Quando José Mourinho ha accettato la sfida Roma, in molti sostenitori dello Special One avevano storto il naso. Per un certo verso, si tratta di un’esperienza del tutto nuova, con un club da far ripartire. Meno gestore e più tecnico, José. Tanti altri, invece, non hanno puntato sul portoghese: si parlava, da questo fronte, di fallimento annunciato. Sul fronte della comunicazione è stata guerra: Mourinho non ha affatto smentito se stesso.
La realtà oggi è chiara. La Roma il prossimo anno non andrà in Champions e, ad una giornata dal termine dei giochi, è in lotta piena tra quinto e settimo posto. Con una novità: dopo la finale di Coppa Uefa 1991, persa al Meazza contro l’Inter, i giallorossi tornano a giocare una finale europea. A Tirana, per la prima assegnazione della Uefa Conference League.
Il terzo torneo di marca Uefa, erede di quella che fu la Coppa delle Coppe, ha fatto discutere in molti. Soprattutto perché considerata “competizione minore”, inutile, ennesimo impegno su calendari che per il calcio moderno sono sempre più fitti. Eppure della Conference si è detto lo stesso che si diceva al tempo dell’introduzione della Europa League, competizione oggi dal forte appeal. Tempo al tempo e forse la Conference League acquisterà maggior credito.
Ma ciò che conta, per lo Special One, è l’occasione unica, forse rara, per entrare in un sol colpo, dopo appena un anno, negli almanacchi della storia giallorossa e affiancare nella nicchia esclusiva miti giallorossi come Totti e De Rossi.
La tradizione europea della Roma è chiara. Una finale di Champions, nel 1984, tra polemiche e strascichi; la già citata finale di Uefa, anch’essa persa. Poi una Coppa delle Fiere ed una Coppa Anglo-Italiana. Altri tempi, altro calcio. Mourinho, che in carriera ha raggiunto i massimi risultati tecnici a sua disposizione, ha ora l’ambizione di portare Roma sul podio UEFA. Ci riuscirà? Nessuna partita è da sottovalutare, ci mancherebbe, ma i pronostici sono tutti a favore dei giallorossi: secondo il sito di scommesse Rabona la vittoria di Pellegrini e compagni è quotata a 2.20, mentre quella del Feyenoord a 3.14.
La Roma in campionato ha dimostrato di avere qualcosa in meno rispetto alle rivali che si sono giocate scudetto e Champions League. Ma non ha di certo un tasso tecnico minore rispetto al Feyenoord, anch’esso reduce da un campionato tutt’altro che esaltante, terminato ad oltre dieci punti dall’Ajax capolista. A Tirana la Roma ha la sua occasione. Unica, un po’ per lei e un po’ per Mourinho, di scrivere una storia forse irripetibile.