà Jorginho sulla trequarti che ha permesso ai bulgari di fare gol all’italiana: Azzurri scoperti a caccia della gloria del gol.

La gara è continuata con il tam tam del palleggio a centrocampo, ma il portiere avversario non ha fatto altra parata degna di nota nei restanti 70’ di gara. Il problema della Nazionale si è riproposto subito con una squadra avversaria che giocava con due linee compatte e in dieci dietro la linea del pallone: la mancanza degli spazi ha messo in evidenza il fatto che Mancini non ha disposizione un centravanti di fisico. Non è colpa del ct se nel campionato italiano il 60/70% delle squadre gioca con un bomber straniero.

Da domenica prossima dovrà tornare la Nazionale che ha fatto strabuzzare gli occhi agli Europei. Occorre per un’altra notte magica vincere in casa della Svizzera e non mettere a repentaglio la qualificazione ai mondiali del Qatar. Adesso gli Azzurri hanno 4 punti in più rispetto agli elvetici, ma anche due gare in più giocate e due partite da giocare contro di loro.

Per farla breve, contro la Svizzera bisogna fare 4 punti: al Mondiale invernale africano partecipa solo la prima di ogni girone. Al di là dei record, a Basilea occorre vincere o almeno pareggiare affinché il passo falso di ieri non si trasformi all’italiana in “cose bulgare”, non porti da una maggioranza di consensi ad una di delusioni.

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