Genoa, l’analisi del calciomercato estivo: i pareri degli addetti ai lavori
Redazione
A pochi giorni dal gong del calciomercato, come nostra consuetudine, siamo andati a raccogliere i parere dei colleghi della carta stampata nazionale e locale, oltre che delle emittenti locali, per sapere da loro come il Genoa abbia chiuso l’ultima campagna trasferimenti. Ai pareri di Gessi Adamoli (Repubblica Genova), Enrico Currò (Repubblica), Pinuccio Brenzini (Radio Nostalgia e Telenord), Andrea Schiappapietra (Secolo XIX) e Sebastiano Vernazza (Gazzetta dello Sport) è andato ad aggiungersi quello del nostro amico e collaboratore Mario Ponti, ex giocatore rossoblu e autore della rubrica settimanale sui prossimi avversari del Grifone.
“Il giudizio non può che essere positivo – esordisce il collega Gessi Adamoli – Abbiamo visto un buon Genoa contro il Napoli. Un Genoa che, con Maksimovic dietro e Caicedo davanti, tanto per dire due nomi di quelli arrivati, in quella stessa partita, equilibrata e ben giocata, chissà cosa avrebbe potuto fare. Vero anche che conta molto l’ambiente, ed è un ambiente malato da troppi anni. Faccio sempre l’esempio di una macedonia: prendi anche frutti freschi di stagione, frutti bellissimi, ma se li metti in una macedonia marcia fanno la fine che fanno. Dico questo per cercare di capire in passato i tanti giocatori arrivati con grandi aspettative a cui non hanno dato seguito con campionati sotto tono. È evidente che il Genoa, come l’ossigeno, ha bisogno dei suoi tifosi che gli danno un’iniezione e una marcia in più. Ci sarebbe bisogno di ritrovare tutto l’ambiente, entusiasmo e compattezza, perché fondamentale: l’acquisto più grande è che il presidente esca di scena. Diciannove anni sono quasi una monarchia, un impero, e adesso è arrivato veramente quel momento. Tutti siamo convinti che questi acquisti dispendiosi, anche per il bilancio, siano stati possibili proprio perché in società stanno entrando forze nuove. Che non vuol dire soltanto bilanci diversi, investimenti diversi, ma anche ritrovato entusiasmo fra la gente. Caicedo, Maksimovic, Tourè possono fare decollare questa squadra, se inseriti in un contesto diverso, rilassato, pieno di entusiasmo, non più avvelenato come lo è stato quello del Genoa, purtroppo, da tanti anni a questa parte. Per una volta l’obiettivo non è il diciassettesimo posto perché questa è una squadra importante. Ora la palla passa certamente a Ballardini sul campo, ma anche a Preziosi per fare quel passo che lui stesso – credo – auspichi: forse sarà vantaggioso, ma non credo che per lui sia più divertente fare calcio a Genova da troppi anni”.
“Il Genoa è mosso un po’ come al solito – spiega invece Enrico Currò – ed esce sempre abbastanza rivoluzionato dal mercato. Non è possibile ora dare un giudizio, se non superficiale, anche se in alcuni casi, vedi Caicedo, è abbastanza evidente. Bisogna vedere quanto tempo ci mettono a integrarsi in una squadra così tanto cambiata che ci mette sempre un po’ di tempo ad essere assemblata. In Serie A un mercato legato a tante uscite, anche illustri, che sembrano avere un po’ indebolito il massimo campionato italiano? È stato il mercato che ha sancito definitivamente non solo a livello italiano, ma anche internazionale, il fatto che la crisi del Covid – che si dice abbia colpito tutti – ha sì colpito tutti, ma accentuato in maniera clamorosa la differenza tra club che possono ancora spendere e quelli che non possono farlo. Quindi è stato un mercato di prestiti, mentre prima era il mercato delle plusvalenze. Adesso è quello della formula del prestito, magari con un obbligo di riscatto fissato due anni dopo, come a dire “intanto facciamo così, poi dopo vediamo”.
È stato anche il mercato dei parametri zero, da Messi a Donnarumma (e Ronaldo è andato via ad una cifra del cartellino relativamente bassa rispetto a quanto costava tre anni fa). Insomma, è stato un mercato che denuncia come il calcio mondiale stia cercando di arrangiarsi, mentre ai ricchi è consentito spendere tutto quello che vogliono. Mi riferisco a PSG e Manchester City, che stanno scavando un solco quasi decisivo: se tu rastrelli tutto il meglio che c’è, un po’ come faceva il Milan di Berlusconi a suo tempo, chiaramente hai più possibilità di vincere e gli altri sicuramente non possono a lungo competere con te. Se poi la differenza la scavano i diritti tv e ci sono squadre che hanno introiti venti volte maggiori delle altre, parlare poi di bilancio e di bilancia competitiva è un po’ utopico. Credo, in parallelo, che il campionato italiano si sia oggettivamente impoverito: sono andati via alcuni tra i migliori giocatori della Serie A e, la cosa abbastanza clamorosa, è che nell’anno in cui l’Italia ha vinto l’Europeo, dimostrando che i giocatori italiani sono tutto sommato abbastanza bravi, anziché sostituire gli stranieri con gli italiani e dare spazio ai giovani, si è dato spazio a calciatori dall’estero non necessariamente più bravi degli italiani che ci sono. Questo è accaduto anche per il Decreto Crescita, che favorisce paradossalmente una società nell’andare a pescare dall’estero, pagando meno a livello di tassazione. Mi sembra francamente una strada suicida“.
“Do un buon giudizio al mercato del Genoa – prosegue il collega Pinuccio Brenzini – già in apertura, prima del ritiro di Neustift, avevamo detto che sarebbe stato un mercato difficile e si sarebbe arrivati agli ultimi 2/3 giorni: così è stato. Questo è un mercato che ha pochissimi soldi e risorse e non poteva che essere così. C’è un esubero di calciatori, quindi un aumento forte dell’offerta, e quando c’è un aumento forte dell’offerta si abbassano i prezzi. Sostanzialmente è quanto successo. Abbiamo purtroppo dovuto attendere gli ultimi giorni pur essendo in apprensione perché volevamo vedere costruita la squadra. Alla fine la difesa si è rinforzata, e a mio avviso anche il centrocampo. In attacco si poteva fare qualcosa di più, ma credo che l’arrivo di Caicedo sia già un nome importante. Della conferma di Destro sono personalmente molto contento, perché assolutamente non ero nell’ottica se ne andasse. L’arrivo di Nzola mi avrebbe lasciato abbastanza sorpreso o poi soddisfatto. Penso che sia stato un mercato sufficiente, e aggiungo che la sufficienza piena e abbondante si può dare per il fatto di aver preso soprattutto giocatori di proprietà a differenza dei prestiti secchi che hanno messo in difficoltà specialmente questo mercato, dove il Genoa aveva più bisogno di fare mercato ed era più in apprensione rispetto ad altre squadre. Ora al tecnico spetterà assemblare una squadra che, anche se fatta di buoni giocatori, non è automaticamente una squadra: lo si diventa con compattezza, voglia di sacrificarsi l’uno con l’altro. Sono fattori che si dovranno creare, compito non facile per Ballardini, che però se inizierà a trovare un primo amalgama di squadra credo possa fare un buon campionato. Qualche possibilità dal mercato degli svincolati? Credo di no, salvo non capiti qualche ghiotta opportunità che il Genoa voglia prendere. Preziosi ha fatto un buon lavoro, anche in previsione di quella che dovrà essere la trattativa molto seria in atto che ci auguriamo possa portare alla cessione. Oggi ad Alessandria vedremo un primo tentativo di assemblaggio, poi ovviamente avremo la prima prova con la trasferta di Cagliari”.
“Devo dire che è stata una fra le sessioni di calciomercato più strane e particolari – ha proseguito Andrea Schiappapietra – Siamo partiti da una squadra che era praticamente dimezzata vista la quantità di prestiti e di mancati riscatti. C’è stata poi la fase intermedia, quella delle bocce fermissime in cui non si muoveva praticamente nulla a parte un paio di movimenti come Sirigu ed Hernani. Tutto è stato abbastanza fermo, poi c’è stata questa fiammata nel finale che oggettivamente ha cambiato un po’ l’impostazione della squadra, una squadra che ha sicuramente giovani molto interessanti – uno su tutti l’abbiamo visto venir fuori nell’ultima partita ed è Cambiaso, poi c’è Kallon che in Coppa Italia ha messo la firma sulla qualificazione – ma è chiaro che senza quei 4-5 acquisti finali avrebbe faticato penso a salvarsi. Ora sono arrivati giocatori con caratteristiche definite, giocatori esperti che conoscono bene il campionato italiano a parte Touré, che potrebbe patire il salto ma ha personalità, essendo stato anche capitano del Nantes. Ci sono giocatori abituati a muoversi in un certo livello e possono essere i punti fermi di questa squadra, andando a dare una mano a una serie di giocatori altrettanto esperti, da Criscito a Pandev fino a Badelj, vedendo il livello di prestazione messa in mostra una settimana fa. Poi ci sono i giovani.
Questo Genoa è una squadra che nasce nelle ultime ore di mercato. Nonostante il grande lavoro fatto da Marroccu non si è risolto completamente il problema dell’abbondanza e ancora una volta Ballardini dovrà fare i conti con una trentina di giocatori, alcuni dei quali palesemente fuori dai piani tecnici. Il mister adesso avrà il compito di dare una fisionomia a questa squadra. Devo dire che finalmente è finita questa fase in cui tutti avevano alibi: l’allenatore giustamente perché era senza giocatori, i componenti della rosa perché si muovevano con la sensazione che la squadra dovesse essere ancora cambiata in maniera forte. Secondo me già nella partita contro Napoli si è visto uno spirito diverso perché è cambiato qualcosa, sono arrivati segnali ben precisi. Tutto questo basterà per fare un campionato diverso rispetto a quello degli ultimi anni? Non sono in grado di dirlo. Ci sono diversi pareri che parlano di un Genoa già proiettato verso una classifica diversa rispetto alla zona salvezza: io dico che l’anno scorso si è chiuso all’undicesimo posto e che si è arrivati a quella posizione con una grande rimonta. Credo ci siano tutti gli elementi per confermare quantomeno quel risultato, sarebbe un buon risultato. L’ideale sarebbe tornare tra le prime 10, ma sinceramente è un discorso che non può essere fatto adesso proprio perché la squadra è nata nelle ultime ore e l’inevitabile partenza ad handicap creerà, almeno inizialmente, un po’ di problemi”.
A fare da contorno al discorso tecnico c’è chiaramente quello della società. Qui ci muoviamo un po’ al buio, ma i segnali che arrivano sono tutti per una trattativa che procede e ha già raggiunto livelli che fanno dire a Preziosi per la prima volta che ci sono interlocutori seri e che ci sono tutti gli elementi per arrivare in fondo. Io credo che sarà importante, in ogni caso, delineare quel che sarà entro un contorno di tempo ben definito. Si dice entro ottobre. Sarebbe fondamentale, in questi due mesi, avere un contorno definito di quel che sarà. Per il resto ci sono ancora tante cose da mettere a posto, compreso un rapporto con Ballardini che sappiamo non filare sempre così liscio. Credo che a questo punto la società abbia fatto tutto – o quasi tutto – quel che aveva promesso all’allenatore ed ora ci si aspettano risposte sul campo. Ballardini da questo punto di vista non ha mai “tradito”, ha sempre portato a casa risultati e adesso deve farlo da inizio stagione: credo che questa sia la novità”.
“Il mercato del Genoa è sicuramente un gran bel mercato per quanto fatto negli ultimi giorni da Preziosi – dichiara Vernazza – Ha preso giocatori importanti: alcuni personalmente non li conosciamo benissimo. Per esempio Galdames, di cui ho visto che la specialità è il cambio di gioco: mi sembra un regista più che un interno. Conosco un po’ di più il francese ex Nantes Tourè. Siamo nei dintorni di un Bakayoko, molto fisico e giocatore importante. La difesa è stata sistemata molto bene: Maksimovic per il Genoa non voglio dire che sia un lusso, ma quasi. Difensore centrale molto forte, ex Napoli, di alto livello. Vasquez non lo conosco moltissimo, ma è comunque il centrale della difesa del Messico. Caicedo lo conosciamo tutti: potrà giocare con continuità, quello che non poteva fare alla Lazio perché c’era Immobile. Poi c’è Fares: prima dell’infortunio alla Spal, era un giocatore che spaccava e creava superiorità. Alla Lazio si è creato un certo spazio, mettendo assieme l’anno scorso una ventina di presenze malgrado qualche fastidio di natura muscolare. Parliamo di acquisti importanti. Se devo dire, in senso negativo, l’unico acquisto che non mi convince troppo è quello di Hernani: è quel tipo di giocatore che ti fa 6/7 gol, ma non è un giocatore definito. Non ho mai ben capito che tipo di giocatore fosse, se una mezzala o un regista o un trequartista. Siamo però alla pagliuzza da trovare a tutti i costi. Nel complesso quello del Genoa è stato un mercato sontuoso: adesso si attendono i risultati. In Serie A, viste anche le partenze di molti big, si punterà di più sugli italiani? È stato un mercato in cui la Serie A ha perso tre uomini di copertina: le tre grandi del Nord hanno perduto Lukaku, Ronaldo e Donnarumma. A livello di appeal e immagine, la Serie A ha fatto un passo indietro. La vera sconfitta, per me, è stata quella di Donnarumma portiere del Milan e dell’Italia campione d’Europa che va al PSG per una questione di denaro. Fa abbastanza impressione che oggi come oggi sia di fatto la riserva di Keylor Navas. Comunque tutto scorre e morto un Papa se ne fa un altro: ci saranno altri campioni che prenderanno il posto di questi che se ne sono andati“.
“Il mercato del Genoa è stato molto funzionale – ci spiega in conclusione Mario Ponti – perché sono stati finalmente acquistati giocatori, mentre i prestiti sono pochi. Sono stati acquisiti buoni giocatori, alcuni che già conoscono il campionato italiano, altri che hanno già tanta esperienza internazionale. La società ha operato nella maniera giusta, anche se questi acquisti sono stati fatti nell’ultima parte di calciomercato. Mi pare che la squadra possa essere una buona squadra: secondo me questa formazione aveva bisogno di qualche rinforzo, altrimenti per come era messa all’inizio poteva trovarsi in balìa degli avversari. Se sulla base degli acquisti fatti si va verso il solito 3-5-2? Oserei dire di sì, anche se un centrale vero e proprio non è ancora arrivato. Leggo di Nkoulou, svincolato, ex Torino, anche se la rosa rossoblu è veramente ampia. Per una difesa a quattro in linea ci sono troppi giocatori che rimangono fuori. C’è stata la piacevole scoperta di Cambiaso, che conoscevo già dai tempi di Savona e Albissola prima di Alessandria ed Empoli. Se ne parlava bene, oltretutto è giocatore che può giocare tanto a destra quanto a sinistra. È giocatore veramente polivalente. C’è tanta scelta dietro, tanta in mezzo, tanta in attacco: la patata bollente ora passa a Ballardini, per così dire, che sicuramente saprà trovare il bandolo della matassa e offrire ai tifosi Genoani una formazione degna che possa non farci soffrire “.