Ennesimo fulmine (non inaspettato) a ciel sereno in casa Genoa a 60 ore dalla 22º giornata di campionato: il licenziamento di Shevchenko.
Più che un fulmine un tuono arrivato intorno al mezzogiorno di ieri, nell’aria dal pomeriggio del giorno prima dopo che l’ucraino aveva diretto coloro che non avevano giocato con il Milan. La verità con il Genoa di mezzo è sempre tutta nuda e tutti sono pronti a vestirla come loro pare.
La verità sul licenziamento del Pallone d’oro è una menzogna che resiste visti i risultati conseguiti in due mesi sulla panchina del Vecchio Balordo per la strategia di difendersi passivamente contro qualsiasi avversario. Strategia che non ha funzionato. La prova è la gara giocata contro il Milan, con la difesa tutta nuova ma il giovane centrocampo sempre avuto a disposizione anche nelle altre gare giocate.
Shevchenko nella sua Milano che lo difende sempre avrà anche alzato il baricentro delle lamentele visto e considerato che le promesse dei 777 al suo arrivo non sono state mantenute ad inizio del calciomercato di riparazione, ma non sarà stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso essendo sull’uscio di Pegli già da domenica scorsa. Solo la gara con il Milan in Coppa Italia aveva aperto qualche altro spiraglio.
Sheva e Tassotti hanno sbagliato il loro approccio alla Serie A, il calendario da affrontare era terribile ma sbagliare le gare con Samp e Spezia è stato difficile da digerire e non solo dalla tifoseria, non tanto perché sono state perse, ma per il come sono state buttate via: non giocando. Erano invece l’occasione per rimpolpare la classifica.
Chi ha portato e consigliato Sheva al Genoa ancora non si è capito, non possono essere stati gli algoritmi e la fama perché ai 777 sono stati anche presentati Pirlo e Gattuso. Il secondo avrebbe risolto qualche problema non solo sul campo, ma anche nel rapporto squadra società, ruolo importante e vacante.
L’errore dei 777, che hanno voglia di fare e di investire, è stato quello di ingaggiare prima l’allenatore e dopo più di un mese il direttore sportivo, poi General Manager.
Spors dal suo arrivo non ha lavorato male: gli under 25 acquistati sono sani e pronti a mettersi in gioco . È ritardo nel mettere in bolla il centrocampo e la fase di possesso, operazione non messa a punto da troppi anni.
Ad interim sulla panchina del Genoa arriva Konko, giocatore che ha conosciuto il Genoa da giovanissimo nel 2001. Da allenatore si è cibato nella galassia di Gasperini già dal 2004/2005 quando Gasp lo portò a Crotone dalla Juventus, avendolo avuto a disposizione nella Primavera bianconera.
Divenuto allenatore, è approdato nelle giovanili del Genoa lanciato da Michele Sbravati prima in Under 15, poi nell’Under 17 portata in finale lo scorso anno a Cesena.
Buoncalcioatutti lo ha seguito con Alessio e Lorenzo Semino in ogni suo passo. Konko ha utilizzato tutti i sistemi di gioco positivi della difesa a tre, il 3-4-2-1 gasperiniano, uno o due trequartisti nelle giovanile sono il suo marchio di gioco, variando anche nella difesa a quattro sempre con il trequartista tra 4-3-2-1 e 4-3-1-2.
Che formazione manderà in campo Konko contro la Fiorentina? Se avrà seguito il campionato di Sheva avrà messo sotto la lente d’ingrandimento i troppi gol incassati e sole tre reti realizzate in campionato su 9 partite. Konko riuscirà in riva all’Arno a provare a risolvere il problema della mancanza del gol. Se ci riuscirà, il Vecchio Balordo potrebbe rivedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.
Konko, 37 anni, parla 3 lingue: lo spagnolo avendo giocato nel Siviglia, l’italiano e il francese. Di carattere è un marsigliese che rappresenta bene l’inno della Francia, un canto rivoluzionario. In Panchina a Firenze il suo Angelo custode sarà nuovamente il genoano Murgita titolare del patentino di allenatore di Serie A.
Konko nel settembre 2020 ha iniziato a frequentare Coverciano il corso Uefa A per poter allenare le prime squadre fino alla serie C oppure fare da allenatore in seconda in A e in B.
Konko e Grifoni in campo, non portate un bacione a Firenze. Il nuovo tecnico sarà solo ad interim? Se lo ha scelto Spors che seguiva con il suo staff tutte le finali europee alla ricerca di talenti, aspetterei Martedì prima di esserne sicuri che Konko sia a interim. La linea giovane continua.
Un indizio, generalmente quando succede che subentri qualche allenatore ad interim in Serie A, il suo sostituto è il tecnico della Primavera con i requisiti giusti per farlo. Perché non è stato chiamato Chiappino?
La Fiorentina dopo il pesante KO in campionato contro il Torino per 4-0, giovedì in Coppa Italia ha strapazzato il Napoli al Maradona con 5 reti in 120’ di gioco. Partita particolare finita in dieci contro nove per i gigliati con 3 reti realizzate nei tempi supplementari.
Quale Fiorentina domani sera contro il Genoa? La squadra di Italiano si affida sempre ai titolarissimi, ma giocare ogni tre giorni è difficile per tutti: la prova le sberle ricevute da Juric più pronto sul piano della corsa. La Viola soffre ad essere pressata e come il Genoa al Franchi sarà condizionata da una condizione fisica in questo momento deficitaria: troppi i soliti calciatori toscani che hanno tirato la carretta.
Tatticamente il sistema di gioco della Fiorentina è un 4-3-3 che in fase di possesso diventa 2-5-3 con i terzini che si alzano a centrocampo, in fase di non possesso è un 4-5-1 con gli esterni di centrocampo che si abbassano sulla linea dei centrocampisti cercando di chiudere tutte le vie verso la propria difesa.
Italiano non sfrutta sempre le ripartenze del gioco del basso e tante volte preferisce utilizzare il pallone lungo indirizzato su Vlahovic che con il suo fisico fa salire la squadra facendo partire l’azione offensiva sulle corsie laterali e cercando attraverso le catene terzino-mezzala-esterno di creare superiorità numerica.
La squadra di Italiano, come succedeva anche allo Spezia, va in crisi quando non riesce a tenere i ritmi alti e sfruttare le caratteristiche dei due interni di centrocampo più incursori che palleggiatori. L’uomo squadra viola è Vlahovic, determinante non solo con i gol ma anche con il gioco non essendoci tra le file toscane giocatori creativi sulla trequarti.
Italiano contro il Genoa vivrà come spesso accaduto un dilemma tattico non per la forza dell’avversario ma per la condizione atletica: snaturarsi e abbassare la fase difensiva per avere più fiato o persistere in un gioco offensivo? La formazione toscana sulla falsa riga di quelle che hanno giocato le ultime gare di campionato: aspettiamo se dopo la batosta di Torino farà turnover, con una carta in più da giocare, Piatek, che ha già sparato a Napoli.
Arbitra Maresca di Napoli, al VAR Chiffi. Primo assistente Mokhtar di Lecco, secondo assistente Miele di Nola, quarto uomo Di Martino di Teramo. AVAR Meli di Parma.