Juan Arciniegas, Managing Director di 777 Partners, è stato intervistato dai colleghi di RMC Sport (clicca QUI per l’intervista integrale) e ha parlato di svariati temi legati all’acquisizione del Genoa, avvenuta nello scorso settembre. “Riteniamo che non sia affatto impossibile per il calcio italiano riconquistare il suo posto pre-calo e c’è anche il potenziale per fare ancora meglio. Cerchiamo sempre di trovare risorse sottovalutate che possiamo aiutare a sviluppare” ha spiegato Arciniegas, che ha poi ribadito e speso parole importanti sul Genoa e la città di Genova nonché sulle idee di investimento.
“Quando abbiamo studiato i club che presentavano la maggiore attrattività, abbiamo esaminato diverse situazioni, ma alla fine nessuna aveva i dettagli del Genoa. Quello che ci ha colpito è che il Genoa si trova in una città, Genova, che ha vissuto un po’ la stessa traiettoria del club, il più antico del calcio professionistico italiano, e del campionato. Genova, con il suo porto, fu un tempo una delle città più forti e ricche del mondo. Dopo il declino, il Comune ha ora molti progetti per rivitalizzare la città, come una linea ad alta velocità per collegarla con Milano. E poi, nel nome del club, Genoa Cricket and Football Club, c’è il nome della città a differenza di altri club. E, infine, è anche il club più antico d’Italia, con una grande tifoseria. Tutto ciò ci ha convinto che questo fosse il club perfetto”.
Dopo alcuni passaggi sulle molte proprietà nord-americane approdate in Serie A negli ultimi anni, si è tornati sull’attualità di casa rossoblu, che vedrà stasera l’ultima gara del girone di andata contro l’Atalanta. “Sul piano economico, stiamo lavorando con il nostro reparto vendite per sviluppare ricavi e stabilire accordi che porteranno nuovi ricavi, che serviranno anche a rafforzare il team. Siamo anche in fase di assunzione per diverse posizioni chiave della nostra organizzazione. Avremo, ad esempio, un nuovo direttore finanziario a metà gennaio che siamo lieti di aver convinto ad aderire al nostro progetto. Vogliamo essere sicuri di aderire alle buone pratiche finanziarie con spese intelligenti.
Dal punto di vista sportivo, oltre a scegliere un super allenatore che si adatti alla nostra filosofia, un aspetto fondamentale è stato l’arrivo di Johannes Spors. Incarna quello che è il nostro progetto: è giovane, è ambizioso, non ha paura di essere il primo direttore sportivo tedesco in Italia, capisce l’importanza dei dati. Sa anche cosa richiede il breve termine, quali sono le risorse di cui abbiamo bisogno per mantenerci in Serie A, ma è anche coinvolto in questo progetto a lungo termine. Non siamo investitori a breve termine. Il lungo termine partirà dalla prossima estate. Per quanto riguarda il breve termine, è un peccato trovarci in questa situazione sportiva, ma la accettiamo e dobbiamo lavorare da gennaio per correggerla“.
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E sulle aspettative della tifoseria in vista del calciomercato di gennaio? “È vero, dobbiamo essere realistici per questo mercato di gennaio. È una finestra piccola, dove si deve essere molto strategici. I prestiti dei giocatori, ad esempio, sono più importanti di quanto potrebbero essere stati in passato. Johannes Spors e il suo staff hanno prima un lavoro importante da fare prima di parlare di reclutamento: analizzare a fondo la squadra, tutti i giocatori, passare in rassegna tutte le partite, cercare tutte le statistiche da compilare, parlare con i giocatori. Tutto questo per identificare le aree di gioco in cui le esigenze sono più importanti. E poi sia devono fare le operazioni più efficaci per rafforzare la forza lavoro.
Sulla scelta di Johannes Spors quale nuovo General Manager del Genoa: “Ovviamente non possiamo controllare come le persone percepiscono la nostra scelta, ma siamo sicuri che sia una scelta saggia. Johannes dovrà adattarsi perché non può rivoluzionare tutto quando arriva. Dovrà trovare il giusto equilibrio con il rispetto della cultura e tradizione. Dobbiamo essere determinati, seguire il piano e comunicare bene con i nostri sostenitori. Fin dal primo giorno, abbiamo mostrato la nostra coerenza attorno al nostro progetto, ai nostri valori e ai nostri obiettivi. Tutte le nostre scelte sono motivate da una chiara ragione. Certo, i risultati non sono migliorati, ma i nostri sostenitori vedono attraverso le nostre azioni cosa vogliamo mettere in atto. Non posso dire di essere sorpreso, sono solo molto grato a loro per il loro supporto. Vederli cantare fino all’ultimo minuto del derby che abbiamo perso è un grande orgoglio e speriamo di poter dare loro in cambio una carica positiva. Non siamo qui per fare promesse su un numero magico di investimenti, ma promettiamo che spenderemo in modo intelligente e responsabile a breve termine per rimanere in Serie A. So che le aspettative sono molto alte ed è per questo che ci siamo presi del tempo per nominare il direttore sportivo che volevamo, quando tutti ci chiedevano “quando arriva?”. Abbiamo trovato la persona giusta e il lavoro adesso inizia”.
A legarsi col tema del rilancio del Genoa vi è anche il capitolo stadio. “Un “buon” modo per voltare le spalle alla tradizione sarebbe dire che non vogliamo più lo stadio attuale e fare pressioni sul sindaco per ottenere il permesso di costruirne uno nuovo. Ma non è questo quello che vogliamo. Noi conosciamo il valore emotivo e storico del nostro stadio attuale e lo amiamo. È sì uno stadio vecchio, ma fa parte della storia del gioco del calcio. Per questo collaboreremo con una delle società più importanti al mondo sulla questione stadio. C’è anche la questione dell’ambiente dello stadio, come avere aree per i tifosi. Queste non sono solo cose che aiutano noi proprietari, ma riguardano anche la città. Vogliamo uno stadio utilizzabile 365 giorni all’anno e la città ne è consapevole. In Inghilterra, intorno allo stadio, ci sono pub dove ritrovarsi, tutto un contesto favorevole ai tifosi.
Intorno allo stadio c’è un parcheggio che attraversa il corso d’acqua e che possiamo utilizzare. Ma è proprio per questo che vogliamo collaborare con la città. Vogliamo fare proposte da sottoporre al sindaco e non devono semplicemente essere accettate, devono essere sostenute dal Comune. Alcune nostre proposte potrebbero richiedere il loro aiuto per creare lo spazio di cui abbiamo bisogno. Il sindaco è molto competente, è consapevole che con l’attuale configurazione si sono perse delle occasioni per la città di Genova. Con un migliore sviluppo dell’area potrebbe esserci un effetto valanga. Marassi è un quartiere che ha chiaramente bisogno di essere rinnovato. Non è solo una questione di stadio”.
Dopo alcuni passaggi su come rilanciare il brand Genoa e su quali siano le posizioni dei 777 Partners in merito alla possibilità, mai decollata, di un canale della Lega Serie A, si torna a parlare dell’idea di creare un futuro network di squadre, in stile RedBull. “Ci stiamo pensando perché pensiamo che sia molto interessante avere più club. Avere squadre che hanno la stessa idea di gioco, lo stesso modo di giocare, di allenarsi. Questo può permettere ai giocatori di spostarsi da un club all’altro senza bisogno di tempi di adattamento molto lunghi. Ha molti vantaggi. Possiamo anche centralizzare lo scouting. Possiamo avere più forza sugli aspetti commerciali. È sicuramente qualcosa che vogliamo fare, ma in questo momento siamo concentrati sul Genoa e tutti i nostri sforzi sono rivolti al nostro club per evitare la retrocessione. Ma appena si respirerà, cominceremo a cercare altri club in diverse parti del mondo”.
Infine, dopo aver negato qualsiasi interesse per l’acquisizione del Saint-Etienne, Juan Arciniegas conclude con un ultimo passaggio sul calcio francese senza escludere a priori futuri investimenti. “La Francia ha lanciato alcuni dei migliori giocatori al mondo e lo fa da anni. È vero che il mercato francese potrebbe interessarci in futuro. Non dico che investiremo, né che non lo faremo. È un mercato molto interessante grazie ai buoni centri di formazione e se questo può essere all’altezza della nostra strategia e della nostra rete, valuteremo“.
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