Per avvicinarci alla sfida di domani all’ora di pranzo abbiamo contattato telefonicamente Stefano Pontoni, firma di TuttoUdinese e della Gazzetta dello Sport.
Che Udinese arriva alla sfida contro il Genoa?
“Arriva intanto in una giornata speciale perché domani festeggia il 125° anno d’età, seconda squadra più vecchia d’Italia dopo il Genoa. Vorrà essere una giornata di festa, allo stadio torneranno tantissime vecchie glorie del passato. Sarà sicuramente una partita speciale sugli spalti, poi però deve esserci il risultato. L’Udinese non arriva da un bel periodo, la panchina di Gotti scricchiola paurosamente e in settimana si è parlato di Giampaolo. Gino Pozzo è arrivato da Londra e ha seguito tutta la settimana la squadra per capire cos’è che non va perché l’Udinese le qualità le ha, ma non riesce a esprimerle. La classifica comincia a essere pericolante e da qui a Natale ci sono partite tutte importanti. Gotti domani non si gioca tanto, si gioca tutto. Dovesse perdere, senza mezzi termini, andrebbe a casa”.
L’Udinese non ha avuto sempre un modulo fisso e quest’anno ha cambiato già molto. Vero che in settimana è stato provato il 4-2-3-1? È una ipotesi in vista della gara di domani?
“Ad inizio anno era partita con un 3-5-2, modulo molto conservativo rispetto al passato, però non è nelle caratteristiche dei giocatori. Anche Nuytinck, colonna portante di questa Udinese, giocando a quattro fa fatica perché non è il suo ruolo. L’Udinese ha modificato tante volte l’assetto in base all’avversario ed è questo che dalla critica non le è stato perdonato: troppe volte gioca in ostaggio degli avversari e ancora non ha un’identità propria. Ora si sta studiando questo 4-2-3-1 o 3-4-2-1 ma ancora si è in una fase di studio. Gotti non è convinto, per gli uomini che ha in certi ruoli, di dare un’impronta fissa. Si gioca anche in base a quanto fanno gli avversari. Col Torino si è messo in maniera speculare ai granata: col Genoa bisognerà capire che modulo adotterà”.
C’è qualche elemento o assente che mancherà nella sfida contro il Genoa?
“Sicuramente continuerà a stare fuori Stryger Larsen che ha un contratto non rinnovato ed è sempre più ai margini dell’Udinese. È in dubbio Pussetto, che non ha fatto molto bene col Torino, e c’è qualche ballottaggio in alcuni reparti. L’Udinese però si presenta praticamente a ranghi completi alla sfida di domani: Gotti deve solo capire in che modo vuole giocare questa partita. Nelle retrovie ci sono poi alcuni giovani, tra cui Samardzic e Soppy, che spingono da dietro: la società ha fatto capire al tecnico che devono essere messi in campo”.
Possiamo dire che quella di quest’anno può essere una delle lotte salvezza più complicate degli ultimi anni alla luce di una classifica molto corta e di tante squadre in pochi punti?
“In base a quello che vedo, il Venezia è formazione che gioca, ha un grande allenatore come Zanetti e ha un’identità di squadra, con un bel gruppo e una bella società. Non dici “è una squadra che è venuta in Serie A a passeggiare” come accaduto magari gli anni scorsi con qualche altro club. Stesso discorso si può fare per l’Empoli, altra squadra che ha già più punti di Udinese e Genoa. Poi ci sono quelle che potremmo definire grandi, come la stessa Udinese o lo stesso Genoa, che stanno faticando. Le qualità, però, prima o poi dovrebbero emergere. Rischiano tutte: se sei dal 14° posto in giù, coinvolgerei un po’ tutti in questa lotta che può essere davvero un rischio anche per Udinese e Genoa. Domani, se una delle due dovesse perdere, sarebbe sconfitta che segna veramente tanto il cammino. Se l’Udinese perde domani si ritrova veramente inguaiata e sarebbe costretta a stravolgere tutto per ripartire. È partita delicatissima. L’unica che secondo me, ad oggi, non ce la farà è la Salernitana”.