A San Siro non si è visto il solito film da parte del Genoa dall’arrivo di Shevchenko, se fosse successo anche Fantozzi avrebbe ripetuto la famosa frase dopo aver visto tante volte la “corazzata Potemkin: “Per me…la corazzata Potemkin…è una cagata pazzesca!“.
Intorno al Genoa contro il Milan sono girati tanti fantasmi dall’inizio della gara e pochi Ghostbusters, invece Sheva e Tassotti hanno fatto vedere il loro 4-3-3 tanto amato che ha rivitalizzato il Vecchio Balordo.
Il 4-3-3 in campo per la prima volta dal primo minuto di gioco dopo 11 gare, anche con la Salernitana. Sheva giocò nei sedicesimi di finale della Coppa Italia contro le riserve campane con il 3-5-2.
La buona performance di ieri per il Pallone D’oro è riuscita perché ha messo in campo quasi undici calciatori funzionali a tutto campo. Collettivo interpretato nei primi 45’ di gioco da undici calciatori, tutti funzionali al sistema di gioco a prescindere dal loro valore in un contesto tanto collaborativo quanto ben disposto sul terreno di gioco.
Grifone pimpante tanto da far chiedere perché non lo sia stato in precedenza considerato che Melegoni e Portanova utilizzati nella posizione giusta, e non in un 3-5-2 falso e solo passivo, non avevano fatto nulla in particolare. Melegoni ha corso anche nei tempi supplementari. Tanto movimento senza pallone di entrambe le mezzali che hanno anche messo in condizioni di far ricordare a Badelj di non essersi dimenticato come bisogna giocare da playmaker.
Sheva e Tassotti hanno fatto vedere come il loro 4-3-3 o 4-1-4-1 visto con l’Ucraina possa funzionare con una squadra compatta e abile nel difendersi. Bravi gli ultimi arrivati come Yeboah, che ha dato vivacità davanti, pressando basso ma pronto a ripartire e colpire in contropiede. Bene Portanova e Melegoni che a turno si sono andati a posizionare nello spazio libero dell’attaccante principale Caicedo, sempre pronto a fare spazio. Attaccando in tanti l’area del Diavolo lo si è messo in crisi, abbinandovi il cambio di corsa, il possesso pallone, i passaggi riusciti. Nel primo tempo nessuna parata di Semper con 5 tiri e 4 occasioni da gol, mentre due parate di Maignan per tiri da fuori area mai visti, tanto da far pensare alla fine del primo tempo la frase alla Totò “desto o son sogno”.
Pioli e il Diavolo sono dovuti ricorrere ai ripari con i cambi che si giocano lo scudetto, ma il Grifone, pur abbassando il baricentro, ha resistito fino al 96’ avendo anche l’occasione per chiudere la gara. I cambi di Sheva hanno avuto meno effetto, in particolare Pandev che deve ritrovare il canto del cigno. Il Diavolo ha fatto il primo gol per un peccato di gioventù, quello di marcare il pallone e non l’uomo, e il secondo per un colpo di deretano ammesso a fine gara anche dallo stesso Leao. Il terzo non contava quasi più con il Grifone in apnea.
I cambi nel secondo tempo e nei supplementari del Milan e del Genoa avranno fatto vedere a Spors dove bisogna ancora operare nel calciomercato.
Nel calcio le cose cambiano in fretta, ma anche con l’arrivo del terzo allenatore stagionale, già segnalato in città e dentro alberghi genovesi dai soliti noti e ignoti della notizia, non bisogna fantasticare dopo quanto visto nelle 22 gare che hanno preceduto l’ottavo di Coppa Italia. Diciamo che si può solo sperare dopo quello visto a San Siro.
Se il problema alla Vigilia della gara di Coppa Italia era di Sheva già licenziato, adesso è di Spors, il vertice calcistico in società vista la maggiore esperienza nel muoversi nel mondo del pallone rispetto ai 777. Attenzione, in ogni caso, a scrivere l’Epitaffio in anticipo su Sheva.
Il problema per il Direttore Generale è serio. Far arrivare il terzo allenatore, a meno che non gli abbia fatto già firmare il contratto prima di Milan-Genoa, o confermare Shevchenko fino alla gara con la Fiorentina o a quella successiva contro l’Udinese considerato che dopo ci sarà la sosta? È una questione di tempi e di punti che non si può sbagliare.
Un terzo allenatore proveniente dall’estero, a meno che non sia Harry Potter, avrebbe qualche problema nell’immediato. Da valutare bene tutta questa operazione per non commettere un altro errore troppo importante sul futuro del Vecchio Balordo.
A questo punto sarebbe più facile per Spors fare arrivare alla svelta quei calciatori in grado di dare una mano al centrocampo e nella fase di possesso, considerato il buon lavoro fatto nell’ingaggiare i difensori.
Anche Calafiori, l’ultimo arrivato questa mattina ufficializzato, potrebbe dire la sua. Calafiori ha la stessa età di tanti giovani della Primavera rossoblù a quarti poco calcolati, in particolare Besaggio. Calafiori rispetto ai pari età rossoblù ha più esperienza giocando più gare in campionato e in Europa: non avesse sbagliato la gara con il Bodø/Glimt Mourinho non lo avrebbe abbandonato.
Lette alcune cronache della gara di ieri su quotidiani milanesi non sportivi. C’è da rimanere allibiti viste le vecchie firme che li hanno firmati: “Sheva è rinato perché sostenuto dalla Curva sud del Milan e non abbandonato dal Ferraris“. Pasquinate di qualcuno che vede solo gare a San Siro.
Per l’ennesima volta con il Genoa di mezzo, in qualsiasi occasione, bisogna tirare fuori le parole di Ligabue in “Urlando contro il cielo”. Bisogna farlo dopo ieri sera, prima e dopo la partita, per una sconfitta immeritata. “Fantasmi sulla A14, dai finestrini passa odor di mare, diesel, merda, morte e vita. Il patto è stringerci di più prima di perderci. Forse ci sentono lassù è come sputare via il veleno”.