Damiano Moscardi, 60 presenze con la maglia del Genoa in cadetteria tra 1999 e 2003 e quasi trecento in Serie B in tutta la sua carriera con le maglie non solo rossoblu, ma anche di Cosenza, Salernitana, Foggia, Fidelis Andria, Pescara e Piacenza, è tornato ad essere nostro ospite a pochi giorni da Torino-Genoa.
Il campionato di Serie A è giunto all’ottava giornata. Il tuo pensiero su ciò che sta succedendo in questa stagione?
“Sta succedendo che c’è un grande equilibrio che regna sovrano, soprattutto nella parte destra della classifica, dove anche le piccole e le neopromosse riescono a fare risultati inaspettati che cambiano gli equilibri della classifica. C’è da fare attenzione: quest’anno la zona retrocessione sarà combattutissima. Chi vedo in difficoltà nella parte destra? A parte che ci sono alcune squadre che ancora non hanno trovato le grandi, Empoli, Spezia e Salernitana sono mentalmente più pronte rispetto al campionato che dovranno fare, mentre Genoa, Sampdoria, Cagliari, Udinese si ritrovano in quella classifica inaspettata e dopo diventa dura uscirne. Se il Napoli in testa mi stupisce? No, ha giocatori e allenatore bravi. Sono partiti bene. Napoli è una piazza particolare, con entusiasmo, e dopo diventa dura per tutti. Il campionato è lungo e dovranno essere bravi a gestire i primi passi falsi: oggi è tutto facile e tutto bello. C’è da fare attenzione a questo Napoli perché va ovunque a giocarsi la partita e ha le qualità per vincerla. La Juventus può ancora dire la sua? La sua la dice sempre. E Allegri sotto quell’aspetto dà garanzie perché, qualunque cosa gli si dia, riesce a plasmarla per ottenere risultati. Riesce sempre a trovare la quadra rendendola competitiva, motivo per cui la Juventus là davanti me la aspetto. Senza dubbio”.
Questi allenatori giovani non giocano più col braccino corto, vanno tutti all’attacco e il 4-2-3-1 sembra divenuto adatto anche per le piccole squadre.
“È l’evoluzione dell’allenatore. Arrivano i giovani che sono coraggiosi nel volersi salvare tramite il gioco: non ci sono più squadre che cercano lo 0-0 su tutti i campi, giocando solo in contropiede. Salernitana, Venezia, Spezia sono tutte squadre che giocano: poi magari perdono equilibrio e partita, ma provano a vincere la partita”.
Quindi tu punteresti sui giovani 2000, 2001, 2002?
“L’andamento in Europa è questo. I giovani bisogna prepararli bene prima per poi essere pronti. Quando sono giovani trovo inutile tenerli in Primavera per vincere lo scudetto se possono già giocare in prima squadra. Ma è nella mentalità dell’allenatore prenderli e usarli perché sono capitali della società. Tra squadre del campionato Primavera e prime squadre c’è talvolta poca differenza? Sì, ma c’è la differenza della mentalità. In giro si vede molto chiaramente quando un ragazzo gioca ancora da Primavera o quando ha la mentalità da prima squadra. Li abituano prima possibile a cambiare mentalità e poi sono pronti, al pari di un trentenne. E se un 2002 merita, gioca”.
Torino-Genoa come te la aspetti?
“Sono quelle partite dove, se uno guarda la storia delle società, si parla di Europa League e posizioni dall’ottavo al dodicesimo posto, ma da 2/3 anni sono sempre lì a sgomitare per togliersi dalla zona retrocessione. Sarà una partita combattuta dove il singolo potrà fare la differenza”.
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