Allacciate le cinture, si parte! gridano i gruppi della Nord, Figgi dö Zena, l’ACG! La Nord sarà ancora protagonista come un tempo e vogliono vedere un Vecchio Balordo con la testa fissa sul manubrio, gambe ben salde, grande cuore per ripartire in campionato e in classifica. Rialzarsi adesso è importante, perché la corsa è appena iniziata e il traguardo è lontanissimo non solo per il Genoa. Non possono esserci più alibi o retro-pensieri, più che giustificati per Ballardini e il suo staff. Il tecnico e il suo staff finito lo studio della rosa a disposizione cercheranno di tirare fuori dal cilindro qualche posizione diversa per qualche giocatore, come successo tante volte nel passato, cosa che ha  dato frutti copiosi per risolvere i problemi delle  prime sette giornate di campionato. Una soluzione in più, già provata da Balla, potrebbe arrivare dall’Africa: Fares ha giocato le partite di qualificazione al Mondiale con l’Algeria da terzino sinistro.

Ha dato chance a tutti nelle 7 giornate giocate. Qualche giovane dovrà farsi le ossa, la Serie A non fa sconti e dopo tornare ma anche qualche calciatore datato dovrà fare mente locale se la Serie A sia per lui: un conto è dare un calcio al pallone, un altro applicare briciole di qualità ai piedi. La qualità non si può comprare al supermercato ma solamente vendere  al calcio mercato dagli abili procuratori. Anche la ricerca delle strategia tattica dovrebbe essere raggiunta con i dovuti accorgimenti a seconda degli avversari da incontrare e dei giocatori a disposizione. Contro il Sassuolo che ha gli esterni molto bravi, che hanno gamba, corsa, velocità e saltano l’uomo, sarà il primo step che avrà studiato Ballardini con lo  staff.

Balla, come una vecchia pubblicità: pensaci tu. Balla non potrà essere il gigante della Ferrero, anche se la società ha comunicato che sono rientrati in gruppo buona parte degli infortunati che non potranno essere  al massimo. Criscito, Destro, Biraschi, Bani e Caicedo probabilmente in panchina e gli altri: pensateci voi per trovare l’affiatamento definitivo e per togliere quei buchi che si sono visti non per colpa della tattica tra centrocampo e attacco e  in fase difensiva e difesa per i troppi gol incassati, in particolare sui palloni inattivi. Si parte e si deve ripartire!

Sassuolo: non è il Sassuolo degli scorsi anni. Non è più una macchina da gol come nel passato, come negli ultimi due campionati. Su 7 gare stagionali ne hanno vinte 2 e pareggiata una, perse 4. 7 le reti fatte, 9 quelle incassate. Il passaggio di testimone da De Zerbi a Dionisi, tecnico emergente che aveva vinto il campionato di Serie B con l’Empoli, lascia delusa la dirigenza neroverde, che pensava di aver fatto la scelta giusta nel sostituire l’allenatore che ora si gioca la Champions nell’est Europa con lo Shakhtar. L’operazione Dionisi sulla scia di De Zerbi fa fatica a decollare. A Sassuolo si interrogano se le colpe siano della società, che ha venduto pezzi pregiati (Locatelli su tutti ma anche Caputo, che aveva levato tante castagne dal fuoco posizionandosi negli ultimi anni vicino alle prime posizioni della classifica cannonieri, trasferito alla Samp) oppure del tecnico considerato che nel Sassuolo dovrebbe abbondare sulla carta la qualità.

Con De Zerbi tutto ruotava intorno  a Locatelli il regista del gioco fatto di tagli, sovrapposizioni e movimento continuo, mentre con Dionisi, che vorrebbe continuare quella musica, sembra più difficile pur cambiando il modulo dal 4 3 3 al 4 2 3 1. Un 4 2 3 1 per sfruttare tutto l’arsenale dietro alla prima punta  con Berardi, Djuricic e Boga che però conferma il difetto sassolese dello scorso anno nella fase difensiva: anche De Zerbi incassa 56 gol per colpa dell’atteggiamento qualche volta aperto per favorire davanti la qualità di Berardi e compagnia. Ci prova Dionisi a fare un calcio moderno fatto di un possesso volto alla verticalizzazione dopo aver attirato la prima pressione avversaria per esaltare le qualità di quelli davanti, anche se per adesso non ha trovato il centravanti che la butti dentro. Raspadori si danna ma come in nazionale fa fatica ad inquadrare la porta avversaria, Scamacca rimpianto dal Genoa ha avuto poche possibilità dal primo minuto di gioco, Defrel pure.

Il 4 2 3 1 di Dionisi rispetto al 4 3 3 di De Zerbi, sempre volto alla verticalizzazione, riesce meno con il coinvolgimento degli laterali bassi e delle mezze ali pronte ad inserirsi per l’assist agli attaccanti. Tutto riesce più difficile perché il brasiliano Henrique ex Gremio, il sostituto individuato per Locatelli, non ha ancora la confidenza con il gioco italiano e fa fatica ad essere coinvolto in quello emiliano. Dionisi sta studiando la rosa a disposizione e effettua tante rotazioni tra difesa e centrocampo e utilizza molto le 5 sostituzioni, operazione non facile e più lunga se si punta all’affiatamento di squadra. Per le formazioni come sempre a domani. Al Sassuolo l’unico assente è Obiang. L’unico diffidato della gara è Maxime Lopez: il francese è un habitué dei gialli.

Arbitra Chiffi di Padova. 36 anni, ingegnere gestionale, prossimo arbitro internazionale con Pairetto (la Presidenza AIA  di Trentalange conta) che prenderanno il posto di Valeri e Doveri, che andranno in pensione tra lungo tempo con il ruolo di video match internazionale. Chiffi quando era salito in Serie A, con molte polemiche, era considerato un mezzo fenomeno, ma in questi ultimi 3 anni non ha ancora dimostrato di essere un arbitro completo. Il Genoa come con gli altri 6 direttori di gara che hanno preceduto il padovano non ha un curriculum fortunato: su 7 gare dirette sono 4 le sconfitte. Anche a Sassuolo si lamentano: su 10 gare sono 7 le sconfitte. Assistenti Mondin di Treviso e Della Croce di Rimini, 4° Miele di Nola, VAR Fabbri di Ravenna e AVAR Liberti di Pisa.


Genoa, proseguono gli allenamenti verso il Sassuolo. Escluse lesioni per Bani