Il girone di andata del Genoa, coi suoi numeri incontrovertibili in senso negativo, è da lasciarsi alle spalle. Per commentare quello che è stato e quello che sarà del Grifone, complice anche la parentesi del calciomercato di riparazione, approfittando della pausa del campionato di Serie A abbiamo contattato e ascoltato le opinioni di alcuni colleghi della stampa sportiva locale e nazionale.
ANDREA SCHIAPPAPIETRA (SECOLO XIX)
Non c’è stata nemmeno la scossa che di solito si ha con un cambio di allenatore, anzi: la squadra ha fatto notevoli passi indietro dal punto di vista della voglia di provarci e dal punto di vista realizzativo. Shevchenko ha sicuramente tanti alibi, dal calendario alle tante assenze, e merita di avere temp per lavorare e fare vedere ciò che può dare. Non ha l’approccio del tipico allenatore da salvezza: il tempo per seminare è poco, il mercato si è appena aperto (e l’arrivo di un calciatore giovane e di prospettiva come Hefti dallo Young Boys rientra nella filosofia dei nuovi proprietari) e c’è voglia di fare. Bisogna però sapere che questo potrebbe non bastare: vanno fatte scelte precise, anche dal punto di vista della gestione della squadra. Una squadra la cui rosa va ridotta, compattata, come accaduto negli anni scorsi quando arrivava un dirigente alla Marroccu capace nel compattare le varie anime della squadra e della dirigenza. Ora molto è cambiato, perché chiaramente con la nuova proprietà tanti equilibri sono cambiati. Serve una voglia comune di salvezza, non solo di guardare al futuro, ma anche al presente. Perché senza presente, il futuro può diventare come quello del Parma che sta trascorrendo questa pausa cercando di fare un mercato per tornare in Serie A da metà classifica e con un allenatore nuovo.
Il Genoa è squadra che vada rivoluzionata. Non ricordo una squadra che a gennaio si sia salvata col 4-3-3, però è anche vero che Shevchenko ci crede e ha diritto che il mercato gli dia la possibilità di giocare col suo modulo preferito. Il Genoa deve ripartire da una maggiore solidità difensiva, come visto con l’Atalanta, prova che è stata frutto non solo dei difensori, ma dell’atteggiamento di tutta la squadra. Al Genoa servono giocatori in grado di alzare il livello della pericolosità offensiva, mezze ali in grado di andare a segnare ed esterni che sappiano saltare l’uomo. Per quanto concerne il centravanti, ci rimarrà l’amaro in bocca per l’esperienza di Caicedo, che andava gestito in una maniera differente. Uno degli errori fatti in questi mesi di assestamento è stato quello di consentire che alcuni giocatori sparissero dai radar e dessero un po’ l’impressione che si attendesse gennaio per cambiare, quando invece c’erano 7/8 partite da cui portare a casa punti“.
GESSI ADAMOLI (LA REPUBBLICA GENOVA)
Sono rimasto un po’ disorientato e perplesso per come una certa parte della piazza si sta rapportando con la nuova proprietà. C’era uno slogan di quando ero piccolo che era “la vogliamo calda e subito”. Era uno slogan per l’acqua calda, che nelle case dei genovesi, ad inizio anni Settanta, arrivava finalmente senza più boiler o altre diavolerie. Oggi sembra che la si voglia così subito, ma nel calcio non funziona così. Nel calcio ci vogliono pazienza e tempo. I nuovi proprietari hanno trovato macerie, si stanno rimboccando le maniche, stanno mettendo le mani nel fango e cercando di riportare il Genoa come società – e come squadra – al livello che gli compete. La vicenda dell’indice di liquidità è sintomatica: il Gena era fra le società senza questo indice a posto e sono intervenuti anche su questo. Nessuno ha la bacchetta magica e se fosse stati venditori di fumo, probabilmente avrebbero fatto qualche operazione per accontentare la piazza. Ci vogliono tempo e pazienza, quel tempo e quella pazienza che certi Genoani hanno avuto per diciotto anni con la precedente proprietà e che ora sembrano aver perso.
Io trasecolo quando scopro che ci sono vedove del vecchio presidente. Quando c’era lui il Genoa ha fallito una qualificazione in Europa League perché non era a posto con la Licenza UEFA, arrivava regolarmente dietro la Sampdoria di Ferrero, aveva il problema della famosa partita col Venezia. Adesso, invece, in un mese ci dovrebbe essere una rivoluzione epocale. Ci vuole calma: il mercato vero fatto con intelligenza per arrivare a qui 34/35 punti che servono per salvarsi. Bisogna guardare avanti con fiducia e senza avere il fucile spianato verso chi è appena arrivato e dovrebbe fare il miracolo“.
SEBASTIANO VERNAZZA (GAZZETTA DELLO SPORT)
ENRICO CURRÒ (LA REPUBBLICA)
Cosa può fare il Genoa sul mercato per migliorare la squadra? Qualcosa può fare. Anche molto. E qualcosa credo stia già facendo. Le lacune sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in attacco dove il Genoa ha avuto la sfortuna di non avere Destro nelle partite che avrebbe potuto e dovuto vincere. Ora lo ha nuovamente, ma deve affiancargli uno o più giocatori in grado di fare gol. Da quando è arrivato Shevchenko (lasciando da parte il lavoro di Ballardini, allenatore complessivamente bravo ed efficace), credo ci sia stato un lavoro tattico e di ordine visibili, anche se magari non ha dato tutti i propri frutti. Un lavoro che si è fermato sinora alla parte difensiva, perché drammaticamente, arrivati alla fase offensiva, gli altri non erano all’altezza della Serie A. Ora con Destro, Piccoli e con chi potrà arrivare, qualcosa si può fare. Sono comunque tutti i reparti ad avere bisogno di qualche innesto di alta qualità, di gamba, perché il modo in cui il Genoa può vincere le partite prevede che ci siano giocatori in grado di alzare il ritmo e dare quelle accelerazioni che ti fanno vincere le partite.
La salvezza è ancora alla portata del Genoa. Lo si è visto con l’Atalanta: il livello non è così terribile. Ci sono giocatori più che dignitosi per la Serie A. È importantissimo che il Genoa possa salvarsi perché non può perdere proprio adesso una categoria che mantiene da così tanti anni. Shevchenko e Tassotti stanno lavorando bene e credo che il Genoa ce la possa fare, ma parecchio deve ancora arrivare dal mercato”.
PINUCCIO BRENZINI (TELENORD-RADIO NOSTALGIA)
Genoa, in archivio l’ultimo allenamento del 2021. In campo si rivedono Fares e Caicedo