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Nona giornata

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La nona giornata di campionato fa godere solo il Milan che ha approfittato dei pareggi del derby d’Italia Inter-Juventus e di quello del Sud, Roma-Napoli.

Nessun risultato si può giocare facilmente all’inizio delle gare, nessun pronostico sembra azzeccato perché nessuna squadra ancora è compiuta e quelle della prima parte sinistra, quando giocano in Europa, sono alla mercé di qualsiasi avversario: tutto ciò sta facendo girare la classifica in modo diverso anche nella parte destra della graduatoria per quelle fortunate che incontrano le sette sorelle europee e quelle sfortunate no.

La strana coppia intesa Napoli e Milan , più il Ciuccio che il Diavolo, ha qualità e quantità e non mollerà la testa con facilità.

In settimana oltre i risultati europei qualche fuoco d’artificio e figuracce.   

La notizia ghiotta è che per la vicenda tamponi a Lotito, il Presidente della Lazio l, sono stati dati due mesi di inibizione. La montagna di accuse – anche gravi – all’inizio della vicenda e del processo ha partorito il Topolino, la sentenza. Lotito potrà tornare in Consiglio Federale.

L’Italia di Mancini, poi, è salita al quarto posto  in classifica nel Ranking FIFA  scavalcando l’Inghilterra. Ancora: alla Corte di Giustizia Europea, il Governo si è costituito a difesa della FIGC contro la Superlega.

La nona giornata in tutto questo scenario è iniziata Venerdì. Il Torino ha battuto il Genoa per 3 a 2. Squilli di tromba per il giornali sotto la Mole, sportivi e politici, e quelli che fanno capo al Presidente Cairo, sportivi e politici. Se al novantesimo minuto fosse entrata la punizione di Rovella cosa avrebbero scritto? Il Grifone ha regalato il primo tempo, nel secondo tempo ha quasi “matato” il Toro e non solo per il cuore. Quando il Genoa dà battaglia non fa brutte figure, peccato che deve sempre  soccombere per altra “belinata” difensiva.

Sampdoria-Spezia 3 a 1. La Samp mette il sigillo sui primi tre punti casalinghi contro i cugini dello Spezia. La Samp conserva il risultato importante per l’autostima anche con 6 calciatori a difendere il risultato davanti ad Audero, sfrutta il magico  momento di Candreva (la classe non diventa facilmente acqua) e si sostituisce ai bomber conclamati doriani. Thiago Motta con 12 assenti si lecca le ferite: parte male, si sveglia tardi e fa fatica a trovare il gol.

Bologna-Milan 2 a 4. La vittoria del Diavolo è maturata quando il felsinei son rimasti in nove.

Salernitana-Empoli 2 a 4. Colpo di Andreazzoli e i toscani grazie al gioco superbo del primo tempo e dopo due sbracate nelle gare precedenti. Andreazzoli fa fare due gol a Pinamonti e uno a Cutrone, una notizia. A Colantuono, nuovo tecnico salernitano, non basta la reazione d’orgoglio del secondo tempo.

Sassuolo-Venezia 3 a 1. Il Venezia gioca solo un tempo ma con Romero il portiere  protagonista e il Sassuolo per qualche cronista somiglia alla squadra di De Zerbi dello scorso anno.

La domenica è stata degli incontri di vertice.

Fiorentina-Cagliari 3 a 0. Italiano fa piangere Mazzarri che non riesce a dare la scossa ai sardi. La viola domina per tutta la durata della gara. Più che la vittoria a Firenze ha fatto scalpore che Vlahovic non abbia voluto tirare il rigoredopo i fischi ricevuti durante il  riscaldamento non volendo rinnovare il contratto e andare già via a gennaio.

Verona-Lazio 4 a 1. Il Sarrismo in cantina e l’uragano Giovanni Simeone ne fa quattro. Tudor dopo la beffa del mercoledì in casa del Milan porta i veneti a undici punti in classifica: quando il cambio  in panchina funziona. Riuscirà Sarri a riattivare l’Aquila o dovrà cambiare la sua filosofia di gioco?

Atalanta-Udinese 1 a 1. Indigesto il pranzo calcistico a Gasperini, non solo perché espulso. Per la Dea nulla di facile come preventivato alla vigilia con i friulani che avevano fatto 2 punti nelle ultime 6 giornate.

Roma-Napoli 0 a 0. Bello può essere anche un pareggio con zero gol. Nell’arena sotto il cupolone Mourinho cambia tutta la squadra che aveva preso 6 reti in Norvegia. Reti inviolate per due squadre che non si sono risparmiati. Espulsi Mourinho indiavolato per un fallo non fischiato sotto i suo occhi e Spalletti per applausi all’arbitro Massa a fine gara ritenuti ironici. Napoli primo stop alla nona giornata di campionato. Mourinho deve ricompattare lo spogliatoio dopo aver messo in Tribuna tutti i protagonisti negativi della partita con il Bødo.

Inter-Juventus 1 a 1. Inzaghi domina Allegri ma non chiude la partita.  Allegri anche con poco gioco fa il fenomeno lasciando in panchina Chiesa, vive sulla coppia Bonucci-Chiellini in difesa e in ritardo manda in campo Arthur giocando per 40 minuti senza regista . Inzaghi ha puntato sulla qualità del gioco ma  non chiudendo le gare come la gara precedente conto la Lazio fa fatica a fare il pieno. La differenza tra Inter e Juventus è che Inzaghi cerca il gioco, Allegri no lasciando in panchina e in campo solo per 25’ Dybala e Chiesa.

Arbitri nella bufera e VAR in crisi non possono  essere una novità. Nessuno si è mai chiesto il perché Rizzoli non sia più il designatore. Perché prossimi internazionali saranno Pairetto e Chiffi. Arbitri considerati permalosi per i rossi agli allenatori (4 in una giornata sono tanti) e di più i considerati Top Mister e amanti del vantaggio, una qualità che non si compra al supermercato di frutta e verdura.  

Il  rigore concesso alla Juventus dal Var ha confermato che la tecnologia non può considerare l’intensità del colpo. Mariani, anche se internazionale poco perspicace e intelligente, bastava fischiasse un fallo dal limite e si sarebbe salvato dall’interferenza d Guida al Var dopo 3’ di gioco continuato.

Il Var non è minima interferenza sempre per lo stesso motivo. La differenza è fatta  da chi sta dietro la tecnologia e da chi in campo.

Il Var non è un beneficio per i direttori di gara che non vogliono perdere ascendente andando davanti alla TV. Occorre mettere i piedi alla svelta il centro Var di Lissone solo propagandato ma non con arbitri in attività , oppure concedere agli allenatori una richiesta per tempo per mandare i direttori di gara davanti alla TV, sulle panchine mancano le Tv  con tanti pollii ma c’è un addetto dello staff con l’iPad in mano.

La domanda cruciale che si deve porre il Var non è “se è stata presa la decisione migliore” ma se “è stata presa una decisione chiaramente sbagliata”. Questo non è successo nel rigore concesso dopo 3’ di gioco alla Juventus, Mariani era a 5/6 metri dall’azione.

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