In particolare, per quel dato che racconta come negli anni a cavallo tra 2020 e 2021 la società rossoblu sia stata quella a fare giocare, in Serie A, il maggior numero di minuti a giocatori Under 21 (con Rovella, oggi alla Juventus, che è risultato nella stagione 2021/22 il calciatore Under 21 ad esser stato più tempo in campo nel nostro campionato, con un minutaggio che corrisponde al 53,4% del totale della squadra). Nel breve commento a margine della consegna del premio, a Sbravati viene chiesto della stagione appena conclusa con la doppia retrocessione e di cosa fare per valorizzare i giovani in Italia.
“Prendo in prestito alcune parole di Don Albertini: “per ogni vittoria ci sono tantissime sconfitte”. Uno dei dogmi della storia della tifoseria del Genoa, del capo della tifoseria del Genoa, Pippo Spagnolo, era: “sei genoano e vuoi anche vincere?” Siamo abituati a soffrire e la soglia di sofferenza nei Genoani è molto alta“. E a chi gli chiede se la prossima sarà la stagione della rinascita, Michele Sbravati risponde così: “Il Genoa è il Club più antico d’Italia, ha portato il calcio in un porto, che è quello di Genova. Abbiamo una grande responsabilità anche nei confronti dei nostri ragazzi. Come valorizzare il calcio italiano e farlo ripartire? Facendo giocare i giovani. Negli ultimi 10 anni abbiamo avuto la fortuna di avere tre dei più giovani esordienti nel calcio italiano, a sedici anni, che hanno giocato e che sono rimasti nel professionismo. Fare un piccolo esordio e poi sparire dalla circolazione non serve a niente. Loro sono rimasti. L’altra sera, nell’Under 21, 4/11 sono cresciuti con noi dai Giovanissimi (Rovella e Lovato, ndr), due addirittura dalla scuola calcio (Cambiaso e Pellegri, ndr). Questo per noi è un grande orgoglio e penso che questa sia la strada giusta: indipendentemente dal vincere o dal perdere, nel settore giovanile bisogna capire quali sono gli obiettivi. Se si persegue la vittoria, non riusciremo a valorizzare i valori che ci sono nel calcio italiano, perché non è vero che non ci sono. Ci sono valori e il sistema calcio deve valorizzarli nello scalino finale“.
Tra gli altri premiati nella kermesse di Piancastagnaio anche Giancarlo Abete, Marco Tura, Alex Holeg Velykykn, Enrico Castellacci, Giovanni Galli, Paolo Piani, Emilio Becheri, Patrizia Panico, Leonardo Semplici, Andrea Gazzoli (oggi direttore generale della Spal), Claudio Pacella, Franco Morabito, Valeria Ancione, Carlo Rosati, Armando Orfeo, Mauro Vaccai, Gabriele Nicolella, Don Alessio Albertini, Francesco Traversi ed Eleonora Landi.
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