Annuncia il Vangelo: “beati gli ultimi perché saranno i primi”. Difficile con il Vecchio Balordo, non solo in questa stagione. La speranza che in futuro possa succedere è nell’animo di ogni genoano. Al di là di qualche temporale attualmente in società.
Presentare Genoa-Cagliari con le solite appendici tattiche come fatto nelle trentatré gare giocate non serve più a nulla. Il Vecchio Balordo deve vincere per continuare a sognare e far capire che non ha mai mollato. Vincere contro il Cagliari non sarà tutto nella vita, però domani alle 18 è l’unica cosa che conta. Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che i rossoblù a quarti possono provare a salvarsi in questo campionato balordo non solo sui campi ma anche in FIGC: spostare il recupero Salernitana-Venezia al 5 di maggio a due giornate dalla fine del campionato non è da Arsenio Lupin. È un furto annunciato: a chi serviranno, se serviranno, i tre punti per salvarsi non farà fatica.
Chi giocherà domani al Ferraris dei rossoblù a quarti deve sapere già dal riscaldamento di poter vincere e sentire dentro che potrà farlo.
Domani prima delle 18 i genoani provano a vivere all’alba di un tempo nuovo non solo sul prato verde, ma anche societario. La vittoria sarebbe soltanto un’altra Aurora, anche se ancora ombrata, per continuare ad animare e unire il popolo genoano.
Blessin virgulto della dinastia tedesca dal suo arrivo ha fatto leva sulla varietà del suo calcio, vista la qualità non eccelsa, fatto di sostanza, con organizzazione e strategia che sono andate perse nelle ultime tre gare.
Il Genoa delle prime otto gare sotto la gestione di Blessin e Spors stupiva per la naturalezza con cui gestiva i tempi del gioco con il pressing e contropressing. Doveva schiacciarsi per difendere basso e lanciare attacchi nelle metà campo avversaria, peccato che non sia riuscito a fare male con qualche gol anche stiracchiato e – perché no – di deretano o rubato come è successo almeno una volta alle altre 19 squadre del campionato.
Inutile girare intorno alle parole: contro il Cagliari occorrerà il Genoa visto nelle prime otto giornate dall’arrivo di Blessin e occorrerà buttarla dentro. La formazione conta poco: occorrono spirito, cuore, garra e cattiveria agonistica di chi vuole salvarsi, non come nelle ultime tre gare.
Sabato scorso è stato un sabato di Resurrezione per il Cagliari e Mazzarri: dopo 5 sconfitte consecutive hanno battuto la loro bestia nera, il Sassuolo. Vittoria alla quale ha partecipato anche l’assenza degli emiliani considerata alla vigilia tra le formazioni più in forma del campionato. Per tale motivo Mazzarri non avrà fatto voli pindarici.
Il tecnico toscano arriverà a Genova con l’obiettivo di non perdere. A Cagliari la vittoria non ha aperto le porte del Paradiso salvezza, ma del Purgatorio: i tifosi sardi sperano anche con un solo pareggio di fare il salto per rimanere in Serie A. C’è curiosità se la vittoria sia stato un antibiotico importante oppure se il virus calcistico continuerà a tormentare il Cagliari.
Per Mazzarri contro il Genoa sarà sostanziale mantenere la solidità difensiva, anche senza Lovato squalificato, e cercare di aiutare Joao Pedro immettendo più qualità con Rog rientrato dal lungo infortunio, il
tutto utilizzando sempre il marchio di fabbrica del 3-5-2.
Mazzarri contro il Genoa dovrà annoverare e trovare altra soluzione alle varie incongruenze tattiche, viste anche nel secondo tempo contro il Sassuolo a basso regime, che hanno messo in difficoltà la squadra e i singoli calciatori .
Contro il Genoa il dilemma per Mazzari sarà come sostituire Lovato. Sono tre i candidati: Ceppitelli che ha giocato poco; Goldaniga fuori forma e fuori nelle ultime due gare; Walukiewicz da ributtare nella mischia dopo essere stato utilizzato con il contagocce per un pesante infortunio all’anca. Anche Baselli e Rog, reduci da infortunio, spingono per giocare.
Il 3-5-2 di Mazzarri non palleggia da dietro, ma cerca di svolgere il suo canovaccio nel cuore del gioco per avere più soluzioni di passaggio allargandosi sugli esterni e sfruttando il movimento senza pallone dei centrocampisti. Joao Pedro è il punto di forza da quando è tornato nel ruolo che preferisce, il centravanti.
In fase difensiva gioca con il 5-3-2 abbassandosi con gli esterni e facendo densità per levare opzioni di passaggio agli avversari, ma subendo anche le sovrapposizioni sulle corsie laterali degli avversari.
Cagliari attraverso i numeri: 6 gare vinte di cui tre in trasferta, 10 pareggi, 17 sconfitte. Gol realizzati 31, 61 subiti, di cui 18 reti fatte e 28 subite sull’isola, 13 gol fatti e 33 subiti in trasferta. Anche per i sardi la formazione a domani alle 17.
Arbitro Valeri di Roma, internazionale nato nel 1978, 216 gare in Serie A, 86 rigori, 76 cartellini rossi. In stagione 10 gare, 1 vittoria casalinga, 3 pareggi , 6 vittorie esterne, 5 rigori e 2 espulsi. Pareggio del Genoa con l’Atalanta, mai il Cagliari.
In carriera con il Genoa 15 gare (10 sconfitte, 3 vittorie 2 pareggi). Con il Cagliari 21 gare (5 vittorie, 7 pareggi, 9 sconfitte). Valeri tra un mese appenderà il fischietto al chiodo per limiti di età e passerà con Doveri al VMO, i professionisti del VAR.
Primo assistente: Alassio (Imperia), secondo Rocca (Catanzaro), quarto uomo Cosso (Reggio Calabria). VAR Abisso (Palermo), AVAR Ranghetti (Chiari).
Diffidati Genoa: Portanova. Diffidati Cagliari: Altare, Dalbert, Grassi, Marin, Strootman.