Il Presidente Zangrillo è stato chiaro: “siamo di fronte a una rivoluzione. Questo significa abbandonare i vecchi schemi che facevano vivere alla giornata, pensando che tutto si potesse risolvere sperando di potersi accontentare di un risultato intermedio, se andava bene”.
La rivoluzione al Genoa ci sarà e i genoani sono propensi ad accettarla per vedere dei risultati. I 777 non potranno fare subito una rivoluzione solo per un buco nel vestito, malgrado il Vecchio Balordo sul campo sia quasi nudo (e non solo per i risultati conquistati). E allora, affinché la rivoluzione non sia distruzione della Serie A acquisita in 15 anni, come si è visto in queste prime 13 giornate di campionato, tutti si domandano come faranno la nuova proprietà e Shevchenko a rifocillare il Vecchio Balordo con nuova tecnica e qualità già dal prossimo 3 gennaio 2022, primo giorno di calciomercato di riparazione. Quanto sono preoccupati mancando 40 giorni alla riparazione per la salvezza? Quanto investiranno per raggiungere gli agognati 40 punti?
La prima certezza è Sheva, che alla sua conferenza stampa di presentazione aveva detto che il primo obiettivo sarebbe stata la salvezza. Parola che poi non ha fatto più capolino nelle prime successive conferenze. La seconda certezza è che giocatori arriveranno e l’ha data Zangrillo quando ha dichiarato: “La domanda la pongo a voi. Shevchenko, profilo internazionale, come avrebbe potuto non essere della partita se non avesse avuto rassicurazioni in merito?”.
Fatta la squadra 2022 per la salvezza, dopo scatterà la vera rivoluzione degli americani per quanto riguarda il calciomercato del futuro. Il Genoa diventerà calcio & computer, non solo per quello che sta succedendo attualmente nel rilevare i chilometri percorsi, le zone del campo coperte oppure i palloni toccati, dati di fronte ai quali il calciatore non può più nascondersi in allenamento e durante la partita. L’uso massiccio della tecnologia a Pegli c’è da tempo e le strategie degli avversari vengono studiate e anche rielaborate. Peccato per il Grifone che durante le partite i computer rimangano nello spogliatoio e non giochino.
I 777 Partners arrivano dagli USA e l’elaborazione dei dati è una base primaria corroborata e implementata anche da sport come basket e baseball, più facili da leggere rispetto al calcio. Questa raccolta di dati aiuta a capire non solo pregi e difetti degli avversari, ma concorre anche alla ricerca di nuovi campioni rimasti fino a quel momento nascosti nei college.
I 777 Partners sono anche dentro il Siviglia e nel calciomercato avranno visto lavorare il direttore Monchi, uno che conosce tramite il suo database e i suoi tanti collaboratori l’intero calcio mondiale, non solo quello dei professionisti. Nel calcio mondiale ormai per scovare calciatori si utilizzano opzioni tecnologiche conosciute da tutti gli addetti ai lavori: Optasports, Amsco, Prozone, MatchAnalysis e StaDNA. Il tutto utile per portarsi avanti nell’acquisto di un calciatore.
Qualsiasi club al passo dei tempi utilizza questi programmi e investe delle risorse per l’archiviazione e il trattamento dei dati. Senza dimenticarsi di Wyscout, database eccellente e ligure che permette di vedere non solo le gare online, ma nasce controllare le azioni individuali di ogni calciatore, le strategie e i movimenti che il singolo fa quando il pallone è in gioco.
Una volta gli osservatori che andavano sui campi riconoscevano i calciatori del futuro dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia, dal semplice atteggiamento dei compagni e degli avversari, dal quanto fosse il valore che gli stessi erano disponibili a riconoscere al soggetto in esame.
Adesso la tecnologia non lo permette più? Non è vero. Esiste un database ISE online dove tutti i tecnici caricano relazioni non solo tecniche e umane di giocatori. Tutto molto utile perché le informazioni dei tecnici, che potrebbero essere gonfie e sgonfie per antipatia, sono verificabili poi con le altre analisi, fatte vedendo il calciatore in azione.
Per avere buoni calciatori però non basta la tecnologia, bisogna essere in grado di conoscere prima degli altri che un calciatore può essere a disposizione, che ha appena litigato con la società o l’allenatore, che esce o meno dalla convalescenza di un brutto infortunio, come sia stato il decorso dall’infortunio: è così che i risultati si portano a casa. Per fare tutto ciò il computer dà solo un input, ma serve a poco. Occorre abbinare i suoi strumenti con degli osservatori di fiducia sparsi in tutto il mondo, i country manager, in grado di recepire – ed eventualmente confermare – tutte le informazioni precedenti senza tecnologia.
Al Genoa un’operazione del genere è successa negli ultimi dieci, in particolare nel 2014/2015 , quando lo scouting lo facevano Fabrizio Preziosi e Milanetto. Dietro le quinte un altro uomo, Mamede, centrocampista che giocò nel Genoa dal 2006 al 2009. Anche grazie a lui, da Spagna, Portogallo e da altri paesi, arrivarono con le metodologie raccontate in precedenza i vari Laxalt, Iago Falque, Perotti, Niang, Edenilson, Roncaglia, Izzo e qualche altro che mi dimenticherò. A giugno 2015 Vecchio Balordo in Coppa Uefa, ma senza Licenza UEFA non vi partecipò.
Adesso ci vuole pazienza, occorre lottare tutti per un’altra salvezza. Così in futuro le stelle e strisce potrebbero colorarsi anche di rossoblù, d’altronde dallo sport americano e dal Siviglia gli insegnamenti possono essere tanti e importanti.