L’analisi principale spetta al calcio che ha battuto la politica. Il pallone che ha rotolato ha fatto uscire un rottame la politica di tutto il mondo scandalizzata solo a parole, anzi pagata vista gli ultimi avvenimenti di valigie piene di mazzette, perciò svigorita contro la repressione di qualsiasi forma di dissenso e solidarietà: le fasce arcobaleno nascoste, i guai iraniani, gli inni non cantati e alcuni solo masticati dai giocatori di colore importati dove i loro avi erano considerati schiavi e attualmente profughi che muoiono nel Mediterraneo e lungo la via Crucis dei Balcani.
La politica che ha “vinto” è quella del Presidente Infantino della FIFA che non ha mai disturbato l’Emiro, preso dal pensiero del business. Messi che alza la Coppa del Mondo con l’abito dell’Emiro è stato il massimo, come l’uso non pervenuto delle donne arbitro per non disturbare, compiaciuto nel mettere il silenziatore ad ogni simbolo di protesta o di sostegno ai diritti umani.
L’ultima l’autenticità della notizia sugli stadi mezzi pieni o mezzi vuoti. Numeri discordanti e solo primi piani TV nelle tribune per non smentire. Infantino oltre il business aveva in testa nel deserto – oltre il Mondiale a 32 squadre, anche di più – di governare fino al 2031, altro che democrazia.
Per i Mondiali in Qatar saranno anche indimenticabili il no al messaggio di Zelensky, i massimi recuperi in attesa del tempo effettivo di gara, l’aria condizionata dentro gli stadi, le donne arbitro pubblicizzate ma utilizzate solamente una in una gara di qualificazione. Il populismo di far dirigere gli arbitri di tutte le nazioni non è stata una buona scelta. Il VAR, in fuorigioco automatico, ha tolto sicurezze tecniche, dimenticando che nella sala c’era l’ordine di intervenire poco.
Il Mondiale l’ha vinto l’Argentina dopo 36 anni, meritatamente, e finalmente Messi ha eguagliato Maradona che lo aveva vinto in Messico nell’86. Argentina Francia è stata una finale bellissima dopo 35 giorni nel deserto. Finale che lascerà il segno non solo con Messi protagonista ma anche Mbappè autore di una tripletta nella finale della Coppa del Mondo, capocannoniere del Mondiale. Con la tripletta ha eguagliato Hurst, il baronetto inglese che nel 1966 aveva infilzato la Germania.
Se Messi è re del Mondo nel nome di Maradona, Mbappe a ventiquattro anni martedì scorso sarà il suo successore. Quei 175 minuti giocati nel deserto di Doha saranno consegnati alla storia del calcio. Deschamps ha perso nel primo tempo contro la “Scaloneta” del tecnico argentino che lo ha fregato con Di Maria in campo. Si è ripreso con i cambi nella ripresa anche per merito della “sindrome” della “siesta” sudamericana dopo i trionfi. Ci voleva il deserto per far vincere una nazione sudamericana: l’ultima volta fu il Brasile nel 1982.
Non solo la finale è stata bella bella, tutti arrivati all’appuntamento al top della forma nel primo mondiale invernale. Ci sono stai 172 i gol realizzati, 15 rigori su 63 parati, 6 calciati fuori, solo 7/8 assegnati dal VAR. I portieri che superano il metro e 90 centimetri di altezza ormai sono favoriti nel parare le massime punizioni .
Il Mondiale ha detto anche che per la prima volta una squadra africana il Marocco è arrivata in semifinale e i cinque continenti agli ottavi. E poi che hanno deciso gli arbitri e non il VAR: speriamo di rivedere tutto nei campionati europei ma in particolare in quello italiano, dove il VAR non ha fatto capire (come sempre) in quale maniera deve essere utilizzato il protocollo. Il mancato utilizzo non solo del Qatar fuori dall’area di rigore è una vera “strunzata” affermerebbe i tre-tre. Tutto a discapito degli arbitri scarsi che non sanno applicare la Regola 12 su Falli e scorrettezze.
I grandi over 35 hanno salutato il Mondiale con il veleno, uno per tutti CR7.
Se l’Argentina è stata la migliore del Mondiale, il Belgio è stato il fallimento più clamoroso sconfessando la logica del ranking. La Germania uscita con le ossa rotte subito si è buttata sull’Europeo che giocherà in casa: con la Spagna sono le delusioni inaspettate alla vigilia. Bene la Croazia sempre sul podio delle manifestazioni calcistiche. L’Inghilterra battuta dalla Francia ha fatto la sua figura grazie ai giovani utilizzati che garantiscono un futuro.
L’Italia assente ingiustificata e la Serie A è stata decantata grazie ai giocatori stranieri militanti nelle squadre dello Stivale.
Mancini davanti al televisore con il suo staff avrà recepito che il Mondiale del Qatar ha certificato che ormai il calcio è globalizzato: basta rivedere le gare del Giappone e della Corea, giocando un calcio più offensivo, più dinamico di quello proposto nel campionato di serie A.
Per Buoncalcioatutti il miglior portiere è il marocchino Bounou, il miglior difensore Romero ex giocatore arrivato sotto la Lanterna genoana con scarse attenzioni da parte degli esperti così come l’ultimo uruguaiano arrivato a Pegli. Speriamo che anche lui diventi campione del mondo. La miglior mezzala Enzo Fernandez, centrocampista argentino del Benfica . Attaccanti Messi contro Mbappè fuori discussione, ma i centravanti a rubare la scena sono stati Gakpo, attaccante olandese del PSV, e Julian Alvarez, argentino del Manchester City. E tra i giovani in mostra anche Bellingham, 19 anni e nazionale inglese che gioca nel Borussia Dortmund.
Finito il Mondiale solo pochi giorni ancora di dibattiti: dopo inizierà, anzi è già iniziato, il Circo del calciomercato invernale, non solo quello italiano.