“Silenzio, riconoscenza: gloria“. Recitava così un passaggio del mensile redatto dal Genoa Cricket and Football Club e datato novembre 1921. La storia del Genoa ha già da tempo superato i cent’anni, come ben noto, e ha attraversato entrambe le Guerre Mondiali, che hanno profondamente segnato l’Italia, ma anche la città di Genova.
In questa lunga storia rossoblu, nel centenario delle celebrazioni del Milite Ignoto aperte questa mattina dalla visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Altare della Patria, la Fondazione Genoa ha voluto ricordare quell’articolo e quello storico 4 novembre 1921. Una data che vide anche la città di Genova impegnata nel ricordo del Milite Ignoto con una lunga processione dal centro cittadino diretta al Cimitero monumentale di Staglieno. Assieme con la città presenziò una folta rappresentanza del Genoa Cricket and Football Club, all’epoca già al 28esimo anniversario della fondazione in via Palestro.
“Nel clima di entusiasmo più nazionalista che patriottico di quelle giornate anche a Genova, come in altre città italiane, si tenne il 4 novembre una manifestazione di omaggio a chi aveva dato la vita, perdendo anche la riconoscibilità della sua identità, alla Patria per farne coincidere i confini della carta geografica politica con quella fisica – si legge nell’approfondimento della Fondazione Genoa – Fu quella una tappa significativa nel rapporto tra il Genoa, rappresentato nelle vie della città da circa cinquecento soci (radunatisi dalle ore 8,00 del mattino presso la sede sociale di Villetta Serra, sulla Spianata dell’Acquasola) con il gagliardetto rossoblù alternativamente portato dai calciatori Celeste «Enrico» Sardi I, Augusto Bergamino I ed Ottavio Faini verso il Campo Trento e Trieste del Cimitero Monumentale di Staglieno, e la Grande Guerra, che aveva avuto un suo primo momento significativo con l’inaugurazione lunedì 24 maggio 1920, in occasione della ricorrenza del quinquennale dell’entrata nella Prima Guerra Mondiale dell’Italia, della lapide, murata su una delle quattro pareti esterne degli spogliatoi del “Campo del Genoa”, che si trovavano grosso modo dove ora c’è la torre che congiunge la Gradinata Sud al Settore 6 della Tribuna, dedicata ai venticinque caduti nel conflitto che avevano fatto parte del sodalizio rossoblù, ed ebbe il suo momento culminante nella dedica dello stadio di Marassi a Luigi «il Nazzareno» Ferraris, primo caduto genoano e medaglia d’argento al valor militare alla memoria, domenica 1° gennaio 1933 (la lapide è stata murata nella Tribuna d’Onore dello stadio dopo il suo rifacimento totale tra il 1988 e il 1989 in vista della Coppa del Mondo del 1990)“.
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