Andres Blazquez, punto di riferimento a Villa Rostan dei proprietari rossoblu 777 Partners, è intervenuto questa sera nel corso della trasmissione We Are Genoa in onda su Telenord e ha affrontato svariati temi legati all’attualità del Grifone e al futuro del club. Si riparte dal finale della gara tra Genoa e Inter con “Gente di mare” intonata dalla Nord. “Se ero più emozionato io in quel momento oppure se lo era Zangrillo? Era più emozionato lui, si sentiva molto coinvolto”.
Si passa, poi, ai temi più caldi dell’attualità rossoblu. In primo luogo il capitolo salvezza. “Che speranza c’è ancora nel raggiungerla? È difficile, ma finché matematicamente è possibile salvarsi, noi ci crediamo. Tutte le partite che abbiamo giocato avremmo potuto vincerle, perciò sono convinto che esista una possibilità di rimanere in Serie A. Nel caso questo obiettivo non fosse raggiunto, cambierebbe per voi qualcosa nelle strategie? Io sto già cercando casa per rimanere a Genova…”.
“Cosa sta succedendo dietro le scrivanie del Signorini? Spors sta gestendo la parte sportiva, stiamo sistemando il settore giovanile dove ci sono persone fantastiche, come il responsabile Michele Sbravati, stiamo portando nuova gente e collaborando con chi era già qui e ha fatto un buon lavoro. La parte sportiva è tutta di Johannes (Spors, ndr), che ha trovato un allenatore con voglia, forza e che si “incazza” quando non vince le partite. Sulla parte amministrativa stiamo facendo quanto permetta alla società di essere sostenibile nel tempo. Ci sono investimenti importanti che abbiamo fatto e che faremo, anche andassimo in Serie B, e l’obiettivo è avere ricavi sufficienti per avere una squadra sostenibile. Questo è il nostro obiettivo”.
“Se c’è un progetto per un nuovo centro sportivo? È un obiettivo molto importante per noi, ma sapete che non è facile trovare spazi qui a Genova. Abbiamo però individuato due o tre posti per investire, anche intorno a dove siamo ora, e si può fare qualcosa in più: dovremo lavorare col sindaco per capire cosa si possa fare. L’obiettivo è avere un centro sportivo nostro, dove anche le giovanili possano crescere. Su quelle dovremo lavorare. Cosa mi piace di più del calcio italiano? L’intensità dei tifosi. E in particolare dei tifosi del Genoa, che hanno un attaccamento con la città. Qui è pieno di graffiti del Genoa, come non accade a Madrid, per dire. Accade a Siviglia, invece: le due tifoserie sono simili, perché Siviglia e Genoa sono tra le squadre più vecchie d’Europa”.
Sul mercato di gennaio appena concluso: “Siamo tra le squadre che hanno investito di più. Se si poteva fare di più? Sì, ma non era né per volontà né per soldi. Abbiamo provato a fare altri due acquisti importanti, ma non abbiamo fatto in tempo a concluderli per una serie di motivi. Piatek era nelle nostre intenzioni? No. È un giocatore interessante, ma non ci è mai stata una trattava seria”.
Sulla scelta di Shevchenko: “Andriy (Shevchenko, ndr) pensavamo che avrebbe fatto molto bene, altrimenti non gli avremmo fatto un contratto così. Non posso dire altro che sia stata una scelta sbagliata. Ha perso il 90% dei punti a disposizione. Abbiamo sbagliato, e non posso dire diversamente. Con Andriy non parliamo da un paio di settimane, ma immagino che in testa abbia molte cose. Lui è molto coinvolto con la situazione in Ucraina, dove peraltro ha provato ad andare senza riuscirci: la sua famiglia e suo padre abitano ancora lì. Se ci chiederà di contribuire, gli daremo sicuramente una mano”.
Sul mercato estivo condotto dalla vecchia proprietà e se si poteva fare qualcosa per arginare il lievitare del monte ingaggi: “Credo che la vecchia proprietà volesse portare giocatori di nome e qualità per la prima squadra. Voleva prendere calciatori di maggiore esperienza per vivere un anno più facile. Non è stato così. Maksimovic, ad esempio, è un grande giocatore, è tornato e sta facendo molto bene anche se ora ha un piccolo infortunio. Caicedo non era contento qui ed è voluto andare via. Poi a gennaio abbiamo fatto quello che potevamo e con l’Empoli sono sicuro faremo molto bene. Io non posso pensare che andremo in Serie B e penso, infatti, che rimarremo ancora in Serie A l’anno prossimo. Non a caso per la gara con l’Empoli abbiamo fatto prezzi popolari perché lo stadio sia pieno, perché lo sia la Nord in ogni sua parte. Dalla partita con l’Empoli tutto cambierà. I tifosi qui sono incredibili: non pensavo che fosse così diverso dalla Spagna, ma qui la tifoseria è proprio coinvolta con la città. Dobbiamo crederci al fatto di rimanere in Serie A perché noi ci crediamo. Con l’Empoli spero che ci sia una lotta per venire a vedere la partita: è importante avere i tifosi vicino, a cantare come fanno sempre”.
Sul momento di Mattia Destro: “È uno dei capocannonieri più importanti ed è il nostro principale attaccante. Chi è arrivato, come Yeboah, ha fatto gol assist in Austria e deve abituarsi al campionato. Ma è in Under 21 con Piccoli, Rovella, Cambiaso. Farà gol e lotterà sempre. Con l’Inter ha fatto una partita fantastica, non solo in termini di pressione. Destro anche è molto coinvolto: l’ultima volta non ha giocato e non ne so la ragione, ma per noi è un giocatore di esperienza, che può segnare. Piccoli da vicino fa paura, è un mostro fisicamente: se dovessi difendere contro Piccoli, forse me ne andrei via. Frendrup non è ancora entrato anche se nella sosta ha avuto un pochino di tempo per ambientarsi. Badelj sta facendo bene, almeno da due o tre partite, e Frendrup dovrà lottare per quel posto. In allenamento è tra quelli più intensi e il suo momento arriverà. Giocherà qui quest’anno e così anche per molti anni in futuro”.
Nell’ultima fase dell’intervista si ritorna sulla scelta di Blessin alla guida tecnica. “Cosa ci ha colpito di lui? Johannes Spors aveva come lavoro di trovare l’allenatore giusto per il Genoa. Dobbiamo ringraziare lui per averlo trovato. Abbiamo parlato con Blessin e la sua energia è stata davvero contagiosa. Ha voglia di fare cose, è persona che vuole un progetto a lungo termine come lo vogliamo noi. Sta insegnando un modo di giocare particolare, che richiede tempo per essere insegnato, ma la squadra lo sta apprendendo molto velocemente. E il tutto non parlando italiano. Per noi resterà qui e sarà uno dei grandi allenatori della storia del Genoa: sarà la base del progetto che vogliamo fare. Perché Blessin trasmette energia”.
Sui possibili business trasversali che la città di Genova può offrire ai 777 Partners: “Intanto dico che non siamo un fondo, ma una holding. Non abbiamo una strategia chiusa di investimento, ma siamo aperti a trovare opzioni interessanti. Abbiamo guardato aspetti immobiliari, di logistica, industriali. Vogliamo essere coinvolti nel tessuto produttivo della città”.
Sulla situazione Criscito: “È il capitano, il settimo giocatore per presenze al Genoa. È molto importante per noi, è coinvolto con la città e per tornare qui ha fatto di tutto. Ha ricevuto un’offerta e stiamo vedendo cosa si può fare. Ancora non c’è nulla di concreto. Dobbiamo rispettare Mimmo, persona fantastica con cui parlo spesso. Se trova una soluzione interessante per sé e per la sua famiglia, lo aiuteremo senz’altro“.
Sugli accordi coi nuovi giocatori arrivati a gennaio in caso di Serie B: “I giocatori che abbiamo comprato, li abbiamo comprati. Non fa differenza se rimaniamo in A o B: rimangono qua. Quelli che abbiamo comprato li abbiamo comprati per la Serie A o per un’altra serie. Con Amiri, se tutto va bene, rimarrà qui con noi. Østigard vorrei che diventasse uno dei difensori più forti della Serie A. Johannes è bravissimo a fare il suo lavoro, sa benissimo cosa ha portato qui. Credo in lui, che ci ha convinto per ciò che potrebbe fare. È sempre contento, lavora tantissimo e ha capito da subito cosa vogliamo fare. Se c’è stata anche l’opzione Sabatini? Avevamo parlato con lui, ma aveva un progetto differente e non era quello che noi cercavamo“.
Infine, un ultimo passaggi sul fatto che il Genoa faccia a tutti gli effetti parte di un network di squadre che si sta creando intorno a 777 Partners, specialmente dopo l’ingresso del Vasco da Gama: “È solo un vantaggio, non ci vedo nessuna complicanza”.
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