Lunedì e martedì in casa Genoa sono state le giornate dei grandi chiarimenti non solo tra la dirigenza, ma anche sul campo alla ripresa del mercoledì.
Blessin ha parlato ancora ieri alla squadra. E la squadra, oltre ad aver ascoltato con attenzione, ha soprattutto proposto una interazione, un “parliamone” concreto sulle ultime disavventure inaspettate sul prato verde.
Blessin avrà parlato anche con Spors, questo di solito viene definito un “faccia a faccia” ma questa volta Spors, il responsabile di tutta l’area tecnica di tutte le squadre patrimonio dei 777, avrà fatto da messaggero della proprietà e del fatto che saranno molto seccati dai passi di gambero fatto dalla squadra nelle ultime tre gare.
Blessin, insomma, dovrà sciogliere un po’ di cemento tattico. Il problema è sempre stato sulle corsie laterali, in particolare su quella di sinistra dove manca un giocatore di piede mancino dopo l’infortunio di Pajac e la pubalgia di Hefti.
Blessin potrebbe lanciare l’idea – dopo averlo convocato altre volte al Pio Signorini – di lanciare Boci, il capitano del 2003 della Primavera, in grado di non essere inferiore a quelli che hanno occupato quel ruolo nelle precedenti gare. Lo si è visto giocare parecchie volte negli ultimi anni, essendo esterno sinistro e di piede sinistro.
Oltre la rigenerazione della corsia di sinistra, Blessin potrebbe rinverdire la sua idea estiva della difesa a tre o a quattro con l’esterno sinistro di ruolo, e anche quella del centrocampo a tre con l’arrivo di Strootman per liberarlo anche dalle incombenze di fare il play ed essere marcato a uomo. Operazione non facile per quello che ha sempre fatto, ossia “lavare” i palloni sporchi o persi e dopo rilanciare anche l’azione. La speranza che Badelj possa avere recuperato.
Altra redenzione allargare il gioco sulle corsie laterali con due esterni pronti a creare superiorità numerica con dribbling e cross, anche accentrandosi per cercare il tiro a giro che ha tanto successo e – perché no – aiuta a procurarsi qualche fallo in più dal limite dell’area avversaria.
Si dovrà ripartire dai “genietti” Aramu e Gudmundsson che partendo da attaccanti esterni, allargando le difese avversarie e mettendosi a pestare dopo le solite zolle con colpi di genio, hanno in passato dimostrato di saper fare tutte queste cose. Operazione utile anche a sfuggire dal marcamento costante nell’affollamento davanti alle aree avversarie.
Tutto ciò dovrebbe permettere a Coda di non essere oppresso non solo da tanti avversari, ma anche dai compagni in un imbuto tappato e farlo tornare quello visto in altre gare del passato e non nelle 14 gare giocate con il Vecchio Balordo.
Quelle dette sono “quisquilie tattiche” che lasciano il tempo che trovano, se in questo Genoa non si trovano i movimenti individuali per diventare cause ed effetti dell’organizzazione di gioco. Bisogna che i movimenti individuali diventino cause ed effetti dell’organizzazione di gioco con e senza pallone.
Le partite non giocate a scacchi da tutti gli avversari incontrati dal Genoa, che avevano il solo scopo di non farlo giocare e di chiuderlo tutto dietro sfruttando gli errori del Genoa, non potranno più succedere.
Quanto saranno decisive le prossime due gare ravvicinate? Difficile da capirlo anche se i 777 hanno dimostrato con la riconferma di non aver non messo sulla testa del tecnico la Spada di Damocle dell’insofferenza, ma semmai un livello di attenzione molto più alto: dunque lo saranno solo se dovessero andar male tutte e due le sfide in programma al Ferraris in quattro giorni.
I 777, i tifosi, anche Spors e gli altri dirigenti rifiutano l’idea di altre gare ad handicap e tutti i radar sono ben accesi. Se Cittadella e Südtirol dovessero mascherare problemi o uno stato di impasse preoccupante scatterebbe certamente un esame della situazione più profondo.
Una riflessione Blessin l’avrà fatta già da solo perché sa annusare l’aria che ha intorno: dopo il primo terzo di campionato dovrà e già prima di domenica prossima dovrà tirare qualche somma. Al di là degli infortuni e della qualità mancata in quelli che dovevano offrirla, il tempo non è stato così poco per correggere gli errori. Anche perché al Genoa di tempo non ce n’è mai troppo .
A maggior ragione coi chiarimenti e confronti degli ultimi giorni, Blessin avrà capito – da dentro e da fuori – che un cambiamento forse ci sta e serve. Il Presidente Zangrillo ha richiesto a tutti di prendersi le proprie responsabilità per il ruolo che coprono in società. Messaggio criptato, ma chiaro. Chiede anche al Popolo genoano di non contestare domenica prossima per non buttare quanto fatto nel bene (terzo posto in classifica) e nel male. Come sempre il campo e i risultati saranno testimoni non solo oculari!