Tutto in una partita. La possibilità di continuare a cullare il sogno di una missione impossibile: tutto passava per la sfida contro la Salernitana.
Operazione tentata sulla ricerca dell’intensità che ha fatto fatica a generarsi senza pressione individuale e pressing collettivo come nelle due precedenti partite. Poco sul piano del gioco. Troppi gli errori nel primo tempo in quanto a passaggi e facili transizioni, troppi gol mancati. Pesante quello sul gol della Salernitana con Djuric assistman con il colpo di testa preferito, da giustiziere del Grifo andata e ritorno. Il caos non organizzato del secondo tempo, poi, non ha portato frutti.
Tutto quello visto nel primo tempo si è spento dopo che Di Bello, arbitro di Brindisi, ha negato un calcio di rigore a Destro al 53esimo. Banti varrista di professione non è neanche intervenuto per far felici i tifosi genoani dentro il Tempio cercando di far partecipare anche la tv all’incontro.
Destro con la sua esperienza poteva evitare di tirare in porta: se si fosse lasciato cadere, al VAR Di Bello avrebbe dovuto ricorrere sicuramente e dopo il rigore lo avrebbe tirato lui. Gli errori del Genoa dall’inizio della stagione sono stati parecchi, ma anche le deficienze di arbitri e di VAR hanno condizionando la classifica del Vecchio Balordo.
Occorre un cuscinetto con qualcuno in società: qualcuno alzi la voce in Lega, con gli arbitri in FIGC. Neanche Preziosi nel passato lo faceva pubblicamente ma privatamente interveniva e alla fine salvava la pelle. Meno male che almeno Blessin in sala stampa ha rimarcato il rigore su Destro. Dovrà far intervenire qualche dirigente, come fece Sabatini la scorsa settimana affinché la musica potesse provare a cambiare.
Su 51 arbitri a disposizione, in ogni caso, Rocchi poteva evitare di designare Di Bello di Brindisi già protagonista in concreto nella vittoria di Colantuono a Venezia, documentata da tutti il giorno dopo per un chiaro errore anche dopo aver consultato il VAR.
Blessin ha fatto confusione anche con i cambi. L’unico azzeccato è stato quello del giovane islandese Albert Gudmundsson, al debutto. Un po’ di vivacità ha cercato di crearla. La corsia di sinistra con l’ingresso di Cambiaso e Melegoni ha fatto fatica. Cambiaso dopo il girone di andata al fulmicotone ha perso smalto, Rovella ha giocato solo con il pallone tra i piedi e nel gioco di Blessin ancora non è entrato. La sostituzione di Destro è stata quella capita meno perché era un momento in cui si sarebbe dovuta mettere pressione.
Al Genoa di Blessin, se si gioca poco senza pallone, occorre un fantasista che metta il pallone negli spazi o che lo crei, inventi di sana pianta, completamente, del tutto. Blessin contava su Amiri, il forfait a poche ore dall’inizio della partita per guai intestinali ha confermato che l’anno del Vecchio Balordo è difficile in qualsiasi occasione.
Un pareggio che serve poco ad entrambe le squadre. La perdita di tempo dei giocatori della Salernitana fa pensare che Sabatini abbia qualche speranza sulle due gare sotto giudizio della Giustizia sportiva che dovrà recuperare? Il Genoa dopo il pareggio amaro con i campani non ne esce rivalutato rispetto alle due gare precedenti.
Senza illudere nessuno, non è comunque ancora alla fine della corsa. Le dure e schiette parole di Sturaro a fine gara provano a confermarlo, e le ripetiamo: “mancano ancora 13 partite e dovremo continuare a fare la guerra fino alla fine. Vita c’è, perché il mister e il suo staff da quando sono arrivati ci hanno praticamente resuscitati. Avevamo perso 6 mesi indubbiamente, anzi da luglio, quando probabilmente qualcosa non è partito. Che abbiamo difficoltà è fuori discussione, ma dobbiamo esser positivi e lottare fino a che si può. E chi non è disposto a fare questo deve abbandonare la squadra: non c’è altra soluzione“. Scoglio docet.
A Venezia domenica non si potrà solo galleggiare: il rischio di affondare in Laguna è concreto. Blessin ci proverà, anzi lo ha già fatto al termine della gara fermandosi, dopo aver salutato la Nord, con i suoi collaboratori a centrocampo per trovare altre soluzioni in fase offensiva. Cambierà qualcosa? Oltre la quantità, adesso dovrà cercare anche un po’ di qualità.
L’aritmetica, del resto, è la scienza dei numeri. I numeri si esprimono in cifre. Le cifre e i numeri sono i motori dell’anima genoana, e oggi non condannano ancora il Vecchio Balordo.