Il “dottore della Gradinata”, Mauro Casaleggio, già ex medico sociale del club rossoblu che prese parte dalla panchina alla gara tra Genoa e Salernitana di quel giugno 2006, decisa da un gol di Dante Lopez quasi allo scadere, è tornato su quella sfida ai nostri microfoni. Già tempo fa ci aveva raccontato altri aneddoti, tra cui quello del famoso ritiro ad Aix En Provence voluto dal Professor Scoglio prima di un derby oppure della mancata sostituzione di Bouzaiene in una amichevole tra Genoa e Pavia, sempre sotto la guida del Professore.
Questo pomeriggio con lui siamo tornati su quella gara, che oggi come allora risulta spartiacque per gli obiettivi di Genoa e Salernitana. “Rimango un ricordo storico del Genoa, perché quella è stata la mia ultima partita – ci racconta – L’anno dopo, infatti, ho finito il mio rapporto di onorata professione col Grifone dopo vent’anni. Lì si è interrotto il mio discorso”.
“Ricordo molto bene sia l’andata che il ritorno di quel Genoa-Salernitana – prosegue il Dottor Casaleggio – e ricordo bene tutta la situazione. Era il giugno 2006. Tra gli episodi che mi vengono subito in mente ve n’é uno, ossia che molto del merito della vittoria del nostro amato Grifone fu dovuto alla Nord, alla tifoseria. Al ritorno fu fondamentale, anche nell’accompagnare il pullman della Salernitana allo stadio (“accompagnare” tra virgolette). Tutti sapevamo che sarebbe stato molto difficile: ne venivamo da un momento decisamente in calo, mentre la Salernitana aveva riacciuffato i playoff per il rotto della cuffia ed era in perfetta forma. Molto del merito fu della Gradinata: loro sanno a chi mi riferisco e sanno l’importanza che hanno avuto”.
“Il secondo ricordo che mi viene in mente è stata la mia lite col preparatore atletico della Salernitana, all’andata come al ritorno. Al ritorno prima furono parole, poi venimmo alle mani. E lo stesso accadde tra primo e secondo tempo, quando ancora eravamo in difficoltà. E poi c’è un terzo ricordo: il fatidico rigore di Stellini, all’ultimo minuto. Il mister (Vavassori, ndr) non voleva guardare, io ero l’unico impietrito a guardare l’episodio abbracciando lo stesso mister, che quel momento non voleva guardare”.
“Il gol di Dante Lopez? Di quel momento ricordo la gioia di aver fatto parte della sofferenza del gruppo. Grabbi era stato recuperato per il rotto della cuffia per quella partita, così come Zaniolo. Riuscì però a disputare quella partita e sotto la Nord, dopo un calcio d’angolo, ricevette palla al vertice dell’area, prese la traversa a pochi minuti dalla fine e poi, picchiata sulla fronte di Dante Lopez, la palla terminò in rete in un tripudio glorioso di abbracci, grida e gioia. La Nord venne già di sotto. Peccato perché quell’anno sarebbe potuto essere di altro tipo: non avremmo dovuto fare la Serie C“.
“La Nord c’è ed è fondamentale – puntualizza ancora Casaleggio in vista della gara di domenica prossima al Ferraris – e non ho ombra di dubbio che la Nord ci sarà sempre, anche in gare fondamentali come quella di domenica. È in grado di trascinare la squadra. In quel 2006, non ci fosse stata la Nord, il Genoa avrebbe sicuramente fatto fatica a vincere il doppio incontro con la Salernitana. Lo sapeva il mister, lo sapevo io, lo sapevano i ragazzi della Gradinata. In partite come quella con la Salernitana adrenalina e attenzione la fanno da padrone. Vincono su tutto. Eravamo molto stanchi, avevamo fatto un ottimo campionato, ma avevamo perso alla fine 2/3 partite ritrovandoci secondi a fare i playoff. La Salernitana aveva li aveva riacciuffati e nessuno avrebbe voluto giocare contro di loro in quel momento. Ma la Gradinata era – e sarà – con noi”.
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