Parla il campo, la parola è di Gilardino. Mister, continua così, a dimostrare di avere competenza calcistica in tutte le sue manifestazioni. Saper gestire tutte le pressioni interne (squadra, calciatori come singoli e gruppo). Saper gestire le pressioni esterne (presidenti, dirigenti, procuratori, media e tifosi). Dimostrare e saper trasmettere equilibrio in ogni momento all’interno e all’esterno. Comunicare attraverso le interviste, le conferenze stampa prima e dopo le partite. Aver passione per il calcio.
Tutte queste caratteristiche non ci ideali che dovrebbe possedere un allenatore arrivano ed erano un mantra del passato per la scuola calcio allenatori di Coverciano del Prof. Franco Ferrari.
Sedici punti su 18 su 6 gare e due reti incassate non sono una scommessa, vincere all’ultimo minuto di gioco non è fortuna, le cose viste non sono una sorpresa, ma frutto della lettura dei cambi come è successo domenica scorsa con il Venezia.
Il Genoa si è calato in Serie B e vince le gare sporche anche all’ultimo minuto di gioco. Una operazione riuscita, sul 40% dei risultati in 21 giornate di campionato, ad altre squadre per le quali i titoli sono stati: blitz, volontà, cuore, non mollare mai. In pratica quello che fa vedere anche il Vecchio Balordo in ogni gara.
La cronaca. Nel primo tempo il Genoa ha sprecato occasioni da gol per chiudere in anticipo la gara attraverso una chiara identità collettiva. A mettersi in evidenza è stato Gudmundsson agendo dietro a Coda e Aramu e offrendo il suo contributo non solo nelle ripartenze, ma anche nei ripiegamenti difensivi, garantendo aggressione in avanti in fase di possesso pallone, dispiegandosi anche come centrocampista, operazione patita dalle Streghe.
Tutti gli altri ha contributo all’identità e succede ormai gara dopo gara, migliorando nella capacità di gestire il pallone in fase di possesso e sbagliando meno transizioni. Mancando meno passaggi e non facendo corse inutili a recuperare il pallone, si è mantenuta meglio la condizione fisica e tutto quanto si prolunga fino al termine. Gilardino ha contribuito con i cambi a far valere la forza e la differenza della rosa per continuare a salire , uno per volta, i gradini di questa stagione.
Nel secondo tempo, in particolare i primi 15’, il Grifone ha patito il cambio tattico di Cannavaro col quale ha messo due prime punte con alle spalle il trequartista. La difesa a tre ha traballato, ma poco ha potuto fare il tecnico con Ilsanker ammonito dopo un minuto di gioco. Ancor meno ha potuto fare dopo l’uscita di Vogliacco per qualche piccolo motivo fisico. Difficile giocare a quattro rischiando il giovane Matturro, benché abbia esordito dimostrandosi di carattere e grinta.
Variando i tre davanti a Martinez, che non ha fatto una parata, il Genoa ha incassato un gol della domenica per dimenticanza di Tello (appena entrato) sulla linea dell’area di rigore, pronto a sbatterla dentro. La differenza tra il primo tempo e il secondo del Genoa è stata che gli spazi nella ripresa non sono stati più costanti, in larghezza e in profondità, e non hanno facilitato collaborazione e possibilità di manovra da parte di tutti.
Il cambio di Sturaro con la sua carica nelle due fasi di gioco ha riportato il Grifone nella metà campo avversaria, l’entrata di Puscas è risultata micidiale sull’unico cross preciso di Sabelli, che mancherà con il Pisa per squalifica. Sull’unica giocata, il Gigante è stato letale.
Capitolo Cannavaro. Perdere così fa male, ma rispetto alle altre gare perse nei recuperi, anche la penultima a Cosenza ha pareggiato al 95’, il capitano Mondiale dovrebbe fare l’analisi della gara sui 96 minuti giocati, calcolare che il Genoa non meritava di pareggiare essendo stato superiore nei tabellini dei tiri in porta e in altre situazioni di gioco, e come sempre il possesso pallone non ha contato nulla.
Coda ha timbrato nuovamente, Puscas anche e Master & Commander Gilardino con i suoi Pirati vuole lasciare il segno, anche se il campionato è ancora lungo. Risultati e mentalità sono la medicina giusta.
Gilardino dimostra di essere bravo sulla tattica ma anche nella testa dei calciatori, tirando fuori entusiasmo e spirito di squadra e concetti di gioco da seguire, il tutto da fare con intensità e rapidità e condito da voglia e carica fino al fischio finale dell’arbitro.
Dopo 21 giornate di campionato il pensiero non sarà vincere il campionato ma essere fino alla fine della stagione nelle prime due posizioni, obiettivo dei genoani dentro e fuori Pegli.
Tornando al passato delle altre stagioni in cadetteria con i tre punti a disposizione per vittoria servivano minimo 20 vittorie, il Vecchio Balordo dopo 21 giornate ne ha vinte 11 e da giocare ne rimangono 17.
Adesso ultima settimana di calciomercato: qualcosa succederà, importante che tutto sia gestito collegialmente da chi conosce il calcio e che ci si confronti con Gilardino, che dopo questo giro di vittorie ne ha diritto.