Blessin prima di ogni gara, e anche dopo la predica che per vincere il Vecchio Balordo deve avere le idee chiare e il cuore caldo, ha visto che la tecnica calcistica nel Genoa 2021/2022 è stata poco presente. Il gioco del calcio richiede abilità tecniche particolari.
Sotto il nome di tecnica calcistica vengono compresi tutti i movimenti col pallone che più di frequente si manifestano durante una gara. Il gioco del calcio di questi tempi esige sì una disponibilità atletica, correre, scattare saltare, ma richiede soprattutto abilità nel trattare il pallone, nell’arrestarlo, nel calciare, nel saperlo manovrare affinché siano attuabili gli schemi che consentano alla squadra di avere la meglio nei confronti dell’avversario.
La classe è un privilegio dei campioni. La tecnica in definitiva se si gioca in Serie A dovrebbe essere patrimonio comune e indispensabile per ogni calciatore. Il cuore caldo, la grinta, la corsa, gli scatti non sono mai mancati, i guai del Genoa di Blessin che sono mancate le idee chiare in fase d’attacco. Non è colpa del “manico” in panchina che ha cercato varie soluzioni.
La prova che in ogni gara giocata ha montato e smontato la squadra, non abbiamo mai visto gli allenamenti, ma potrebbe essersi accorto con lo staff di quello scritto in precedenza cercando più caratteristiche atletiche e fisiche nelle squadre mandate in campo.
Gli avanti del Genoa schierati da Blessin hanno fatto fatica, eccetto Destro: se gli forniscono il pallone nel modo giusto cerca di buttarlo dentro. Nel Genoa dal centrocampo in su sono mancati l’utilizzo dei fondamentali per fare gol, oltre quanto scritto in precedenza, anche nella copertura e difesa del pallone, nella finta e nel dribbling, nei tiri dalla distanza, nei blocchi e veli, cercando qualche volta anche il fondo per fare un cross.
Per di più nelle azioni individuali e collettive in fase di possesso si fa fatica a smarcarsi, non facendo corse in sovrapposizione, incroci, corse concentrate al limite delle aree avversarie. Oltre a non fare gol, la squadra rossoblu a quarti è ultima nei calci di punizione diretti dai 18/20 metri dalla porta avversaria, fonte di molti risultati non solo nel campionato italiano.
Blessin e il suo staff preparano le gare per giocare in una maniera e quando la partita te lo nega subendo gol nei primi di gioco tutto diventa più difficile. Blessin, Spors e il suo staff all’inizio hanno subito capito che il calcio del Genoa doveva essere fatto di ripartenze e impostando una partita d’attacco non sarebbero stati normali vista la caterva di gol incassati in precedenza: giocando con pressing e ripartenze avrebbero potuto essere migliori, senza mai immaginare tutti i gol mancati dal loro arrivo.
Hanno provato a fare non quello che potevano ma quello che serviva, cercando di affidarsi alla flessibilità e alla corsa dei giocatori anche in ruoli non propri. Tutta questa fatica a fare gol è una decisione complessa. La critica pomperà sul lavoro di Spors e Blessin perché la rivoluzione è riuscita solo a metà, meglio nella fase difensiva che in quella offensiva. Probabilmente tutte le prime punte da 20 gol all’anno avrebbero fatto fatica: la prova è Immobile in Nazionale e nella Lazio.
Il Vecchio Balordo è sempre stato vivo in quasi tutte le gare giocate sotto l’egida di Blessin, ma il gol non è arrivato, un problema non da poco per centrare la salvezza.