Alla vigilia di Spal-Genoa scrivemmo il titolo “Aprire le Ali” a commento della gara di Ferrara, ora giusto estenderlo in “Aperte le ali” del Grifone.
Vincere, convincere, divertire – una frase di Sacchi ai tempi del Milan di Gullitt, Van Basten e compagnia – sarà difficile coniugare in questa Serie B. In cadetteria tutte le vittorie vanno bene con qualsiasi metodologia.
Al Genoa serviva una mentalità offensiva, poco il prima non prenderle, e Blessin aveva bisogno che tutti gli uomini a sua disposizione fossero in grado fisicamente di poterla utilizzare. Il direttore d’orchestra è stato Strootman: non solo “lavatrice di palloni” ma anche fine regista, dallo stop e dal lancio mai sbagliati. Strootman e Frendrup hanno giganteggiato nel cuore del gioco. Chi si ritrova è sempre centrocampista di classe, chi vi si smarrisce non è quasi mai inventore di gioco, nel migliore dei casi è un’aggiunta alla difesa, della quale anticipa le mosse opponendosi ad un avversario designato.
Anche Blessin in conferenza stampa ha fatto notare che c’è ancora “qualche problema nell’ultimo passaggio”. Il lavoro di Blessin continuerà cercando di far capire che ci si deve muovere compatti in 30 metri per mettere in condizione il possessore del pallone di avere 3 o 4 opzioni di passaggio nella fase di possesso e anche in quella di non possesso partendo da dietro.
Buona la strategia del Vecchio Balordo cambiata per non dare punti di riferimento agli avversari come nelle sei precedenti gare giocate. Scelta di cambiamento non tattico, ma di intensità e pressing portato con altre modalità.
La Spal e Venturato sono state vittime della strategia di Blessin che ha sfruttato al massimo le due settimane di sosta per recuperare la qualità arrivata sul finire del calciomercato estivo. Venturato tradito dal suo centrocampo portato dalla sua avventura di Cittadella e da Esposito fresco di convocazione da parte di Mancini in soggezione per il gioco di Strootman.
L’identikit del Vecchio Balordo è stato chiaro dalla prima partita e dopo la sosta ha assunto contorni più puliti e precisi con i cambi campo e i dribbling di Albert e Aramu. Una prova di forza di Coda e compagnia cercando di riempire l’area estense con tanti uomini. Prova di forza a centrocampo contro una squadra che tra le mura amiche aveva fatto ballare altre probabili candidate alla promozione.
Blessin ha effettuato bene le sostituzioni dei due centrali di difesa nell’intervallo. Ilsanker non si trova nella difesa a quattro e ha messo in ambasce anche Vogliacco: entrambi ammoniti, sono stati sostituiti. Ilsanker in questa Serie B, vista la giusta “cazzimma”, sarà utile. Blessin in conferenza stampa si è levato un sassolino dalle scarpe: “Ho sempre detto che in campo, qualunque sia il modulo, vanno i giocatori migliori. Poi dipende anche da cosa penso io, se mi serve un trequartista o un attaccante in più: sono decisioni che devo prendere io”.
Si è rivolto a coloro che se giocano Tizio perché non gioca Caio o discutono qualsiasi modulo anche se conta poco al fine del risultato. I 777 hanno dato fiducia ad un gruppo di lavoro dietro le scrivanie e sul campo, difficilmente lo leveranno in base ai capricci di qualche esterno se qualche ciambella non riuscirà con il buco.
I 777 sono una holding dove ci sono investitori importanti che alla lunga vogliono vedere non solo i risultati. Chiedono a Blazquez, Ricciardella, Spors, Ottolini di volere, oltre i risultati, un club super attrezzato con strutture come nel resto dell’Europa e la risalita in Serie A non dovrà essere frutto di improvvisazione .
Hanno progetti e dollari ma non potranno aspettare a lungo i politici genovesi per mettere in piedi una accademia calcistica. Ci sono tante aree al di là dei Giovi e del Turchino pronte ad essere usate come succede in tante società che lavorano fuori città. Non siamo più ai tempi di Portobello: è sparita anche la nebbia.
La dirigenza genoana ha sempre detto che voleva fare innamorare il popolo genoano, il primo obiettivo di 20.000 abbonati e più è andato in porto grazie anche alla politica dei prezzi. Adesso tocca a Blessin e alla sua truppa portare altri genoani scettici dentro il Tempio.
Nel frattempo il popolo genoano ha goduto e cantato non solo sugli spalti del Mazza di Ferrara, ma anche con un concerto di clacson di auto e canti affacciati ai finestrini dei tanti pullman lungo tutto la via Porrettana quella che portava all’autostrada per Bologna.