Intervistato al programma DAZN Talks, Domenico Criscito ha fatto il punto sul suo ritorno al Genoa, iniziando dalla sfida contro il Parma in programma domenica che lo metterà di fronte ad un altro grande campione come Gianluigi Buffon: “Domenica ritrovo una leggenda, Gigi ha dato tantissimo al calcio e ha dato tantissimo al calcio. È il quinto ritorno al Genoa. Sono stati giorni intensi quelli di dicembre, perché io rientravo dall’esperienza canadese e nella mia testa c’era il ritiro. A 36 anni mai avrei pensato di trovare squadra. Rientrato a Genova mi hanno contattato e mi hanno fatto questa proposta alla quale non potevo rinunciare: al Genoa non si dice mai di no“.
Il Genoa è la casa che vorresti salutare prima di dedicarti ad altro?
“Assolutamente. L’anno scorso fino a dicembre sembrava andasse tutto bene a livello personale, poi da Natale in poi è stato complicato. Prima il Covid mio e della famiglia, poi mia moglie che partorisce con il Covid e la bambina che ha avuto qualche problema, poi gli infortuni. Quindi è stato molto complicato. La stagione è finita nel peggiore dei modi, ma ora sono felice di essere qui e lottare ancora per questa maglia“.
Quale è stato il passaggio dal ritirarsi a ripensare di tornare al Genoa?
“Quando mi è stato proposto di tornare qui, ho pensato che il calcio mi stesse dando un’altra opportunità nel migliore dei modi e chiudere un cerchio. A Genova ho fatto le giovanili e dieci anni di prima squadra, quindi sono tanti. Ho un’altra opportunità e voglio coglierla al volo“.
Che campionato è quello di Serie B?
“C’è da lottare, è un campionato difficili con grandi squadre e grandi calciatori. Il Cagliari ha Pavoletti e Lapadula, il Parma ha Vasquez. Sono giocatori importanti che hanno sempre giocato a grandissimi livelli. È un campionato difficile, noi siamo pronti e sono sicuro che ce la faremo. In campo nelle ultime partite, che abbiamo vinto alla fine, ci abbiamo messo sempre il cuore“.
Qual è la tua impressione di Gilardino allenatore?
“Mi ha sorpreso. Da calciatore e compagno di squadra era abbastanza timido, mentre da allenatore si fa sentire e mi piace il suo modo di fare calcio. In campo era un grandissimo calciatore, parlano i numeri. Il suo approccio con gli attaccanti? Ha tanti segreti, lui è stato un grande attaccante e quindi dà sempre i migliori consigli ai nostri attaccanti“.
Come ti poni nei confronti di Gilardino che è quasi tuo coetaneo ed è stato tuo compagno?
“Da allenatore, per rispetto, gli do del lei. Bisogna rispettare le gerarchie, anche se mi viene difficile perché l’ho avuto come compagno però ci sono delle gerarchie e vanno rispettate. Ci confrontiamo, però è giusto che si dia del lei all’allenatore. In passato ho avuto Juric e Thiago Motta, con i quali ho giocato anche più tempo, ma il rapporto è sempre stato questo”.
Se torni sempre a Genova un motivo ci sarà: quanto vivi bene lì?
“Io sono arrivato qui nel 2001. Ho fatto tre anni di settore giovanile e mi sono diviso tra Genova e Torino, a parte l’esperienza in Russia. Mia moglie è genovese e i bambini sono nati a Genova, quindi sono molto legato. Poi davvero amo questa maglia, per me il Genoa è tutto. Quindi qui sto bene e sono molto felice. Sarà anche la città del mio futuro. Possiamo parlare di minimo salariale scelto in questo periodo? Era giusto così. Come ho detto prima la mia intenzione era quello di chiudere un cerchio nel migliore dei modi e la parte economica non conta nulla“.
Ci sono le giuste premesse per continuare così anche nel girone di ritorno?
“All’inizio soprattutto in casa si faceva un po’ di fatica, ma noi il siamo il Genoa e l’obiettivo è la Serie A e le partite bisogna vincerle. A partire da domenica, anche se sarà difficile perché il Parma viene da una sconfitta a Cosenza. Noi dobbiamo farci trovare pronti perché l’obiettivo è la Serie A. Anche il Pisa è venuto a Genova a fare la sua partita e sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, forse con l’uomo in più avremmo potuto fare qualcosina in più”.