Non proprio una conduzione di gara ineccepibile in Genoa-Sassuolo quella dell’arbitro Chiffi di Padova, che si appresta peraltro a diventare internazionale. Troppe posizioni di offside fischiate tardivamente, gara che è uscita particolarmente spezzettata e con due review del VAR che avrebbero portato all’annullamento di due reti per il Sassuolo (una per tempo) e una per il Genoa, con Destro che aveva segnato ancora una volta di testa. Siamo andati a rivedere alcuni episodi.
Intanto raramente si vede, nella medesima gara, negare due calci d’angolo evidenti ad una formazione. Nel primo tempo Rogerio anticipa Badelj in modo chiaro, il pallone termina sul fondo, ma l’arbitro indica la rimessa dal fondo. Criscito chiede a Rogerio di dire all’arbitro di averla toccata, ma nulla da fare. Nel secondo tempo Cambiaso viene anticipato da Djuricic e la palla sfila sul fondo: sarebbe ancora una volta corner, ma il guardalinee – prima ancora che l’arbitro – non se ne avvedono. Non è un dato da poco considerato che il Genoa, ad oggi, trova nei colpi di testa e negli sviluppi da cross o calcio piazzato una via privilegiata per segnare.
Ma al di là di questo, da questo secondo calcio d’angolo negato nascerà invece un episodio controverso, che oggi più di un lettore ci ha segnalato e che ieri, in cronaca radiofonica, la nostra redazione aveva sottolineato. Un episodio del quale bisognerebbe domandare direttamente a Chiffi. Siamo al minuto 53′ e, come già detto, l’arbitro padovano e il secondo assistente Della Croce non concedono angolo al Grifone.
Il gioco dovrebbe riprendere dal fondo come indicano arbitro e guardalinee, situazione di gioco che non rende obbligatorio il fischio del direttore di gara per la ripresa del gioco. Pochi attimi dopo è lo stesso fischietto padovano a correre in fretta e furia per interrompere il gioco quando il pallone è già a centrocampo: lì si è innescato un accenno di rissa fra Tourè, Rovella e Maxime Lopez. Il pallone già transita da quelle parti e non si capisce perché sia lì essendo rimessa dal fondo. Chiffi sospende temporaneamente il gioco e rimette gli animi in pace parlando con Rovella e Maxime Lopez. Finalmente, al minuto 53′ 46″, fischia la ripresa del gioco e qui, invece, il fischio per Regolamento sembrerebbe necessario a fronte dell’interruzione di gioco. Il fischio infatti c’è e il direttore di gara ripone la propria attenzione su Consigli che sta depositando il pallone a terra. Qualche secondo di attesa, poi passa il pallone a Ferrari poco vicino.
Il fischio è chiaro a chiunque riveda e riascolti la gara integralmente e il gioco è ufficialmente ripreso. Al minuto 53′ 57″, dodici secondi dopo il fischio, Ferrari ferma però il pallone con la mano, non col piede, e batte una seconda volta allargando sulla sinistra. Una dinamica che avrebbe avuto un senso se Chiffi non avesse fischiato dieci secondi prima, a rigore di Regolamento, ma situazione che il fischio rende quantomeno dubbia. Le proteste del Ferraris sembrano più che altro legate alla perdita di tempo della formazione neroverde, in quel momento ancora sul 2-1. E del resto il pubblico non è abituato a sentire il fischio dell’arbitro prima di un rinvio dal fondo perché, come recita il Regolamento, “l’uso troppo frequente o non necessario del fischietto ne diminuirà il suo impatto quando sarà necessario“.
Tanto per capirsi: la dinamica di un portiere che tarda la ripresa del gioco per guadagnare qualche secondo è perfettamente normale, quantomeno per il calcio italiano dove il tempo effettivo di gioco è tra i più bassi d’Europa. Nessuno si attaccherebbe a un episodio del genere e non vogliamo farlo neppure noi: vi è più che altro la curiosità di capire se tale gestualità da parte di Ferrari sia stata corretta oppure no, Regolamento alla mano. Perché un fischio di ripresa del gioco è un fattore importante nel delineare gli episodi di una gara. In altre parole, ci troviamo di fronte a un frangente davvero difficile da dirimere e che presumibilmente ruota intorno al concetto di “sospensione del gioco“. La vera domanda è: se effettivamente quel fischio coincideva con la ripresa del gioco e quel tocco di mano, dunque, non fosse stato regolare, vi erano gli estremi per un intervento del VAR e per un chiaro ed evidente errore? Perché è questa l’unica vera domanda da porsi. Qui ci viene nuovamente in soccorso il Regolamento, molto chiaro alla Regola 16.
“Il pallone deve essere fermo (e Ferrari infatti lo ferma per calciarlo nuovamente) e viene calciato da un punto qualsiasi dell’area di porta da un calciatore della squadra difendente. Il pallone è in gioco quando viene calciato e si muove chiaramente(Consigli quando lo tocca, dopo il fischio, lo mette di fatto in gioco). I calciatori avversari devono restare fuori dell’area di rigore fino a quando il pallone non sia in gioco.
Sulla scia di quanto ci hanno raccontato queste prime 8 giornate, sicuramente meno borderline sarebbe stato concedere un rigore a favore di Pandev, già abbattuto da Chiriches prima del gol dell’1-0 di Scamacca (ormai è quasi impossibile vedere annullare un gol laddove ad inizio azione vi sia stato un fallo). Ancora una volta il contatto è con Ferrari. I due si ostacolano a vicenda, il difensore neroverde allarga il braccio quanto basta per impedire al macedone di provare a pareggiare i conti. Entrambi restano a terra, Pandev toccandosi il fianco e Ferrari colpito alla testa dal successivo tiro di Destro (e non da un colpo di Pandev). Chiffi fa capire di essersi consultato col VAR Fabbri, ma nessuna on field review. Ma del resto nessuna novità: quando un arbitro valuta l’entità di un contatto, difficilmente il VAR lo invita a tornare sui propri passi. Deve piuttosto accadere che un arbitro proprio non veda tale contatto, ossia quanto non accaduto ieri.
Il contatto appare davvero lieve, meno le proteste del Genoa, specialmente quelle di Destro che invita Chiffi ad ascoltare il VAR e per questo verrà ammonito. Rigore che sembra non esserci e verità di campo preservata. Utile comunque ribadire che su altri campi, anche in questo campionato, si sono già viste diverse verità e percezioni sull’entità di un contatto in grado di portare all’assegnazione di un rigore. Tutte assai variegate. Occorrerebbe quantomeno migliorare e trovare uno standard in termini di uniformità e, anche, in termini di collegamenti con la sala VAR. Per trovare un pur millimetrico fuorigioco di Scamacca nel primo tempo ci sono voluti quasi 6′ di tempo (poi recuperati solo parzialmente).
Genoa-Sassuolo, le pagelle: bene Destro, Criscito e Vasquez. Flop Sabelli, Badelj e Touré