Sheva e Tassotti il possibile lo avranno fatto in queste due settimane di lavoro, l’impossibile anche, per miracoli si dovranno organizzare. Difficile, infatti, in sole due settimane fare la moltiplicazione delle caratteristiche dei calciatori a disposizione. Il gioco del calcio richiede abilità tecniche particolari, cioè tutti i movimenti col pallone che si devono fare frequentemente durante una gara.
I giocatori della rosa del Vecchio Balordo sono “guerrieri”, lo hanno dimostrato anche nelle altre 12 gare precedenti rimontando risultati, correndo, saltando, scattando ma in molti difettano quando c’è da trattare il pallone, arrestarlo, calciare con precisione per consentire alla squadra di attuare gli schemi preparati. E senza la tecnica non arrivano risultati.
Per questo Genoa se non corri è un casino. Sheva ha puntato contro la Roma su chi corre, li ha convocati tutti e non ha bocciato nessuno, ma appena le batterie si sono scaricate Mourinho con i suoi cambi – neanche da prima pagina – ha vinto paradossalmente in contropiede, dopo essere stato molto tempo con tanti uomini davanti all’area del Genoa senza cavare un solo tiro che avesse impegnato Sirigu.
Shevchenko, e soprattutto Tassotti maestro di difesa, per sopperire alle carenze difensive senza escogitare nulla di nuovo, avevano ideato contro la Roma un battitore libero dietro a tutti, un chiavistello ben ordinato da Masiello.
Il vituperato gioco all’italiana catenaccio e contropiede. Il catenaccio ha funzionato, per 82 minuti, dopo si è paradossalmente aperto per un contropiede con i difensori e la fase difensiva in braghe di tela, come sempre in campo aperto.
Il contropiede non ha mai funzionato con gli attaccanti genoani nel deserto giallorosso, Pandev marcato e martellato ad uomo dal suo amico di Triplete Mourinho ed Ekuban ancora alla ricerca di un pallone giocabile.
La stonatura nella prima di Shevchenko è stata la marcatura preventiva, quando tutti erano sotto la linea del pallone, di Mkhitaryan, uomo partita della Lupa da interno e rifinitore. Sui cambi in ritardo avrà riflettuto sulla panchina a disposizione e su quello che avrebbe potuto ricevere.
Il problema che Sheva si porterà dietro, come chi lo ha preceduto (e si spera solo fino all’apertura del calciomercato invernale), sarà quello di non aver a disposizione un centrocampista in grado di attuare con disinvoltura i principi della difesa e anche dell’attacco, passando con rapidità e tempestività alle azioni corrispondenti. Nel centrocampo del Genoa troppi sono i doppioni con lo stesso passo e difficilmente l’attaccante riesce essere servito per tentare la via del tiro.
Mourinho, dopo aver sbattuto contro il muro di Shevchenko, ha ritrovato il sorriso e la classifica con un ragazzo di 18 anni, Felix Afena Gyan, che ha tagliato la difesa genoana come una lama nel burro.
Ora per risolvere i problemi del Vecchio Balordo Sheva e Tassotti, presente sabato mattina a vedere la Primavera a Begato con Taldo, dovranno fare lo stesso provando a lanciare l’unica mezzala tra prima squadra e Primavera con possibilità di fare la differenza nelle due fasi (il classe 2002 Besaggio) e nel centrocampo inserire anche Cambiaso, nato centrocampista, con il suo passo e la sua gamba.
Questo per Sheva potrebbe dire cambiare l’identità di gioco al Genoa, cosa difficile da vedere in questo momento. Altrimenti per Shevchenko allenare sia il progetto che il risultato non sarà facile.
Operazione difficile per qualsiasi allenatore perfezionare i tempi e il coordinamento delle azioni con la rosa genoana a disposizione, anche quando saranno a disposizione gli assenti.
Prepari un 3-5-2 o un 5-3-2, resisti e cerchi di non prendere gol ma difficilmente – senza qualcuno in grado di armarlo e qualche altro di farlo – fai un contropiede, ma non arriva il risultato. Le novità rispetto al passato sono state le marcature a uomo sui palloni inattivi dentro l’area di rigore e il continuo riscaldarsi a turno di tutta a panchina dai primi minuti di gioco.
Il closing ha creato tante aspettative. Tutti sperano nel mercato di riparazione, ma bisogna fare qualche risultato nelle prossime sei gare. Il mercato di gennaio e di riparazione lo conosciamo e sappiamo tutti come sia difficile.
I tifosi genoani penseranno alla possibilità di fare voli pindarici, fuochi d’artificio, ma anche gli altri Presidenti di Serie A, procuratori e agenti visto che 777 Partners è stato presentato come Paperon de Paperoni: il pacco è dietro l’angolo, ma in questo momento – e anche in futuro – a Pegli non se ne potranno più ricevere. È un momento difficile per il Vecchio Balordo, senza risultati ancor di più del passato.
Sheva ha avvisato che ci vogliono tempo e pazienza. La vecchia pubblicità figlia del mugugno “la vogliamo calda e subito” bisogna accantonarla.
Al Genoa non serviranno i “leoni da tastiera” o gli hater. Chi non avesse capito l’attuale momento del club più Vecchio d’Italia si faccia dare da qualcuno un neurone.
Migliore in campo la Gradinata rossoblu. Instancabile, infaticabile, resistente nel sostenere la squadra e Sheva per 100 minuti di gioco anche sotto la pioggia. Il Pallone D’Oro alla fine ha preso la squadra per mano e l’ha condotta sotto la Nord a ringraziare.