In vista della sfida Ternana-Genoa in programma sabato alle ore 16,15 allo stadio “Liberati” abbiamo contatto telefonicamente il doppio ex della sfida, Ezio Brevi, che nella stagione 2004/2005 era stato tra i rossoblu artefici della promozione in Serie A, cui poi sarebbe seguita la retrocessione in C. Per lui 29 presenze in maglia rossoblu.
Ci presenti Ternana-Genoa?
“È una partita di cartello in questo momento. La Ternana ha avuto un grande exploit, la seguo quasi tutte le domeniche perché in casa sono ospite della società. Sto vedendo la crescita continua di una squadra che sta anche proponendo anche un buon calcio. Quel che si evidenzia in tutto l’ambiente è un’energia positiva e uno spirito di gruppo importante. Il gruppo è consapevole di avere una forte solidità societaria, con possibilità di investimenti importanti, e il successo della squadra oggi dipende anche da quanto costruito negli anni. Non la vedo come una sorpresa, ma come una squadra che può ritagliarsi una stagione di soddisfazioni. Mi auguro di vedere una partita senza tatticismi, due squadre che si affrontano col petto in fuori e la giusta intraprendenza, il giusto coraggio. Il tatticismo porterebbe ad una partita non di primo livello, mentre le due squadre stanno proponendo un buon calcio”.
Pregi e difetti di questa Ternana?
“In questo momento parlerei solo dei pregi. Ha un’ottima solidità difensiva, tutti vogliono partecipare alla fase di non possesso, e riesce ad essere incisiva con qualità importanti nel reparto offensivo. È un giusto connubio e ci sono forza, atletismo. Le’errore che la Ternana può commettere è di aver fatto tanto, ma non penso sarà così perché la pressione dell’allenatore è costante e credo ragioni proprio in maniera opposta. Potrebbero avere delle difficoltà difensive essendo venuti a mancare degli elementi, ma domenica hanno dimostrato anche coi sostituti di poter reagire bene al punteggio negativo del primo tempo col Benevento, venendo fuori con una prestazione di grande livello. In questo momento Lucarelli credo sia in difficoltà nel trovare le persone cui affidarsi perché ogni elemento chiamato in causa ha fatto buone cose”.
Lucarelli sembra giocare al gatto col topo, fa sfogare gli avversari e nella ripresa inserisce la qualità cercando di ribaltare la partita…
“Non penso che sia una strategia perché non sempre può pagare il fatto di avere un atteggiamento remissivo nel primo tempo e poi sfoderare le capacità della squadra. Ci credo poco a questo discorso, mentre credo in un assetto che sta dando oggi ottimi risultati. Si sono inventati questo nuovo ruolo di Palombi, che è un interno di centrocampo e ora gioca da terzo d’attacco diventando praticamente un centrocampista che difende, ma continua ad attaccare con qualità tecniche. In fase realizzativa comincia a incidere, e soprattutto ha un’incidenza importante sugli assist. Sembra all’apparenza fuori ruolo, ma sta esprimendo un ottimo calcio. Con Partipilo dal lato opposto, che gioca col piede invertito e riesce sempre a creare superiorità numerica. È un giusto connubio che ha portato a trovare il giusto equilibrio e un’ottima espressione di calcio”.
Sei uno di quelli che nel 2005 riportarono il Genoa in Serie A, pur tra mille difficoltà successive a questa promozione.
“Il Genoa è una squadra concepita coi criteri giusti e con un buon allenatore. A me Blessin non dispiace, porta avanti una filosofia che mi piace. Ma quel qualcosa che ti fa rendere meglio a livello personale è sempre l’ambiente, ed è un ambiente spettacolare. Quando giocavo a Marassi, per me, il campo era in discesa: per me che amavo la pressione, sentire la gente addosso era il mio habitat naturale. Peccato che sia rimasto pochi anni: mi sarebbe piaciuto restare un po’ di più. Per me era come giocare in una grande squadra”.