Il Grifone, Blessin, la squadra, la società hanno un pensiero fisso: volare anche al Ferraris. La partita con il Brescia può e deve essere l’occasione giusta perché a Pegli – ma anche fuori – non sarà affrontata con la spensieratezza del primo posto in classifica, conquistato con fatica, ma continuando a volerlo mantenere con forza.
Al Ferraris la Nord come sempre sarà un conforto, un’arma in più, la spinta da parte di un pubblico che in casa e fuori casa non ha eguali. È da smontare l’illusione degli avversari che il Genoa in casa stenti rincuorato dai 15 i punti conquistati in trasferta su 18 disponibili.
Vero, la truppa Blessin su quattro gare casalinghe ha centrato i tre punti solo in un’occasione e incassati tre pareggi, ma non dimentichiamo che i rossoblu a quarti sono anche la squadra che ha frequentato meno il Ferraris. Il Grifone potrebbe avere la predisposizione a vincere e giocare in trasferta, ma l’atteggiamento per chi ha seguito le gare non è mai cambiato, né in casa né fuori casa.
Ormai per tutti il Genoa non è più un mistero col suo mix multiforme pieno di qualità tecniche che non sfigurerebbe in questa stagione in Serie A, portato al gioco a viso aperto e desideroso di cercare e sfruttare gli spazi grazie alle proprie doti, ancora non espresse da parte di giocatori che dovranno esaltarsi non solo negli spazi, ma anche nei dribbling.
In trasferta è più facile vista la carica degli stadi pieni solo in occasione della partita: con il Vecchio Balordo vedere avversari che tentano qualche colpo, non colpo su colpo contro questo Genoa, è difficile, mentre al Ferraris tutte le formazioni vengono a chiudersi, badando essenzialmente a difendersi nella speranza di strappare un punto, senza catenaccio e contropiede ma solo con l’idea di non far giocare Coda e compagnia.
Il Genoa in quelle situazioni ha faticato di più e tra le mura amiche la differenza potrebbe essere il complesso “fisico”. Blessin potrebbe utilizzare qualche specialista in più nel gioco aereo.
Il tecnico rossoblu cercherà fonti alternative, non solo tattiche: non farsi prendere dalla frenesia, attendere con furbizia il momento per colpire e magari sfruttare meglio tutti i palloni inattivi che alla decima giornata hanno portato, eccetto i rigori, poche soddisfazioni.
Importante che tutti siano coinvolti nel tirare da fuori area, dai difensori ai centrocampisti. Il massimo coinvolgimento dovrà anche arrivare dal contributo delle cinque sostituzioni confermando la robustezza della rosa a disposizione. Ormai stare in panchina nel Genoa è come essere in campo, le cinque sostituzioni hanno fatto capire che si può essere decisivi anche in pochi minuti, in particolare nell’ultimo quarto di gara.
Blessin punterà tutto sull’attacco, pur avendo capito che in Serie B bisogna “normalizzare” la squadra, diventando anche meno spettacolari ma dimostrandosi più concreti, tralasciando di andare in porta con il pallone in una selva di gambe. Vincere anche di misura è come fare la goleada ottimizzando tutti gli sforzi e mettendo il lucchetto alla propria porta.
La formazione come sempre a domani intorno alle 15. La sostituzione di Pajac l’interrogativo principale.
Il Brescia nelle prime sei giornate di campionato ha conquistato 15 punti, nelle ultime quattro solo due su 12 a disposizione. Bravi i bresciani ad approfittare del calendario che aveva messo in programma le squadre che hanno avuto un inizio molto stentato e che si sono trovate in crisi, mettendo in cascina i 15 punti delle prime sei giornate: Südtirol, Como, Perugia, Modena e Benevento con quattro allenatori esonerati.
Alla sesta giornata la sosta e la batosta di Bari hanno fatto perdere la bussola non solo alla squadra, ma anche al tecnico Clotet per alcune sue decisioni di strategia e di formazione che hanno lasciato perplessi, apparendo rinunciatarie. Il tutto è stato alimentato anche delle pressioni del Presidente Cellino non mascherate dopo il risultato tennistico pugliese.
Peccato perché con Perinetti e il vulcanico Cellino avevano preparato un buon cocktail di giovani e anziani. Il Brescia l’ultima ha pareggiato in casa contro il Venezia 1 a 1. Andato in vantaggio, è stato poi raggiunto nel finale di gara in apnea dal Venezia che non ha demeritato.
Il Brescia punito sia con il Cittadella e con il Venezia perché non è riuscita a fare il secondo gol della sicurezza, pur collezionando corner non sfruttati. La differenza con i lagunari sono stati i cambi: Clotet alla ricerca nuova linfa, invece Jarvorcic del gol. Operazione riuscita. L’uscita di una punta veloce come Ayè sostituito da Bertagnoli ha dato peso, ma ha fatto perdere gravità all’attacco delle Rondinelle.
Prendere un gol con un allungo di 40 metri in campo aperto di Crnigoj appena entrato sul finire della partita, con i difensori che non sono riusciti a fermarlo neanche facendo fallo tattico, ha mandato su tutte le furie il pubblico bresciano. Il Brescia, infatti, non legge bene i momenti delle gare. Il gol del Venezia lo ha confermato: 4 giocatori a proteggere la porta, per di più larghi, hanno concesso un contropiede in campo aperto. Il livello tecnico del Brescia fa fatica a crescere, i passaggi riusciti sono sempre meno certificati dai numeri dei lombardi.
Clotet si difende dicendo che tutto è causato dai moduli e dalle caratteristiche distruttive degli avversari. Il Brescia dopo Bari è mancato nella gestione dei finali di gara. Le Rondinelle fanno fatica a produrre calcio e ad esaltare i singoli, subendo il gioco altrui.
La formazione lombarda, in ogni caso, non è in crisi per merito della classifica: 17 punti non sono pochi, ma dopo essere partito a razzo, la seconda peggior difesa del campionato non fa dormire sonni tranquilli.
Il mister catalano Clotet con il Genoa avrà tutta la rosa a disposizione e, in particolare, la difesa: recupererà l’esterno destro Karacic e il centrocampista Benali, per tale motivo ha in testa alcuni ballottaggi in tutti i settori del campo. Tatticamente nelle dieci giornate di campionato hanno sempre giocato con il 4-3-2-1.
Arbitra Andrea Colombo della sezione di Como, classe 1990. Il comasco di nascita ha iniziato la sua carriera lavorativa a Brescia facendo l‘addetto stampa della Confagricoltura dopo si è trasferito sulle rive del Lario aprendo una agenzia di comunicazione. Colombo ritrova il Genoa domani per la terza volta in stagione: Coppa Italia con il Benevento, partita di Ferrara. Mai diretto il Brescia.
Il designatore Rocchi crede nel giovanotto, in stagione gli ha affidato solo la gara del Grifone in trasferta in Serie B e 4 gare in Serie A: Sassuolo-Lecce, Juventus-Spezia, Atalanta-Cremonese e l’ultima in crescendo, ossia Lazio-Udinese con una caratteristica non trovata nei colleghi: 0 cartellini, 0 rigori, 0 consultazioni di VAR.
Primo assistente Valeriani di Ravenna, secondo Severino di Campobasso, quarto uomo Centi di Viterbo. VAR Banti di Livorno, AVAR Vecchi di Lamezia.