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Dolce e Amaro

Genoa-Parma 3 a 3, uno spot per la Serie B con due squadre che si sono giocate la gara per 95 minuti a viso aperto. Trenta tiri complessivi da parte delle due squadre, tra quelli dentro e fuori dalla porta, che hanno fatto divertire solo gli spettatori neutrali.

Un altro risultato positivo del Vecchio Balordo e dei suoi tifosi aver superato, anche se di poco, gli abbonati della Juventus (20.239). Ieri i paganti sono stati oltre 24mila.

I numeri delle statistiche dicono che il Genoa ha avuto ragione sui tiri totali, sul possesso pallone, sui passaggi riusciti e nella precisione dei passaggi, ma tutto ciò non è bastato visto il pareggio dei crociati. Pesano sulle spalle del Grifone i tre gol occasionali realizzati dagli uomini di Pecchia: il primo con fortuna, il secondo per un rimbalzo sulla schiena di Dragusin letto male dal portiere Martinez, il terzo su un corner con Tutino punta centrale di ruolo che non prende il pallone di testa e la sfera che ricade sul piede di un centrocampista, Estevez, appostato alle spalle della difesa genoana, il quale riuscirà ad infilare il pareggio vicino al primo palo. La marcatura a zona lascia a desiderare se si dimenticano gli avversari, non controllando tutto lo spazio, davanti alla propria porta.

Il primo tempo è stato in mano ai dribbling e i crociati lo hanno vinto con Man e Mihaila, in particolare quando il Genoa si sbilanciava non riuscendo a rimanere corto e allungandosi: in quella fase gli uno contro uno hanno fatto soffrire sulle corsie laterali. Il Genoa è andato in gol con le stesse modalità degli emiliani, però, con Gudmundsson sulla sinistra con un dribbling, l’unico a cercarlo e farlo quasi sempre.

La qualità del Parma dalla cintola in su non si discute, ma la fragilità a centrocampo e in difesa sì. Pecchia dovrà presto cercare gli equilibri nelle due fasi di gioco. Nel secondo tempo dopo il solito conciliabolo a centrocampo tra Blessin e il suo staff, nell’intervallo il Genoa è salito in cattedra alzando il baricentro e facendo pressing più alto. In questo modo è andato meritatamente in vantaggio con un altro dribbling dentro l’area avversaria di Gudmundsson. Peccato che sarà assente nella prossima gara in casa del Palermo.

Blessin intorno al 70’ ha fatto i soliti cambi: Portanova per Jagiello ci poteva stare, quello di Yeboah per Ekuban e Yalçin per Coda si poteva ritardare di qualche minuto considerato che i sostituti davanti stavano mettendo a ferro e fuoco la difesa avversaria. Blessin ha ripetuto i cambi che avevano portato punti pesanti in trasferta per cercare di chiudere la partita negli spazi lasciati dalla squadra di Pecchia. Tradito da Yeboah che ha pensato di più a fare il dribblomane (4/5 volte) che l’assistman per i compagni meglio appostati dentro l’area. Assist mancati per portare a casa i tre punti, dimenticandosi dell’ardore del Parma per arrivare al pareggio con il Grifo che rinculava  per cercare il gol in contropiede.

Il Genoa il primo di luglio è partito da una strategia graduale partendo da molti calciatori della rosa dello scorso anno. Nel frattempo ha studiato i tanti che arrivavano da fuori. Adesso deve integrare tutto con la qualità arrivata una settimana prima che finisse il calciomercato

Adesso è il momento di registrare nuovamente tutto come è successo in difesa con Bani e Dragusin nei movimenti per spezzare la linea andando in anticipo sugli avversari. Blessin  dovrà fare di necessità virtù sulla corsia di sinistra considerato che ha sempre usato piedi destri: Sabelli, Frendrup e l’ultimo Vogliacco per sostituire Pajac.

Il tecnico rossoblu e il suo staff sono attesi da un’altra rivoluzione tattica con i nuovi arrivati che dovranno integrarsi negli stessi meccanismi di pressing alto e tenuta difensiva cercando, con la loro qualità, di cambiare la fase di possesso.

Ci vorrà pazienza, la rivoluzione sarà ancora work in progress in attesa dell’inserimento degli ultimi arrivati e quelli ai box. Il sarto Blessin dovrà cucire altri abiti tatticamente diversi non all’inizio della gara ma anche nel corso della stessa partita. Quello che poi era il suo auspicio all’inizio della preparazione estiva.

Non vedendo gli allenamenti si può pensare che gli ultimi arrivati abbiano bisogno di rodaggio per integrarsi non solo negli schemi ma anche nei ritmi rispetto a quelli che hanno iniziato la preparazione. Alla fine del calciomercato questo è un momento decisivo per il Genoa. È il momento decisivo per capire l’essenza del futuro.

Decisivo perché le riflessioni di Blessin e del suo staff dovranno portare a capire se cambiare strategia tattica, visto il materiale a disposizione. Riflessioni che dovrebbero far nascere non solo le scelte iniziali delle partite ma anche i cambi.

Sabato i giornalisti di Parma presenti erano spaventati affermando che i cambi potevano fare la differenza come succede nelle grandi squadre, non solo in Italia. E qualcuno addirittura si allargava ancor di più dicendo che la panchina contro i ducali avrebbe potuto giocarsi la Serie A. In realtà ci vuole calma: non è il momento di critiche e processi.

Dolce e amaro il risultato contro il Parma. “Dolce” per avere messo sotto una probabile concorrente finale alla Serie A. “Amaro” per non aver chiuso la gara come nelle altre partite  facendo soffrire i tifosi fino all’ultimo secondo di gara.

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