GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica parla dell’intervista a Josh Wander di ieri al centro sportivo Signorini. “In B di passaggio pronti a investire per tornare grandi” è il titolo che riporta il quotidiano. “La retrocessione in Serie B non cambia i nostri programmi – specifica il co-fondatore di 777 Partners – però ci impone di tornare in Serie A nel minor tempo possibile. Io non parlerei di fallimento, Siamo subentrati in corsa, il nostro progetto parte ufficialmente da adesso. E da parte mia c’è grande eccitazione, stiamo apprestandoci a costruire qualcosa di importante. La passione della gente genoana è qualcosa  di straordinario e aumenta le nostre responsabilità“. Si parla, nel corso del colloquio, anche di calciomercato e in particolare di Østigard, che ha finito con la fascia di capitano la gara col Bologna: “Sappiamo che i tifosi lo amano e per questo faremo il possibile per acquistarlo a titolo definitivo. Vogliamo tenere lui e tutti i migliori“. Si torna, poi, ancora sulla retrocessione e sul come è maturata, svicolando però sugli episodi arbitrali che possono aver danneggiato il Genoa e facendo ammenda per alcuni errori commessi. “È inutile avere rimpianti, guardarsi indietro sarebbe controproducente. La squadra aveva sicuramente dei limiti e sono stati commessi degli errori. Shevchenko? Aveva giocato in Italia, conosceva la lingua e aveva un grandissimo carisma: pensavamo fosse la persona adatta al nostro progetto. Sono convinto che diventerà un grande allenatore, però non era la persona giusta nel momento giusto“.

SECOLO XIX – Anche qui, con il titolo “La rivoluzione non si ferma“, spazio per le parole di Josh Wander che parla di una stagione “difficile e deludente“, ma anche di una fase di transizione del progetto che prosegue, avanza e che vedrà nella Serie B un periodo di passaggio. “Credo l’unico grande errore che abbiamo fatto sia stato, forse, non aver preso prima l’allenatore che avremmo voluto. La nostra intenzione, assumendo Shevchenko, era chepotesse essere un ponte fra il nostro progetto e l’Italia. Forse non era la persona giusta, era tutte le cose che pensavamo fosse ma non la persona giusta per il progetto. Penso che sarà un allenatore di successo un giorno, lo penso davvero, ma in quei mesi non ha funzionato. L’avventura è iniziata con il piede sbagliato con la squadra, abbiamo cercato di recuperare nel mercato invernale ma la verità è che a volte non importa quanti cambiamenti fai: semplicemente non c’è abbastanza tempo. Il risultato è stato deludente, ma nel contesto di un progetto di 20-30 anni si parla di 5 mesi”. 

foto TanoPress

Si passa poi al fronte delle possibili scelte in panchina e a livello dirigenziale, ma Wander allontana ogni ipotesi di cambiamento. “Posso dire che non potremmo essere più felici delle persone che abbiamo scelto. Johannes Spors e Alexander Blessin sono destinati a restare qui per tanti anni. Noi abbiamo molta fiducia in entrambi e crediamo che siano le persone giuste per portare il genoa nel posto che gli compete in Serie A“. Parole che suonano come una conferma visto che la missione affidata al duo tedesco sarà quella di rimanere un solo anno in Serie B (“stiamo cercando giocatori in grado di migliorare fortemente la squadra“), categoria che in ogni caso non cambierà i piani di investimenti nel Genoa. “La retrocessione non cambia niente sulla maniera in cui tratteremo il club, non modificherà il modo in cui porteremo avanti i cambiamenti nell’organizzazione. La priorità è creare un business sostenibile. È molto importante dal nostro punto di vista che il Genoa possa auto-sostenersi economicamente“. Un passaggio fondamentale, in tal senso, sarà il Ferraris con un piano affidato a un’azienda che già ha lavorato molto coi club di Premier League, piano che “abbiamo presentato alla Samp e al sindaco, vedremo quelli che saranno gli sviluppi“. Infine, un passaggio sulla riorganizzazione del club rossoblu che procede e va avanti: “Non credo sia facile intervenire in una società che ha operato in una sola maniera per molti anni e che ora opera diversamente – specifica Wander – ogni cosa ha bisogno di venire rilanciata, sono rimaste a languire per molto tempo sotto la vecchia amministrazione. Vogliamo il meglio e questo richiede tempo, risorse umane, tecnologia e capitale“.

TUTTOSPORT – Chiude Tuttosport, sempre con le parole di Josh Wander da Villa Rostan. “Genoa-Blessin: avanti!” è il titolo scelto, che si amplia col sottotitolo: “il tecnico e Spors con noi per anni. La stagione è finita, guardiamo avanti e non indietro: abbiamo cominciato la fase di transizione del progetto che vogliamo creare“. “Per quanto sia difficile e deludente non penso sia stato un fallimento: abbiamo cominciato la fase di transizione. Non è mai facile retrocedere, ma allo stesso tempo ci sono stati un sacco di cambiamenti nella nostra organizzazione. Siamo entusiasti in merito al futuro“. E proprio di futuro si parla nel corso dell’intervista, specificando che l’anno prossimo sarà “un grande anno per il Genoa” e ribadendo quanto già promesso al Presidente Zangrillo, ossia di rimanere solamente un anno in cadetteria. Si parte dal rinforzare adeguatamente la squadra nei ruoli in cui è richiesto e toccherà nuovamente a Spors.

Abbiamo parlato con molti direttori sportivi e allenatori nel corso dell’anno e quasi tutti erano eccitati all’idea di unirsi a un progetto come il nostro, fatto di innovazione e cambiamento – spiega Wander – Piaceva l’idea di avere il supporto di una holding company che abbia le risorse che abbiamo noi. Ma posso dire che non potremmo essere più felici delle persone che abbiamo scelto”. Si passa, poi, a un messaggio per i tifosi, costante supporto in questa stagione. “Sapevamo quando siamo arrivati qui che i tifosi del Genoa fossero i migliori in Italia e che avessero questa passione. Faremo tutto quanto nei nostri poteri per renderli felici. Ma la realtà dice che il cambiamento non è facile, cambiamenti del genere richiedono pazienza, questo progetto per noi è un progetto a lungo termine. Non è da uno o due o tre, ma 20, 30 o 40 anni“. Infine, un passaggio sullo Stadio Ferraris (“abbiamo presentato un progetto al Comune e alla Sampdoria“) e sulla scelta di Shevchenko, poi rivelatasi deleteria (“credo che l’unico grande errore sia stato non prendere prima l’allenatore che avremmo voluto. Shevchenko era tutte le cose che pensavamo fosse, ma non la persona giusta per il progetto. Sarà un allenatore di successo, ma in quei mesi non ha funzionato”. Piccolo trafiletto dedicato allo sfottò dei tifosi della Sampdoria lungo la Sopraelevata di Genova con la parata di Audero su Criscito nel rigore del derby di ritorno.


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