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Il ritorno di Antonio Bordon: “Oggi sarò in tribuna, ma avrei una voglia matta di andare nella Nord”

È un Antonio Bordon visibilmente emozionato quello che abbiamo intervistato ieri sera fuori dal Little Club, nel ventre della Gradinata Nord. L’ex centravanti rossoblu, che ha collezionato 56 presenze e 13 gol con la maglia del Grifone tra 1972 e 1974, cogliendo una promozione dalla Serie B alla Serie A e una retrocessione, ha parlato dell’attuale momento rossoblu, accumulando ricordi su ricordi del suo passato in rossoblu.

Ex Genoa, l’Intervista ad Antonio Bordon fuori dal Little Club

“Io l’ho pagata quella retrocessione, mi è dispiaciuto tanto. Con gli infortuni, poi, quell’anno ho avuto un’annata…e dopo sono andato a Cesena. Ma volevo tornare al Genoa nel 1974/1975, ma si sa come sono i dirigenti. L’anno che siamo retrocessi, però, ho sofferto come un pazzo. Adesso bisogna ritornare su, dovete stare attaccati a questa squadra. Ho fiducia, nell’allenatore e nella squadra. Sarà dura tornare su perché la Serie B è difficile, non prendiamola sottogamba. Magari si va su all’ultima partita, però bisogna andarci. Quell’anno che vincemmo il campionato facemmo 13 punti in 7 partite e c’erano ancora i due punti a partita. Sbagliai anche un rigore a Cesena. Voi state vicini a questa squadra. Non conosco ancora bene questa squadra, devo vederla: ora bisogna restare lì. Poi ci vorranno 3/4 vittorie di fila. Domani sarò alla partita, in tribuna, ma avrei una voglia matta di andare nella Nord“. 

Cosa vuol dire essere sotto la Nord? A me sembra una cosa normale, ma forse perché ho giocato a pallone. In Coppa Italia ero squalificato, ma la prima partita in cui entrai al Ferraris non ci credevo. Vedere questa gradinata era pazzesco. Ti vengono i brividi, ma poi diventa normale. Appena tocchi un pallone, ti applaudono, tutto diventa normale e il tuo motore aumenta. Altrimenti devi essere un pazzo. Ho giocato in tante squadre, ma un tifo così non l’ho mai visto. Adesso si riparte da zero, si va su lottando e facendo sacrifici. Se giochi con l’ultima in classifica. Parole basta, ci vogliono fatti. Perché di parole ne sentiamo tante: quando guardo le partite sai cosa faccio? Metto il volume a zero perché non voglio sentire quello che dicono. Perché il 50% dice fesserie. Allora mi godo il mio terzo tempo”. 


Verso Genoa-Modena, la nostra intervista a Claudio “Ruspa” Testoni

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