Torna in campo la Nazionale. Torna il campo Mancini dopo l’eliminazione dai Mondiali che continua a bruciare anche se tutti in FIGC, Lega e Serie A fanno spallucce.
Per l’ennesima volta a Coverciano in questo ritiro della Nazionale si è sentito: “solo chi cade può risorgere” oppure “siamo pronti a ripartire“. La speranza che succeda qualcosa in questo mese di Giugno 2022 appare difficile anche se un anno fa gli Azzurri incominciavano a macinare l’Europeo 2021.
La cinquina di impegni, che neanche la Smorfia napoletana potrebbe prevedere, sono quasi da incubo e un’altra debacle potrebbe scatenare un terremoto considerato che l’eliminazione dal Mondiale in Qatar non ha creato nessun capro espiatorio.
Come già si era scritto, le colpe non sono solo di Mancini. Il declino della Nazionale è andato di pari passo con quello del campionato dove imperano più stranieri che italiani. Senza dimenticarsi di quello successo nelle competizioni di club, anche con gli stranieri.
Solo Mourinho con la Roma è riuscito a vincere la Coppa, anche se in partenza era la meno quotata, dimostrando per l’ennesima volta che le finali non si vincono per caso. Ci consoliamo solo con un’allenatore italiano, Ancelotti, dato per pensionato da De Laurentiis alcuni anni fa. Ancelotti come Mourinho, oltre a capire di calcio, capisce anche di uomini, sia dirigenti che calciatori.
Le polemiche ci sono e ci saranno. I consigli di Capello: “basta guardiolismo, bisogna rifarsi al gioco tedesco”. Tante voci si sono riferite alla Premier inglese fino all’inizio del mese di maggio, tutte svanite dopo i KO in Europa che confermano che la supremazia degli inglesi sul calcio europeo potrebbe essere solo un falso storico che ha attratto investimenti per crescere, trasformando soprattutto gli stadi in Teatri con annesso spettacolo.
Per altri è il metodo di allenamento nelle scuole calcio, dove gli allenatori aspirano a diventare Klopp, Guardiola e altri: più che crescere gli allievi insegnando loro i fondamentali del calcio, insegnano prima i moduli e la tattica. Operazione che ha interrotto una produzione di talenti e che ha reso difficile non solo saper difendere e anche attaccare.
Oggi a Londra andrà in pensione Chiellini e la situazione per molti è drammatica o patetica dimenticandosi che l’Italia nel passato era piena di Chiellini in Serie A, B e C. Polemiche nei dibattiti, sarebbero ancora tante ma quella che continua, da Ventura a Mancini, è l’utilizzo di più stranieri che italiani nel campionato italiano.
Sabatini, direttore sportivo della Salernitana salvata dalla Serie B, non ci sta: nella squadra campana dei suoi 11 ingaggi di gennaio c’era solo un italiano, Verdi. Sabatini ha risposto a Mancini sullo scarso utilizzo dei giovani nel campionato italiano. “Basta con questa storia: se ci fossero calciatori bravi giocherebbero! Anche le vecchie società sagge mettono in campo 8/9 stranieri, perché hanno più qualità! L’Italia non è andata ai Mondiali perché ha giocato male, perché hanno sbagliato rigori e perché la condizione atletica era scarsa”.
Anche Pantaleo Corvino, maestro del mestiere di ds e responsabile dell’area tecnica del Lecce neopromosso in Serie A è stato chiaro: “Non ci sono calciatori, non solo del Salento, che sono emersi. Ho trovato poco per far crescere il nostro settore giovanile e ho dovuto guardare altrove. Le società di calcio non sono e non possono più essere una scuola calcio, dall’under 15 fino alla Primavera dobbiamo produrre per vivere e mantenere calciatori da Serie A e non da Lega Pro“. Tutto conferma che il problema non sono le società di Serie A, ma tutto il movimento calcio. Una dirigenza da vecchi che pensa solo alla poltrone non vince e non fa rinnovamento e riforme.
Chi la pensa diversamente ai due dirigenti datati del calcio italiano, anche in Consiglio Federale della FIGC, ricorre al Decreto Crescita del 2019: acquistando un calciatore che nei due anni precedenti era stato all’estero si può risparmiare il 50% di ingaggio.
L’Italia è uscita dal prossimo Mondiale con la Macedonia del Nord e non tutto è dovuto alla colpa degli allenatori, dei ds, ma lo è soprattutto del Governo oligarchico e della detenzione del potere da parte di anziani della FIGC, schiavi delle elezioni addirittura della Lega Nazionali Dilettanti e dall’immobilismo della Lega di Serie A divisa in qualsiasi decisione, a meno che non si parli di euro da incassare.
Mancini nelle scorse settimane ha fatto uno stage con gli Under 25, anche di Serie B. Cinquanta calciatori che hanno ricevuto i complimenti del CT: “hanno un grande futuro, devono solo giocare “. La domanda che si sono posti tutti gli addetti ai lavori, dopo le parole di Mancini, è: come ha fatto in tre giorni a scoprire talenti? A cosa li ha sottoposti per avere queste quasi certezze?
Stasera in campo contro l’Argentina, i Campioni d’America contro quelli d’Europa. Poi il 4, 7, 11 e 14 giugno contro Germania, Ungheria, Inghilterra e ancora Germania per la Nation League.
Cinque gare da brividi in un momento particolare della stagione. Difficile per Mancio ripetere l’exploit dello scorso giugno, considerati anche i risultati del campionato più scarso ma più avvincente degli ultimi anni.
Cinque gare che faranno scattare polemiche, analisi, giudizi, critiche che avranno a modo loro un vantaggio: leveranno dalle cronache il calciomercato iniziato il giorno dopo la fine del campionato, non considerando quante panchine hanno già allenatore in Serie A e B.
La speranza che il tour de force non sia l’ennesima pagliacciata della FIFA e della UEFA a caccia di euro da botteghini e da diritti TV.