In Via del Campo, presso il Museo “Viadelcampo29rosso” che racchiude tutta la storia calcistica e musicale di Fabrizio De André, si è tenuta ieri sera la presentazione del libro “La Porta di un Calcio Pulito“, scritto da Simone Braglia, ex portiere rossoblu tra gli eroi di Anfield.
Proprio il giorno dopo il trentennale di quella impresa, il 19 marzo 2022, a Genova Braglia ha presentato il suo testo (acquistabile presso lo stesso Museo dove è stato presentato in Via del Campo 29 rosso) basato su una lunga intervista di Giovanni Fabiano all’estremo difensore del Genoa di Bagnoli. Alla presenza di molti tifosi e di altri volti noti della storia calcistica rossoblu, da Mario Bortolazzi a Claudio Onofri, la presentazione è stata moderata dal collega Gessi Adamoli.
“Essere qui per me è un grande piacere – ha esordito Braglia – Ogni volta che passo dal Turchino e vedo il mare, la mia espressione è quella di chi dice “vengo a casa”. Considero il culmine della mia carriera in questa società, in questi grandissimi colori per i quali ho una forte affettività. Questo libro è iniziato dalla tenera età e vuole sottolineare il grande valore che la mia famiglia mi ha dato, soprattutto partendo dalla tenera età. Una famiglia composta da mio padre, mia madre e mia sorella, oltre al sottoscritto. Vuole essere un grido nei confronti di quanto oggi vediamo, nell’ottica del calcio attuale. Essere “famiglia” per me ha avuto una grande importanza: il libro, in questo senso, è stato un ripercorrere a ritroso, da quando sono nato, quello che mi ha permesso di arrivare sino ad Anfield”.
Nel corso della presentazione, che è stata anche impregnata di domande da parte dei presenti, si è parlato anche della stretta attualità del Genoa, reduce dalla vittoria contro il Torino. Il ritorno al successo al Ferraris dopo 328 giorni. “Importante che il Genoa ci sia oggi e anche domani. Quello che mi sta piacendo di questa nuova società è che sta facendo il passo secondo la gamba – avrebbe risposto Braglia – rischiando anche dal punto di vista societario di andare incontro a sorprese. Ciò che si intravede è che ci sia un futuro anche nel caso peggiore. Questo mi dà un senso di responsabilità. Qui c’è un progetto e sono molto fiducioso nel domani della società. Così come sono molto fiducioso perché, essendo stato ieri allo stadio (porto bene eh!), la grande sensazione che la piazza ha la si legge dal tifoso. Non ho mai visto non dico una Nord, ma uno stadio intero, incitare così la squadra dal primo al 94esimo. Ieri era un’emozione in campo, ma anche fuori: il pubblico era come ai nostri tempi e ha supportato non poco, influendo sul gioco del Torino“.
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