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Rattopennûgo

Spezia-Genoa la partita della angoscia. Una partita per la quale sulla carta non hai niente o poco e non puoi perdere niente. Ballardini e Thiago Motta sono convinti che non possa piovere sempre. Al termine delle gare di venerdì con Torino e Sampdoria erano costernati, afflitti per come perdono le gare per errori evitabili da parte dei giocatori che regalano gol agli avversari.

Spezia e Genoa domani sera dovranno prestare attenzione a non commettere errori tecnici banali e regalare palloni agli avversari dando via alle transizioni positive dei dirimpettai che fruttano gol anche insensati, inconcepibili per un calciatore professionista.

Lo Spezia rispetto al Genoa è più attento ai tempi di pressione, il Grifone è orfano nel cuore del gioco di qualcuno in grado di farlo con gamba e velocità. Il Vecchio Balordo dovrà stare attento ai tempi di pressione degli spezzini fuori dalla propria area di rigore: sono portati al tiro da lontano.

Ballardini e Thiago Motta durante la settimana di allenamenti predicano di creare densità centrale nella propria metà campo, cercando di mantenere strette le linee di centrocampo  difesa e lo spazio tra i giocatori della stessa linea. Operazione vista nelle gare precedenti e non facile, perché il piano difensivo non sempre riesce concedendo agli avversari linee di passaggio e spazi per poter effettuare giocate centrali con tranquillità considerato che la pressione, per azione individuale, non sempre viene portata con tempi di intensità corretta. Tutto ciò non è dovuto solamente alla tattica, ma anche alla scarsa qualità dei calciatori.

La foto è quando le distanze tra le linee di reparto sono ampie, non perfette: in quel caso un semplice taglio in area è sufficiente a creare spazi che serviranno a confezionare gol. Altra foto sono i gol incassati da Genoa e Spezia per l’errata disposizione, allineamento e stanziamento della difesa.

Dopo la provocazione dello scorso anno di Thiago Motta, quando arrivo al Genoa con il 2-7-2 (una grande incomprensione costantemente sulla graticola della critica), l’ex rossoblu e lo Spezia  giocano con il 4-5-1, modulo base del Mister che poi può diventare 4-3-3 o un 4-2-3-1. Per Thiago Motta non è importante lo schieramento, ma l’atteggiamento. Il modulo tattico di Ballardini è invece un rebus da decifrare per il tecnico, viste le qualità tecniche non buone della rosa a disposizione.

Con la difesa a quattro, Vasquez è in difficoltà per struttura fisica, mentre Criscito ci prova a fare il centrale, ma fa fatica: basta rivedere i gol incassati dal Torino. I centrali difensivi devono garantire in altezza di giocare il  pallone di testa, saper pressare senza farsi saltare, saper marcare ad uomo. Fra l’altro Criscito e Vasquez sono entrambi di piede sinistro. Nella difesa a tre i difensori centrali devono essere più responsabili in ampiezza   degli equilibri della squadra.

In qualsiasi strategia tattica gli interni del Grifone non sono pronti a fare pressione sull’avversario per tenere la squadra corta nelle due fasi di gioco, per lentezza fanno fatica a liberarsi del pallone velocemente per armare il contropiede e con poco spazio coprire in profondità e in ampiezza. Il centrocampo di ogni squadra è l’anima e la tecnica della squadra, nel Vecchio Balordo fa fatica, compreso il migliore Rovella più bravo a ricevere il pallone e impostare, il quale però fa fatica nelle letture con il pallone non in possesso. Badelj, come già scritto, meglio che faccia il mediano.

Balla ci ha provato in ogni gara ad avere una squadra propositiva che giochi come un blocco unico con pressione e anche pressing se non ultra offensivo, almeno alto e che preveda una costruzione dal basso. Portare i suoi principi di gioco è stato difficile e poco riuscito.

Viene criticato per le formazioni mandate in campo nei primi tempi. Le scelte le farà guardando gli allenamenti e metterà in campo quelli che gli sembreranno i migliori. Scelte che può fare solamente lui e il suo staff essendo gli allenamenti top secret. Con gli occhi chiusi non si vede neanche un prete nella neve.

Le assenze sono tante in particolare in difesa, ma l’attacco funziona con Destro e Caicedo. Ballardini deve trovare la chiave del non prendere gol anche se la maggior parte incassati non hanno da vedere con la strategia tattica e sono stati impacchettati da errori individuali che non possono far parte della carriera di un giocatore di Serie A. Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. Il Genoa e Ballardini a Spezia devono rimontare, altrimenti rischiano di scavare.

Se Thiago piange, Ballardini non può ridere: entrambi domani al Picco avranno difese rabberciate, i presunti titolari tutti in infermeria. Per lo Spezia Erlic e Kiwior come gli adattati  Sala e Nguiamba. Per il Genoa Maksimovic, Vanheusden e Bani. Oltre le assenze, per entrambe le squadre a centrocampo manca il “cagnaccio” davanti alla difesa a protezione dell’area di rigore, dove lo Spezia ha incassato 22 reti e il Genoa 21.

Spezia-Genoa partita non  da “rattupenûgu” (pipistrello) visto il  modo di muoversi a zig zag in questo campionato con passo incerto e barcollante. Dovrà essere  gara da  da Aquilotti e Grifoni.

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