Domani alle 17.15 al Teatro Ferraris andrà in scena l’ultima puntata del Genoa in Serie A che tutti i genoani vorrebbero dimenticare alla svelta. Nessuno avrà voglia di firmare un’altra cambiale sull’avvenire del Vecchio Balordo.
La caduta del Genoa in cadetteria, dopo quindici anni, non ha lasciato il tempo di riflettere sulla lettera Z della vita, la morte. Subito sono iniziati, più che i processi, le critiche anche se era stata una retrocessione annunciata da molto tempo. In tanti sono subito scesi dal cavallo americano-tedesco dopo aver raccontato al loro arrivo le magnificenze, la rivoluzione, il nuovo che si trasferiva dal calcio europeo a quello italiano: le parole volano, gli scritti rimangono.
Nel teatro di domani al Ferraris, da parte dei protagonisti, non dovrà essere una commedia stupida perché gli spettatori non penseranno ad altro. Se sarà un film, anche se stupido, non si potrà guardare altrove o uscire come accade al cinema anche se il biglietto è costato meno di un cartoncino di popcorn. Gli attori in campo con la maglia rossoblu a quarti e gli autori non potranno esigere complimenti, ma dovrebbero pretendere che si dica loro ciò che si pensa.
Spors e Blessin arrivati al capezzale del Vecchio Balordo già in rianimazione di classifica, avendo guardato alcune gare e gli highlights di quanto successo in precedenza, sono stati bravi subito a capire che quel Genoa asfittico e pauroso sarebbe retrocesso prima di Pasqua.
Blessin, compreso che tecnicamente la squadra non aveva le potenzialità dei Galacticos, ha provato subito ad integrare il tutto con una tattica difensiva funzionale e i sette pareggi iniziali consecutivi avevano rianimato tutti, anche chi li contesta oggi. Non potendo scegliere la strada del possesso pallone, non avendo gli attori giusti, ha subito optato per una tattica che cercasse di creare situazioni di vantaggio numerico. Provava in allenamento il raddoppio sistematico sul portatore di pallone e ogni calciatore, attaccanti compresi, aveva quasi compiti precisi in fase di copertura con un solo obiettivo: ridurre al minimo gli spazi disponibili. Il gegenpressing che in Europa sfonda funzionava anche al Genoa. Semplicemente più mettevano pressione agli avversari, più era facile indurli all’errore e non appena il pallone era riconquistato, bisognava subito verticalizzare per arrivare il prima possibile al tiro. Non era solamente un pallone lanciato in avanti alla vivi e spera.
Tante volte è successo al Genoa in questa nefanda stagione di finire davanti alla porta avversaria e mangiarsi reti come lo sciagurato Egidio Calloni, il bomber con il gol facile sbagliato. Quisquiglie da cronista che domani non vorrebbe vedere contro il Bologna un Grifone fare la fine del toro, infilzato dai propri errori. Vagano nella testa almeno 15 gol clamorosi che avrebbero portato punti e vittorie.
Arrivare terzultimi è un’amara soddisfazione, oltre garantire una entrata – difficile chiamarlo premio – di 2,8 milioni di euro rispetto a 1,6 milioni di euro per il 19° posto in classifica. Potrebbe lasciare, senza illudere nessuno, qualche piccolissima speranza. La formazione interessa poco, a domani!
I tifosi saranno protagonisti “comunque e ovunque”. Seguiranno il Vecchio Balordo nel bene e male anche se l’epilogo è doloroso, per loro resta quello della rinascita. Parole e musica della Gradinata Nord.
Il Bologna di Mihajlovic è l’ultimo avversario che scenderà al Ferraris per la stagione 2021/22. Il campionato dei felsinei andrà in archivio con un riassunto non gradito sotto le Due Torri Bolognesi da parte dei tifosi.: “forte coi deboli, debole coi forti”.
Il campionato dei rossoblu a strisce verticali non può esser considerato in linea con le aspettative iniziali. L’unica consolazione che la squadra ha sempre mantenuto la distanza di sicurezza dalla zona rossa della classifica anche se nel mese di aprile ha dovuto guardarsi le spalle. C’è tanta insoddisfazione da parte della società americana e dei tifosi che vivono il calcio in modo caloroso.
Oggi a Mihajlovic e il suo staff va dato atto di aver valorizzato e creato plusvalenze con diversi giovani nel mirino di altre squadre: il difensore Tomiyasu difensore, i centrocampisti Schouten e Svanberg, le conferme Orsolini e Barrow. Arrivano al Ferraris con l’idea di arrivare dodicesimi in classifica e non tredicesimi superando l’Udinese con un tabellino di 43 gol fatti e 55 subiti.
Mihajlovic nella prossima settimana pensa di parlare con il Presidente Joe Saputo per essere riconfermato. La società invece guarda già avanti, arriverà il nuovo DS Sartori dall’Atalanta e i contatti per il cambio panchina sono già iniziati, in primis con De Zerbi, ma anche Cannavaro si trasferirebbe volentieri dalla Cina a Bologna.
Giocano con il 4-2-3-1 che adattano all’avversario. Se l’avversario pressa alto non partono dl basso saltando il centrocampo e cercando subito la profondità per Arnautovic, Barrow e Orsolini. Arbitra al debutto in Serie A Miele di Nola, 32 anni che ha fatto un passo importante dalla Can C alla Can A dopo l’unificazione lo scorso settembre. Avvocato con 14 gare in Serie B e una Coppa Italia.
Primo assistente Di Vuolo (Castellammare Stabia), secondo assistente Barone (Roma), quarto uomo La Penna (Roma), VAR Maggioni di Lecco, AVAR Abbattista di Molfetta.