Altri punti buttati via dal Vecchio Balordo contro la Salernitana. È anche una questione di fato, destino, sorte con l’infortunio di Destro e quello di Criscito, il gol di spalla di Maksimovic, perdendo però sempre con le stesse particolarità delle altre partite giocate e perse in precedenza. Partite che non si dovevano perdere ed è bastato un calcio un calcio d’angolo per lasciare i tre punti in Campania. Questa volta non c’è stato il recupero e non poteva esserci perché davanti era difficile fare gol dopo l’infortunio di Destro.
Grifo aggrappato alle folate di Kallon, troppo poco, e Bianchi, il sostituto di Destro, si è visto poco come tutti i centravanti che lo hanno preceduto nel deserto delle difese avversarie: ha avuto due palloni e ha tirato. Le combinazioni viste nella Primavera di Chiappino con Kallon e Rovella sono state assenti.
Per Destro la speranza che non sia nulla di grave e che non si ripeta quello già visto: tre partite alla grande, un piccolo infortunio e dopo la lenta ripresa: chiamasi continuità.
Peccato. Il pareggio poteva andare bene, la strategia anche così come la difesa che ha resistito, sbagliando solamente la marcatura di Djuric su un calcio d’angolo, un pennellone di 2 metri che in carriera la maggior parte di gol li ha fatti proprio di testa, questa volta però non ha fatto gol: solo fortuna e apprensione per i difensori rossoblu.
Djuric ha salvato Castori e ha rianimato gli amaranto per il futuro, difficile, colpendo di testa liberamente marcato con le raccomandazioni da Covid, un metro davanti e uno dietro. Altra partita che sarà calata nella storia del Vecchio Balordo visto che una vittoria dell’avversario in Serie A che non arrivava dal maggio 1999.
Castori è stato bravo, al di là delle parole della vigilia, a preparare la gara sul difetto del Grifone, quello di aver subito 7 gol su 15 da da calcio d’angolo. Obiettivo di Castori riempire l’area genoana non con il gioco, ma sulle punizioni dirette e indirette. E questo obiettivo è andato in porto, oltre ad essere stato bravo a fare i cambi.
Come lo scorso anno uscirà la terminologia marcare ad uomo o a zona dove la comprensione delle due marcature non fornisce chiarezza.
Dopo i primi 10’ di paura per Criscito e compagnia, con la Salernitana che aveva lasciato l’arrembaggio nello spogliatoio, il Genoa giocava meglio con il dominio nel cuore del gioco vista la superiorità numerica e il movimento di Rovella, anche se sulla partita aleggiavano le parole di Ballardini della vigilia: “siamo generosi però dobbiamo conoscerci meglio e legarci di più. Manca continuità nelle due fasi di gioco, slegandoci concediamo spazi“. Esattamente quanto visto nel primo tempo e in parte nel secondo quando Balla ha cambiato strategia tattica per recuperare il gol di svantaggio.
Ballardini è positivo, ha visto miglioramenti, chi lo ha giudicato no. Ballardini sempre in discussione, Preziosi non c’è e parla non solo con gli americani.
Al tecnico rossoblu tutto non riesce perché nel centrocampo, uno dei punti nevralgici del gioco da troppo tempo, manca il mediano in grado di incidere nelle due fasi di gioco. Il Genoa a centrocampo ha giocatori tutti con lo stesso passo. Nessuno attua con disinvoltura i princìpi sia dell’attacco sia della difesa, passando con rapidità e tempestivamente alle azioni corrispondenti. Semplicemente agire come difensori quando il pallone è in possesso degli avversari e come attaccanti quando la squadra è in possesso della sfera. All’appello manca solo Galdames per un giudizio definitivo. A Salerno per la prima volta in panchina aspettato dai tifosi e dagli addetti ai lavori.
È poco per fare gol, in svantaggio, il solo affidarsi alle giocate di Pandev con occasioni arrivate e sbagliate facilmente. Coi ritmi visti nel primo tempo, dopo l’infortunio di Destro, Pandev avrebbe fatto la sua figura, come la ha fatta Ribery.
L’incidente a Criscito ha mandato all’aria il castello tattico per di più con il gol arrivato nel giro di poco tempo dopo l’uscita del capitano. Uscito Criscito, Ballardini ha rivoluzionato spostando Cambiaso terzino sinistro e facendo entrare Ghiglione sulla corsia opposta. Senza togliere nulla a Ghiglione che si meriterebbe di giocare al posto di Fares o Sabelli, perché non è entrato Vasquez, difensore sinistro per difensore sinistro? Nessuna domanda a Ballardini alla fine per capirne di più dalle Tv che hanno i diritti.
Adesso c’è la sosta e Ballardini con il suo staff dovrà fare un consuntivo del mese trascorso con l’arrivo degli ultimi calciatori. Dovrà fare la rosa dei 25, anzi dei 16 che giocheranno, gli altri allenarsi a parte. Scegliere non il modulo, ma la strategia tattica che vuole adottare già domenica 17 ottobre contro il Sassuolo. Si confronti anche con lo spogliatoio, lo avrà già fatto, e ogni calciatore si assuma le proprie responsabilità.
Tutti sono d’accordo che non è il Genoa più forte degli anni precedenti con gli acquisti last minute, come ha dichiarato Preziosi, e non lo è perché Fares non è Zappacosta Tourè non è Strootman, Bianchi – che crescerà – ed Eukuban non sono Scamacca. Anche Pjaca e Zajc potrebbero essere rimpianti.
Allora Ballardini dovrà far vedere all’opera Vasquez, Buska, Galdames, oltre Caicedo che è conosciuto per il fatto che giocava nell’ultima mezzora quando la Lazio attaccava per vincere e difficilmente sarà la chicca aspettata se sarà lasciato da solo nella prateria avversaria. Caicedo ha bisogno di cross dalla trequarti e dal fondo. Caicedo può creare spazi con la profondità, ma questi spazi dovranno essere riempiti dagli altri calciatori rossoblù a quarti per avere un giudizio completo sull’ultima campagna acquisti di riparazione già a settembre non fatta dal direttore sportivo, ma dai procuratori di Preziosi.
Balla, pensaci tu a rimettere in careggiata questa squadra che in queste giornate ha fatto fatica ad essere all’altezza della Serie A, come tanti calciatori della rosa tra i 34 che percepiscono solo ingaggi da Serie A.
Provaci Balla a mettere in campo un Genoa solido e quadrato che non rischi e faccia gol. C’è riuscito Allegri senza fronzoli, anche se gli uomini e gli obiettivi sono ben altri rispetto al Genoa.
La “scazzetta”, dolce tipico salernitano, sarà stata indigesta ai 200 tifosi scesi al Sud e agli americani presenti che vogliono una vittoria e adesso dovranno passare dagli applausi e i comunicati ai fatti.
E viva gli americani, meglio precisare, perché bisogna salvare il Vecchio Balordo e non solo sul campo. Rivisto sul campo Marco Rossi: senza togliere nulla a Taldo e Mesto catapultati a Pegli, fare rientrare Marroccu ancora sotto contratto e stipendiato.