Articolo scritto da Joseph Orzano, ex Risk Manager JPM
I fondi hedge (“hedge funds” in inglese) sono fondi comuni speculativi per investitori sofisticati con patrimoni importanti (“high net worth investors”). Tendono ad avere rischi alti, rendimenti alti, commissioni molto alte, e spesso mirano a investire in situazioni speciali come acquisizioni ostili di società quotate in borsa.
Generalmente sono privati con non più di cento investitori e non pubblicano né bilanci né spiegano le strategie adottate, che possono cambiare nel tempo. Alcuni acquistano azioni sottovalutate (a loro avviso) vendendo allo scoperto altre azioni sopravalutate (sempre a loro avviso) per fare utili senza esporsi eccessivamente al rischio sull’andamento generale della borsa (per questo sono chiamati “hedge”).
Molti hedge funds nel tempo hanno cambiato i mercati con le loro speculazioni. Per esempio, nel 1992, George Soros e altri speculatori hanno venduto allo scoperto la sterlina inglese contribuendo al crollo dello European Exchange Rate Mechanism (ERM). Questo è stato un bene o un male? Per il Signor Soros sicuramente un bene perché secondo la stampa inglese avrebbe fatto utili per un miliardo di dollari, ma forse è stato un bene anche più in generale ed è stato un bene perché l’anno dopo il trattato di Maastricht che ha portato l’euro è stato approvato. L’opinione comune è che gli hedge funds, malgrado generino molto utili ai loro sponsor e agli investitori, contribuiscano tuttavia a rendere anche il mercato finanziario più efficiente senza creare rischi grossi per il sistema stesso.