Eugenio Lamanna, portiere del Monza neo-promosso in Serie A, ha recentemente festeggiato la prima volta del club brianzolo nel massimo campionato. Con un lungo passato nel Genoa, 50 presenze in Serie A con la maglia rossoblu e un percorso nelle giovanili, l’ex portiere del Grifone ci ha raccontato come si configura ormai da anni il campionato cadetto, molto cambiato nell’arco dei quindici anni in cui il Genoa ha veleggiato nel massimo campionato. Ma si parte dalla promozione col Monza.
“Avventura che nasce da un po’ più lontano, dalla Serie C, quattro anni fa quando Galliani e Berlusconi hanno preso la società. L’anno successivo, quando sono arrivato io, l’obiettivo era fare un passo alla volta. Intanto vincere n campionato difficile come la C e poi affrontare la B, un campionato sempre molto lungo ed equilibrato. L’anno scorso non siamo riusciti a fare quel passo, quest’anno abbiamo raggiunto invece la finale playoff. Smaltita la delusione dell’ultima gara a Perugia, siamo riusciti a reagire ed è andata bene”.
Il campionato di Serie B sono quindici anni che non lo vediamo e sembra una A2 ormai. Ce lo racconto questo campionato?
“L’anno prossimo la Serie B sarà piena di grandissime piazze. Genoa, Cagliari e Venezia sono appena retrocesse, ma ci sono già Benevento, Brescia, Parma, Bari. E adesso c’è la finale playoff tra Palermo e Padova. La Spal ha grandi potenzialità, spesso le ha il Frosinone. Sarà un campionato dove tantissime squadre possono fare bene. La difficoltà della Serie B sta nel fatto che è un campionato molto più equilibrato nelle squadre rispetto alla Serie A. Lo dimostrano i punti di distacco tra l’ultima che fa i playoff e un’altra squadra che sta a metà classifica oppure rischia addirittura i playout. Spesso non c’è quella differenza di punti che può esserci in Serie A tra chi fa l’Europa League e chi rischia di retrocedere. In B chiunque può vincere ovunque e questo la rende un campionato davvero difficile da vincere. La costanza deve essere la qualità che devono avere le squadre che vogliono vincere”.
L’ultimo anno l’ha vinto il Lecce: i suoi attaccanti hanno fatto 35 gol in due. Anche questo ha fatto la differenza
“Il Lecce aveva una parte di squadra che aveva vinto anche il precedente campionato e sapeva cosa significasse vincere e affrontare un campionato di B. Coda e Strefezza hanno fatto un campionato incredibile, con tantissimo gol, e quello chiaramente è importante. Noi abbiamo una rosa fortissima, però abbiamo dovuto affrontare i playoff e ciò dimostra che c’è un grandissimo equilibrio. Tante squadre che non sono arrivate in finale sono attrezzate per fare un campionato di alto livello in Serie B. Avere solo una rosa, ma non avere mentalità e costanza, in Serie B non ti porta da nessuna parte essendo un campionato intenso e difficile da affrontare”.
Attrezzare una rosa da Serie B e avere una mentalità da Serie B sono due chiavi, o sbaglio?
“È un campionato in cui hai bisogno di tutti, non puoi affidarti solamente a pochi. Devi avere chi ti entra dalla panchina e ti dà qualcosa in partite bloccate, facendoti fare il gioco che vuoi fare. Non do assolutamente consigli perché sanno benissimo cosa fare: se hai una rosa competitiva, ma non ti cali nella mentalità di un campionato difficile, pensando che la A è la A e la B è meno difficile, salire dalla Serie B è una impresa. Ricordo solo il Benevento che fece un campionato incredibile finendo con 20 punti di vantaggio sulla seconda. Ma in tutti quelli che ho giocato non ricordo qualcosa di uguale: la realtà è che c’è sempre stato un equilibrio pazzesco. Senza dubbio ci saranno squadre che faranno un campionato bellissimo, dando fastidio a tutti. È impronosticabile. Sulla carta le squadre che scendono dalla A sono sempre più avvantaggiate, ma sempre se hanno la mentalità e la costanza di affrontare un campionato difficile. Perché è veramente difficile”.
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