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Calciomercato Genoa, Kacavenda spiega i motivi del rifiuto: “Non ero interessato”

Non è un segreto che il Genoa abbia provato ad ingaggiare il centrocampista croato Lukas Kacavenda nel corso della sessione invernale di calciomercato.  Come già raccontatovi ieri, la trattativa non è mai stata chiusa ma i rossoblu avevano presentato un’offerta decisamente allettante (circa 8 milioni di euro), immediatamente accettata dalla Lokomotiva Zagabria. Non dal giocatore, che in un’intervista ai colleghi di Sportske Novosti ha confermato le motivazioni dietro al rifiuto alla destinazione Serie A. “Non mi piace la posizione in cui si trova il Genoa, è penultimo in classifica – ha raccontato il 18enne – È vero che hanno un progetto per restare in Serie A, ma in caso di fallimento di quel progetto non avrei giocato nella seconda divisione del campionato italiano la stagione successiva. C’erano molti soldi in gioco, ma ora i soldi sono in secondo piano nei miei pensieri. Alla fine non ero interessato a quel trasferimento. Rimarrò a Kajzerica almeno fino all’estate”. 

“A Genova sarebbe stato ben pagato – sono state invece le parole del suo procuratore Marko Naletilic – Il Genoa è un club di tutto rispetto, ma ora è in una situazione poco invidiabile e c’è un grande rischio che retroceda in Serie B. Non abbiamo visto questa grande necessità di correre all’estero, dopo meno di una stagione nella massima serie della Croazia. Ci sono molti esempi di giovani giocatori che sono usciti troppo presto e sono scomparsi calcisticamente”.

Detto questo, Kacavenda non è stato l’unico profilo visitato dal general manager Spors. La dirigenza genoana si è mossa il più possibile sotto traccia, per scelta e come facilmente intuibile dopo l’ingresso sulla piattaforma Transfer Room, preludio a una sessione invernale di stampo moderno. Decisamente di rottura in “un paese di musichette” che fa del calciomercato un settore primario nel giornalismo sportivo ormai da diversi anni. Equilibrio è la password che ci ha guidato nel corso del mercato invernale per provare a uscire indenni dalla mareggiata di spifferi, scoop e copia-incolla che ha invaso la finestra che si è chiusa nella serata di ieri. A poche ore da Sanremo, per capire se una canzone sia vera o in playback, come cantava Jannacci “bisogna avere orecchio”.


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