Dispiace ma per l’ennesima volta bisogna fare un pezzo titolato: “AIA (Associazione Italiana Arbitri) che Male”
Clamoroso l’autogol dell’Associazione Italiana Arbitri lunedì scorso per mascherare l’errore del VAR in Juventus-Salernitana, reo di non aver visto Candreva sulla linea di fondo. “Il nostro VAR non aveva quell’immagine“. Dichiarazione che delegittima pubblicamente l’operato degli assistenti. Candreva non l’ha visto il VAR, ma il secondo assistente doveva essere in linea , alzare la bandierina puntando l’altra parte del campo.
Il VAR nessuno ormai lo discute più, tutti sono consapevoli che giudicare a posteriori il suo utilizzo è troppe volte sbagliato. Non ha reso il calcio più chiaro ma lo ha complicato rendendo ogni episodio suscettibile di revisione e trasformando arbitri e assistenti in innocui partecipanti alla gara, cioè i passacarte delle azioni alla regia VAR di Lissone. Addirittura quando vedono bene e da vicino vengono contestati, non solo sui calci di rigore. Come accaduto, ad esempio, in Genoa-Benevento: era rigore su Portanova e l’arbitro lo aveva assegnato. Poi sappiamo tutti come è finita…
Il VAR a questo punto interviene su molti casi, potendo teoricamente intervenire su tutto il perimetro di gioco e non solo dentro le aree di rigore. Quando non lo fa tutti si appellano al protocollo, altro azzeccagarbugli in vigore solo nel campionato italiano.
Copiamo tutto dalla Premier League, ma Collina e Rosetti, i due fautori principali del VAR a livello europeo e mondiale, nonché promotori della tecnologia applicata al pallone che rotola, non hanno il coraggio di rivedere il fuorigioco al VAR come succede nel campionato più visto al mondo, perl’appunto la Premier. Qui per stabilire il fuorigioco sono state adottate delle linee virtuali “più spesse” per non annullare i gol o i passaggi per millimetri di una punta di scarpa.
Perché non copiarlo subito anche nel campionato italiano, non solo in una Serie A coperta da almeno 12 telecamere su ogni campo, persino 15 l’altra sera allo Stadio Allianz di Torino. Andrebbe adottato questo metodo specialmente in Serie B, dove le telecamere latitano.
Non per piangersi addosso, però al Vecchio Balordo sono stati già fischiati due fuorigioco decisivi per la punta di un scarpa giudicati da una linea grande come uno spaghetto non napoletano.
Il calcio in Italia è diventato un videogioco, ogni azione non è visionata solo dalle telecamere ma anche da migliaia di telefonini che riprendono tutto e dopo rovesciano sui social.
Il fuorigioco di Candreva è stato smascherato non da una telecamera qualsiasi ma probabilmente da quella del match analyst della Juventus che lo ha subito comunicato alla panchina scatenando quella vergognosa rissa finale.
Nel campionato di calcio in TV e sui quotidiani non si parla più di questo sport, ma si parla solo di arbitri, VAR, moviole, risse, insulti e, alla fine di ogni gara, gli allenatori non guardando gli errori della propria squadra giustificando tutto con la stessa frase: “esigiamo rispetto anche per noi e i nostri tifosi“.
Attenzione alle Leghe del calcio e alla FIGC mentre tutti gli altri sport, Volley, Basket, tennis, nuoto e atletica vincono con il sorriso anche con i loro Var, facendo imprese, vittorie di donne e uomini giovani. Parliamo di sport che potrebbero alla lunga trasformare il gioco più bello del mondo in quello più antipatico.
Le partite infrasettimanali europee alla lunga attraggono di più con in campo arbitri, VAR e calciatori quasi tutti impegnati a giocare. Quando c’è un episodio da on field review non ci sono quegli assembramenti da cortile e da mercato per convincere il direttore di gara ad andare davanti al teleschermo. Né tantomeno, quando ci va, ha quel codazzo dietro come in una processione paesana.
Le parole di Rocchi e quelle del Presidente Trentalange ad inizio stagione sono state scritte sulla sabbia: “più VAR e fuorigioco, severità sui rigori, gli assistenti sono secondi arbitri, basta show in panchina, cartellini gialli e rossi in occasione di proteste e assembramenti per la richiesta del VAR“. Solamente la allucinogena frase di Rocchi in quella conferenza stampa a 48 ore dall’inizio dei campionati è stata osservata: “meno gol, più fuorigioco“.
Su Juventus-Salernitana è importante non fare processi al giovane arbitro genovese Marcenaro, quasi perfetto, fino a quando dalla regia VAR e da Banti non gli sono state mostrate immagini probatorie falsate a fine gara.