Dopo le parole rilasciate poco prima del fischio iniziale della gara amichevole nel ricordo di Fabrizio Gorin, il Presidente rossoblu Alberto Zangrillo ha rilasciato alcune ulteriori dichiarazioni anche a Telenord. Si parte, chiaramente, dalla figura di Fabrizio Gorin ricordata a distanza di vent’anni dalla sua prematura morte. “Io l’ho visto giocare e ho sentito parlare di lui da amici comuni. Gorin è un emblema, una persona di valore che è ingrediente fondamentale da consegnare ai giovani che stiamo cercando di avvicinare in modo sano al calcio. Il Genoa del futuro è animato dall’entusiasmo giovanile. Gorin è un esempio da seguire, da insegnare, anche a questi ragazzi abituati a vedere questi giocatori dell’era moderna che escono dal campo con le cuffie, un po’ distanti. Non c’erano all’epoca social, telefonini, e per l’appunto cuffie. Le persone che nominiamo ora non fanno parte del calcio di adesso, ma il Genoa ha questo patrimonio. Non solo perché ha 129 anni, ma perché ha questi giocatori rimasti nel cuore. La maglia di Fabrizio Gorin non è mai stata ritirata, ma Gorin è Gorin. E la cosa bella è che lui era stimato anche dagli avversari, proprio da tutti”.
Anche qui si parla del momento del Genoa. Dall’alchimia che si è creata tra la nuova proprietà, la presidenza e la piazza si passa al momento della squadra, che forse non sta dando appieno i risultati sperati. “Genova e il Genoa sono realtà istituzionale importantissime nel contesto sociale della città e se ne deve tenere conto, pensando anche alla sostenibilità del calcio e delle società di calcio. Parlando del Genoa, in una città come Genova che è rimasta tanti anni sottotono, andare a perlustrare ogni possibilità di mettere nel nostro obiettivo non solo il calcio, ma anche già che vi sta intorno (come i giovani e il dare loro sedi dove stare, il turismo, il fatto che resto Genova sarà collegata alla città motore dell’Italia, ossia Milano), è una cosa fondamentale in cui il Genoa dovrà essere protagonista. Ci credo tantissimo, e ci credo perché ho parlato con la proprietà americana. Proprietà la cui prima cosa che ha detto vedendo Genova è “che bella. È veramente fondamentale pensare di insegnare a questi giovani atleti che prima di loro c’è chi è riuscito a entrare loro nel cuore: il Genoa è molto pretenzioso, ma anche disposto a perdonare”.
Infine, un passaggio sul tecnico rossoblu Blessin e su alcuni “mugugni” della sua gestione spuntati dopo la sconfitta di Palermo. “C’è totale e massima fiducia e posso garantirla pubblicamente. Non lo faccio perché si fa così, ma perché ci si crede. Ho parlato con Wandee e Blazquez, ma anche con Alexander Blessin. In una situazionennon facile, mentre attendevamo di imbarcarci da Palermo per Genova. L’ho visto consapevole del fatto che la gara non fosse andata come ci si aspettava, ma dire questo non vuol dire mettere in discussione Blessin. Sono certo che è nel programma della società mettere in atto logiche a medio-lungo termine, nel senso che non basta più che aumentino i decibel del non gradimento della squadra perché si cambi un allenatore. Ho condiviso con Blessin alcuni argomenti, tra cui che non giochiamo per entrare nei playoff, ma per i primi due posti”.
“Alcuni tifosi gradirebbero che Blessin iniziasse a parlare un po’ di italiano? Ve lo prometto io, ma devo ricordare una cosa. Etimologicamente il tedesco è una lingua sassone e passare ad una lingua latina non è semplice, come può esserlo per un inglese parlare italiano. Quando hai un ragionamento in testa nella tua lingua non è facile proporlo in inglese, e neppure in italiano. Ma gli pagheremo un corso veloce di italiano (sorride, ndr)”. Chiude una domanda su Berlusconi e la possibilità che il proprietario del Monza gli abbia chiesto di liberare Shevchenko (il club brianzolo ha però annunciato la promozione dell’ex rossoblu Palladino).
Genoa, la situazione disciplinare aggiornata alla 5° giornata