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VAR e Genoa, gli episodi possono fare la differenza

Un bel tacer non fu mai scritto” è una massima che andrebbe, qualche volta, smentita. Nel  senso che la nuova Salernitana costruita da Sabatini, in 180′, è stata descritta come derubata 4 volte di altrettanti rigori considerati generosi o inesistenti tra Napoli e sfida con lo Spezia. “Brutto anatroccolo” la raffigurazione simbolica che ne è stata data. Ecco, diciamo per analogia che allora il Genoa, da qui a maggio, non vorrà più fare la figura di Calimero, il “pulcino piccolo e nero“, panni che ha vestito già in diverse occasioni questa stagione senza che se nessuno desse una spiegazione o chiedesse lumi.

Per restare in linea con quanto scritto ieri, oggi vorremmo ripercorrere gli episodi più eclatanti che hanno sin qui penalizzato il Genoa, e di conseguenza la sua classifica. Ben specificando subito, salvo equivoci, che non è sicuramente quello degli errori arbitrali l’unico problema – né tantomeno il principale – ad aver fatto sì che il Genoa sia penultimo e chiamato a un miracolo dopo 24 giornate. Diciamo però che più avvedutezza avrebbe forse consegnato una classifica leggermente migliore, sempre in salita ma con una pendenza un po’ minore.

Il primo errore ai danni del Genoa, in ordine di tempo, ci porta a Genoa-Napoli (29 agosto). Le sensazioni su un Genoa troppo morbido e molle ci sono già, e siamo a fine agosto, ma oltre al fuorigioco di Elmas sul tiro di Fabian Ruiz in occasione del primo gol partenopeo, c’è il gol annullato a Pandev che avrebbe significato il 2-1 momentaneo del Genoa (che poi avrebbe perso nel finale complice una rete di Petagna). Copiamo e incolliamo quanto scrivemmo in quel frangente:

La rete annullata a Pandev era regolare, Buksa nulla fa per ostacolare Meret e c’è troppa discrezionalità nell’applicazione del protocollo VAR. Ci si metta mano, e subito. La moviola questa mattina è spaccata a metà sui quotidiani: il Corriere dello Sport giudica corretto l’annullamento del gol. La Gazzetta dello Sport parla di un “intervento a sproposito” del VAR Fabbri e di un “gol annullato ingiustamente“. Per quanto riguarda la stampa locale, parlano da soli il tre rifilato all’arbitro dal Secolo XIX e il “punto perso, fors’anche rubato ripensando al gol annullato a Pandev, visto e rivisto mille volte” di cui parla Repubblica“. 

Quello fu il primo errore clamoroso, costato almeno un punto al Grifone, con l’aggravante di un arbitro, Di Bello, che prese in campo la decisione corretta convalidando la rete e un VAR, Fabbri, che intervenne per suggerire una on field review dopo una decisione corretta. Un paradosso nel paradosso.

Passano sei giornate e arriviamo all’8° turno. Al Ferraris arriva il Sassuolo e coi neroverdi uno degli episodi più assurdi di questa stagione, passato colpevolmente sotto silenzio. Il Genoa è in balìa dei neroverdi per tutto il primo tempo, mentre nella ripresa trova il modo di pareggiare la gara. E proprio nel secondo tempo c’è un episodio chiave: Consigli passa il pallone a Ferrari a centro area, col pallone in gioco, e il difensore neroverde la ferma di mano. Chiffi non se ne avvede, neppure il VAR Fabbri. Episodio da VAR? Anche qui citiamo quanto scrivemmo nell’ottobre 2021. Quel che è certo è che Chiffi la giornata successiva non avrebbe arbitrato:

Il gioco dovrebbe riprendere dal fondo come indicano arbitro e guardalinee, situazione di gioco che non rende obbligatorio il fischio del direttore di gara per la ripresa del gioco. Pochi attimi dopo è lo stesso fischietto padovano a correre in fretta e furia per interrompere il gioco quando il pallone è già a centrocampo: lì si è innescato un accenno di rissa fra Tourè, Rovella e Maxime Lopez. Il pallone già transita da quelle parti e non si capisce perché sia lì essendo rimessa dal fondo. Chiffi sospende temporaneamente il gioco e rimette gli animi in pace parlando con Rovella e Maxime Lopez. Finalmente, al minuto53′ 46″, fischia la ripresa del gioco  e qui, invece, il fischio per Regolamento sembrerebbe necessario a fronte dell’interruzione di gioco. Il fischio infatti c’è e il direttore di gara ripone la propria attenzione su Consigli che sta depositando il pallone a terra. Qualche secondo di attesa, poi passa il pallone a Ferrari poco vicino.

Il fischio è chiaro a chiunque riveda e riascolti la gara integralmente e il gioco è ufficialmente ripreso. Al minuto 53′ 57″, dodici secondi dopo il fischio, Ferrari ferma però il pallone con la mano, non col piede, e batte una seconda volta allargando sulla sinistra. Una dinamica che avrebbe avuto un senso se Chiffi non avesse fischiato dieci secondi prima, a rigore di Regolamento, ma situazione che il fischio rende quantomeno dubbia. Le proteste del Ferraris sembrano più che altro legate alla perdita di tempo della formazione neroverde, in quel momento ancora sul 2-1. E del resto il pubblico non è abituato a sentire il fischio dell’arbitro prima di un rinvio dal fondo perché, come recita il Regolamento, “l’uso troppo frequente o non necessario del fischietto ne diminuirà il suo impatto quando sarà necessario“.

Tanto per capirsi: la dinamica di un portiere che tarda la ripresa del gioco per guadagnare qualche secondo è perfettamente normale, quantomeno per il calcio italiano dove il tempo effettivo di gioco è tra i più bassi d’Europa. Nessuno si attaccherebbe a un episodio del genere e non vogliamo farlo neppure noi: vi è più che altro la curiosità di capire se tale gestualità da parte di Ferrari sia stata corretta oppure no, Regolamento alla mano. Perché un fischio di ripresa del gioco è un fattore importante“.

A chiudere questo quadro sugli episodi da VAR che sinora hanno penalizzato il Genoa c’è anche il doppio episodio di Molina e Makengo, entrambi dell’Udinese, che all’andata e al ritorno, in apertura di ripresa, avrebbero meritato il secondo giallo, entrambi già ammoniti. All’andata fu Meraviglia a non estrarre il cartellino (e neppure il VAR Mazzoleni a suggerire l’ipotesi di un rosso diretto). Al ritorno, dove non c’è dubbio che il fallo non sia da rosso (e quindi il VAR non può intervenire), c’è da chiedersi cosa abbia visto l’arbitro Doveri. Sappiamo solo che Di Bello arbitrerà anche la sfida cruciale con la Salernitana, coadiuvato al VAR da Banti: serve una direzione impeccabile. Troppo delicata la posta in palio.

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